Albiate. Cornicione di cemento si stacca col peso dell'impalcatura: un morto e un ferito grave

Il cantiere crolla sui muratori

Ancora un morto sul lavoro in Brianza. Ieri mattina (25 giugno 2002) un muratore è rimasto ucciso nel cantiere dove stava lavorando e un altro si trova in disperate condizioni all'ospedale di Monza, con la gamba maciullata.

L'incidente è avvenuto attorno alle 11.30 in una palazzina su due piani sulla rotonda di via Lombardia che si trova sulla provinciale Monza - Carate, all'incrocio con via Cesare Battisti (la Seregno - Triuggio).

Un enorme blocco di cornicione in cemento si è staccato improvvisamente dalla grondaia a causa del peso dell'impalcatura doppia che era stata agganciata dall'impresa alla balaustra dell' ultimo piano.

Una pioggia di diverse tonnellate di ferro e cemento è piombata sulla via travolgendo gli operai che stavano lavorando sull'impalcatura.

"Ma il bilancio avrebbe potuto essere più pesante -spiegano gli agenti della polizia municipale intervenuti sul posto coi carabinieri e gli operatori del 118 che insieme ai pompieri hanno rimosso le macerie per soccorrere i feriti "per fortuna al momento del crollo sulla strada non stava passando nessuno".

I soccorsi sono stati immediati. Ma per Antonio Famulari, 57 anni, sposato e padre di due figli, residente a Sovico in via Puecher, non c'è stato nulla da fare. E' morto sul colpo schiacciato dalla valanga di calcinacci e tubi. Gravissimo il collega Antonio Palmieri, 52 anni, sposato e padre di tre figlie, abitante in piazza Cadorna a Giussano: i medici hanno dovuto amputargli la gamba sinistra.

Pochi minuti dopo la tragedia il traffico in entrambe le direzioni è stato bloccato e deviato dai vigili, accorsi anche dai comuni limitrofi per dare una mano ai colleghi a gestire l'emergenza viabilità che è durata tutta la giornata: solo questa mattina la strada, secondo l'ufficio tecnico di Albiate, dovrebbe essere riaperta alle auto.

Il cantiere è stato sequestrato ma verso le 15,30 alcuni operai dell'impresa sotto il controllo dei carabinieri hanno dovuto demolire un'altra parte del cornicione che era divenuto pericolante. In questo modo tutto il caseggiato ingabbiato per le opere murarie è stato messo in sicurezza.

I due operai erano dipendenti dell'impresa edile Mascheretti di Sovico, una piccola azienda che conta una dozzina di dipendenti, al la quale i proprietari del bar Maino, al piano terra della palazzina, avevano affidato i lavori per alzare il tetto di un piano: un lavoro cominciato da una quindicina di giorni con regolare licenza.

Gli operai avevano sistemato l'impalcatura sulla facciata agganciandola alla grondaia che però non ha retto il peso.

"Stavano facendo i lavori di ristrutturazione da giorni - spiegano due clienti del bar tabaccheria - e noi eravamo appena usciti quando abbiamo sentito un boato e del le grida. Siamo tornati sui nostri passi e abbiamo visto che l'impalcatura era caduta mentre qualcuno gridava aiuto e altri muratori accorrevano. Ci siamo resi conto subito della disgrazia tanto è vero che in tutta quella confusione sembrava che i morti fossero addirittura tre".

Sconvolti i vicini di casa dei due muratori. "Brava famiglia quella di Famulari -dice don Carlo Gussoni parroco della chiesa del Cristo Re dove si svolgeranno i funerali -: in paese è ancora vivo il ricordo dell'altro incidente, quello dello scorso mese a Triuggio, vittima un giovane, Roberto Motta".
Palmieri invece abita a Giussano, con la moglie e le figlie Fortunata, 27 anni, impiegata, e Daniela, 16 anni, studentessa, mentre Maria Rosa, la figlia ventiseienne è sposata. "Tutta brava gente e il signor Antonio è un gran lavoratore", commenta l'edicolante Gabriella Terraneo.

Mario Galimberti, Vito Golfrè
Albiate, 26 giugno 2002
da "Il Giorno"