Un fenomeno in crescita costante, lo rivelano le cifre.
Una persona a settimana si rivolge all'ufficio Cgil - Brianza per
«denunciare» le pressioni psicologiche subite sul luogo di lavoro. Le stesse
che portano alla semplice emarginazione, alla diffusione di maldicenze, all'assegnazione
di compiti dequalificanti sino alle ritorsioni sulle possibilità di carriera.
Stiamo in sostanza parlando di «mobbing» termine inglese che significa
aggredire un membro del gruppo sino a farlo uscire dal gruppo stesso; un abuso
di potere sul posto di lavoro che causa nell'aggredito sentimenti di
disperazione. umiliazione, vulnerabilità e stress.
Tanto da richiedere l'aiuto medico, psicologico e psichico.
Dal marzo 2000, gli uffici Politiche sociali di Cgil e Cisl - Brianza hanno
iniziato a raccogliere testimonianze di operai, piccoli e grandi imprenditori,
capi reparto, dirigenti (donne nella stragrande maggioranza) che iniziano un
vero e proprio percorso.
«Lo stesso parte dalla denuncia della situazione occorsa sul luogo di lavoro - spiega Danilo Villa della Cgil Brianza - per arrivare alla conciliazione, nei casi meno gravi, o al risarcimento per vie legali».
A rilevare che il fenomeno sia in preoccupante aumento, ma inversamente
poco conosciuto, si aggiunge la conferma dei dati registrati alla Clinica del
lavoro di Milano, negli ultimi tre anni.
«L'affluenza di pazienti è notevole - ha spiegato Gilioli - da noi si rivolgono dopo essere stati dal medico di famiglia e ogni giorno, per ipotesi di mobbing, si presentano 10 persone. Dal 1998 ad oggi abbiamo affrontato ben due mila casi».
«Nasce soprattutto quando si è di fronte a fusioni aziendali - spiega - che portano a esuberi. La vittima viene messa in un angolo, privata degli strumenti di lavoro e svalutata». «Lo stress, il disagio ed il malessere che si possono creare durante l'attività lavorativa sono fenomeni frequenti - ha aggiunto Curtò ma su questo sottofondo possono innestarsi intimidazione psicologica e fisica, fattori causali del mobbing. Spesso si arriva ad uno scontro continuo, anche per i motivi più futili, tra gli stessi colleghi di lavoro («mobbing orizzontale») e le persone colpite hanno risentimenti psichici derivanti proprio dall'incapacità di affrontare la situazione lavorativa».
«Serve una strategia di prevenzione - ha sottolineato (Curtò -con norme che devono essere condivise da tutti e alle quali bisogna attenersi».