30 maggio - 2 giugno 2003

Il Collettivo Monzese a Ginevra

Resoconto della nostra esperienza al G8 di Evian

30 maggio 2003

Nessun problema alla frontiera del Sempione, controllo documenti e via. Con la tenda abbiamo trovato posto a sud di Ginevra, a venti minuti di bici dal centro, presso il villaggio ZAAG: questo spazio adibito a campeggio non è mai stato interessato dalle perquisizioni della polizia, diversamente da quanto è successo a Losanna ed Annemasse. Nel pomeriggio del 30 abbiamo partecipato alla critical mass, che ha attraversato senza problemi molte delle strade principali di Ginevra: pensiamo che fossero presenti circa 250 persone. Assenti invece poliziotti o vigili, non sappiamo se il percorso fosse stato concordato, ma a giudicare dal traffico i cui ci siamo tuffati pensiamo proprio di no.

Critical mass a Ginevra

critical mass a ginevra

31 maggio 2003

Il 31 un lungo giro per la città per conoscere esattamente tutti i luoghi del controvertice: abbiamo visitato le due università in cui si tenevano le conferenze tipo Firenze (Uni Mail e Uni Bastions) su tematiche diverse (ad esempio l'annullamento del debito dei paesi in via di sviluppo), la Maisons des Associations (strada occupata dai banchetti di diverse realtà, come Global Radio, Global Resistance, etc..., impegnate nella presentazione dei propri progetti) ed infine siamo stati a lungo all'interno dell' Usine, il centro sociale. Qui c'era il media center, chiuso in quel giorno al pubblico, perchè nello stabile (molto grande e con spazi diversi) si svolgeva un concerto. Il posto ci ha fatto una grande bella impressione per l'organizzazione degli spazi e per la grande quantità di materiale informativo a disposizione dei manifestanti, un ottimo punto di riferimento. La sera non siamo tornati in città, ma siamo andati ad Annemasse per il concerto di Manu Chao, quindi nulla sappiamo dei primi problemi avvenuti tra forze dell'ordine e manifestanti e non possiamo esprimerci su quanto scrivono su Indymedia.

Conferenze a Ginevra

conferenze a ginevra

1 giugno 2003

La mattina della domenica il corteo è partito dal ponte di Mont-Blanc e si è avviato senza la scorta di nessun poliziotto lungo il percorso: il servizo d'ordine era affidato ai responsabili del Social Forum, quindi nessuno scontro, ma solo qualche azione dei cosiddetti black block, di lingua francese e tedesca (presumibilmente svizzeri) ed in gran parte molto giovani (sotto i venti anni).

Ponte Mont-Blanc

ponte mont blanc

Non siamo in grado di dare una stima delle persone presenti al corteo, sicuramente le adesioni non sono scese sotto le previsioni del Social Forum. Nessun problema neanche nel momento in cui il corteo partito da Ginevra si è unito ai manifestanti provenienti da Annemasse, cittadina francese che ospitava due villaggi antagonisti, che nei giorni precedenti avevano realizzato numerosi cicli di conferenze autogestiti. Arrivati alla frontiera la manifestazione si può considerare conclusa, noi ci dirigiamo verso Ginevra quando già in molti hanno intrapreso la strada del ritorno. Arriviamo verso le 16 nei pressi del Museo di Storia Naturale, dove sono presenti ingenti cordoni di polizia: subito appare chiaro che lì è successo qualcosa, restano segni di scontri e barricate, ma non sappiamo nulla delle dinamiche. Indy parla di atteggiamenti provocatori da parte delle forze dell'ordine, impossibile per noi giudicare, quando siamo arrivati era tutto relativamente tranquillo.

Cordoni di polizia a Ginevra

critical mass a ginevra

Proseguiamo verso il centro sociale superando una perquisizione e possiamo apprendere al media center (ora aperto al pubblico e da cui vi abbiamo mandato la mail) che nelle vie centrali della città si stanno sviluppando tafferugli e quindi ci dirigiamo verso i luoghi interessati, rinunciando alla cena presso l'Usine, scelta che si rivelerà provvidenziale. Situazione paradossale: un centinaio di persone fermo a una ventina di metri da un piccolo cordone di polizia: qualcuno lancia oggetti su poliziotti e vetrine, ma nessun intervento delle forze dell'ordine. La situazione si protrae per un'ora, alla fine i poliziotti abbandonano la strada. Resta però la concentrazione di manifestanti, ma molto alta è anche la presenza di gente comune ferma a guardare, per lo più divertita: da una via trasversale giunge all'improvviso una leggera carica di poliziotti con lacrimogeni e i manifestanti si disperdono senza alcun contuso: sono ormai le 19 e torniamo al campeggio. Siamo di nuovo in centro verso le 22 e notiamo che sono presenti a presidiare la città molti poliziotti tedeschi con mezzi pesanti (cannoni ad acqua di dimensioni impressionanti): nessun segno di tensione finchè non arriviamo all'Usine. Tavoli ribaltati, porta serrata, aria pesante: apprendiamo da attivisti italiani quanto accaduto all'ora di cena. La polizia, dopo aver accerchiato lo stabile in Place des Volontaires, è violentemente intervenuta all'interno del centro sociale alla ricerca di qualcuno, molti ragazzi hanno provato a resistere, ma alla fine i poliziotti sono entrati nel media center (poliziotti in "borghese", travestiti da black block).

Polizia a Ginevra

polizia a ginevra

Ci raccontano di danneggiamenti alle apparecchiature informatiche. Sono accorsi sul luogo numerosi legali del Social Forum, tra cui riconosciamo anche Heidi Giuliani, impegnati a raccogliere le testimonianze dei presenti. Questo agguato risulta ancor più ingiustificato se messo in relazione con quanto in quei momenti cominciava ad accadere lì vicino, più verso il centro di Ginevra e che si sarebbe prolungato per tutta la notte: in modo del tutto condivisibile Indymedia afferma:

nel tardo pomeriggio del 1 giugno, gli scontri tra polizia e manifestanti arrivano fino alla zona del media center di ginevra usine.
la situazione sembra abbastanza paradossale, il gruppo di persone che si fronteggia con la polizia, circa una quarantina, e' costituito in gran parte da minorenni, la tensione sale e scende tutte le volte che viene trovato e portato un nuovo cassonetto da cui prendere le bottiglie da tirare, la polizia rimane immobile durante i lanci e semmai dopo avanza sparando proiettili di gomma in aria. ciclicamente la scena si ripete.
la gente del quartiere guarda dalla finestra, molti si raccolgono in strada, a un incrocio di distanza.
nel frattempo la piazza del centro mediatico comincia ad essere circondata da cordoni della polizia, prima una strada, poi un'altra dello stesso lato, ma la gente nella piazza davanti e' relativamente tranquilla, si pensa a una misura dovuta agli scontri nella parallela, e arriva pure la cena.
intanto il gruppo di giovani, abbandona il fronte della polizia e si sposta piu' in giu' nella strada iniziando a devastare cio' che trovano, nessun edificio particolarmente significativo, e a costruire barricate.
aumentano i cordoni intorno all'usine, ormai sui 4 lati dell'edificio e anche sul ponte che collega con l'altra riva del fiume.
5 minuti prima che arrivi la polizia, il gruppo di cassieur era ancora in strada..
ad entrare nell'edificio e' un gruppo di polizia in borghese, il che significa vestita come manifestanti, che fa pressione alla porta, dove la gente dell'usine sta facendo cordone, parla con qualcuno di noi, fa per allontanarsi, si rigira e carica violentemente aprendosi la strada...

Scontri a Ginevra

scontria ginevra

Scontri a Ginevra

scontria ginevra

Alcuni ragazzi "giocavano" con i poliziotti fermi a guardare nei pressi di Place Bel-Air: con il tempo il gruppo si è fatto sempre più nutrito, comprendendo in maggioranza giovani che passavano per caso e spettatori divertiti da quanto accadeva. Al nostro arrivo nelle ricche vie centrali di Ginevra (ore 23, lasciato l'Usine dove non si poteva entrare), la massa era ormai composta da più di duecento persone. La polizia osservava da distanza le devastazioni e rispondeva con qualche botto assordante: nessuna carica, nessun ferito, nessun arresto. Bastava solo che le forze dell'ordine abbandonassero la zona degli scontri che la situazione si calmava.

Casseurs a Ginevra

casseurs a ginevra

Per due ore quindi non si può parlare di scontri, i "casseurs" continuavano ad agire indisturbati in un unico grande gruppo, cambiando obiettivo a seconda degli spostamenti della polizia: obiettivi non sensibili, ogni vetrina non coperta era buona per essere sfasciata, dal panettiere al grande negozio di marche famose. Uno spettacolo allucinante, nella via più prestigiosa, Rue de la Croix d'Or.

Scontri a Ginevra

scontria ginevra

La situazione è degenerata verso l'una di notte quando un "passage" è stato letteralmente devastato e saccheggiato, dopo che la polizia aveva abbandonato questi luoghi. Eravamo increduli davanti allo spettacolo: per un quarto d'ora una delle vie più chic di Ginevra è stata lasciata libera e questo ha esaltato il gruppo di vandali. Dopo un pò la situazione è cambiata, quando per la via hanno cominciato a sfrecciare le camionette e le volanti, una prima carica ha allontanato tutti, noi compresi, dal "passage" in questione.

Ginevra: usine

ginevra: usine

Ci ritroviamo quindi lontani dalla zona più calda e si può comunque capire che la polizia spara botti e lacrimogeni: quando proviamo ad avvicinarci una volante ci taglia la strada, scendono in due e altri arrivano su uno scooter in borghese, bloccano a terra un ragazzo che correva. Manette e via sulla volante, mentre ad una decina di metri osserviamo la scena, attenti a verificare le "modalità" dell'operazione, in questo caso non troppo violenta. La volante corre via e noi proseguiamo verso il centro da cui vediamo avanzare lentamente uno sparuto gruppo di poliziotti: arrivano a trenta metri da noi ed altri curiosi, siamo fermi e guardiamo, loro si fermano, attendono ed alla fine sparano botti che ci fanno allontanare. E' chiaro che vogliono tenere tutti fuori dal centro: le vie che portano al cuore della città sono piene di fumo di lacrimogeni. Ce ne andiamo definitivamente verso le 2.30, mentre altrove ancora ci sono ancora disordini (vediamo muoversi anche i pompieri).

2 giugno 2003

La mattina del 2 giugno torniamo sui luoghi degli scontri dove fervono i lavori degli operai: nella zona di rue de la Croix d' Or quasi ogni vetrina che non fosse stata preventivamente protetta con legno viene rimossa perché danneggiata, le vie che costeggiano il fiume presentano numerosi buchi dovuti alla rimozione di sanpietrini, i giornali accusano sia casseurs che poliziotti (giudicati troppo permissivi). All'Usine l'atmosfera è ancora tesa, non tutti possono entrare.

Scontri a Ginevra

scontria ginevra

Apprendiamo da alcuni comunicati scritti sui pannelli protettivi delle vetrine che i commercianti hanno indetto per la sera del 2 una sorta di manifestazione di protesta per quanto è accaduto: invitano tutti a riappropriarsi della strada per evitare che di nuovo tornino in azione i casseurs. Da quanto possiamo capire, sembra che stampa e ginevrini si siano espressi sui fatti della notte senza screditare in toto il movimento "altermondialiste", ma distinguendo bene i casseurs da tutto il resto del popolo dei manifestanti. Tornati in Italia abbiamo appreso che televisioni e stampa avevano attuato una sorta di censura su quanto avveniva ad Evian e dintorni, mantenendo un atteggiamento opposto a quanto avvenuto in occasione del G8 tenutosi a Genova nel 2001: soltanto qualche riferimento alle discussioni dei grandi e qualche immagine degli scontri, pane per i denti di chi vive di facile pregiudizi.

Scontri a Ginevra

scontria ginevra

Per questo abbiamo preparato questa breve relazione: per fare informazione dal basso, per parlare dell'esistenza di un controvertice, per ricordare che a Ginevra realtà di tutta Europa, dell'Africa e dell'America Latina hanno manifestato unite urlando l'illegittimità di questo G8. Vi abbiamo segnalato le pagine di Indymedia di cui possiamo confermare il contenuto. Potrete trovare su questo sito di informazione indipendente tutto quanto riguarda questo G8, tutto quello che noi non abbiamo vissuto in prima persona: oltre a Ginevra, anche a Losanna moltissimi attivisti si sono impegnati in azioni di boicottaggio e disobbedienza contro lo svolgimento dl vertice, subendo una violenta repressione. Di questo G8 si è davvero parlato troppo poco, ma la strategia del silenzio è in mano ai potenti e serve dunque contrastarla.

Collettivo Monzese
Monza. 12 giugno 2003
mail: "Collettivo Monzese"