La "Carta dei Diritti": un pezzetto di formaggio sul fondo di una trappola che consentirà la liberalizzazione selvaggia del mercato

Contro il vertice di Nizza

        La scarsa informazione, gli opportunismi preelettorali, le becere sparate della Lega hanno convinto quasi tutta la sinistra italiana, con la sola eccezione di Rifondazione comunista, a schierarsi a favore del vertice di Nizza, che si riunirà il 7 e 8 dicembre e deve tra l'altro approvare la famosa "Carta dei Diritti". Sulla "Carta dei diritti", il pezzetto di formaggio messo in fondo alla trappola perché ci infiliamo la testa e la facciamo scattare, torneremo più avanti. Il fatto è che non solo di questo si occuperanno gli eurocrati. All'ordine del giorno vi è la modifica dell'articolo 133 del trattato di Amsterdam, patrocinata dal commissario europeo Pascal Lamy. Come è noto, l'articolo 133 regola le relazioni tra i paesi membri dell'Unione e la Commissione europea in materia di commercio estero e stabilisce la "responsabilità condivisa" (mixed competence) tra la Commissione e i governi per quanto concerne i servizi, gli investimenti e la proprietà intellettuale, lasciando ai parlamenti nazionali la possibilità di respingere gli accordi conclusi in sede europea, mentre, secondo una sentenza della Corte europea di giustizia,  i beni industriali (ma soltanto quelli!) sono sottoposti alla regola della "maggioranza qualificata", che dà ampi poteri alla Commissione. Da tempo il commissario Lamy si batte perché il regime di "maggioranza qualificata" sia esteso anche ai settori che erano sottosti a quello di "responsabilità condivisa": servizi, proprietà intellettuale e investimenti. Per "servizi" si intendono fra l'altro la salute, l'educazione, gli audiovisivi, l'ambiente, i trasporti e tutti i servizi pubblici. Nella "proprietà intellettuale" rientra la spinosa questione degli OGM. A Nizza il governo francese proporrà tre "opzioni" che hanno la comune caratteristica di estendere i poteri della Commissione. Vediamo di che si tratta.

        La prima opzione si articola in due varianti, una delle quali limita il regime di "maggioranza qualificata" ai servizi e alla proprietà intellettuale. Si tratta, per altro, di una lustra, dato che l'accordo generale sul commercio (AGCS/GATS) protegge gli investimenti stranieri nella parte riguardante i diritti alla "presenza commerciale". La seconda opzione prevede, in aperto contrasto con la sentenza della Corte europea di giustizia, che i paesi membri possano modificare l'articolo 133 a maggioranza qualificata, affinché includa i tre settori attualmente esclusi. La terza opzione riguarda i negoziati condotti in sede OMC, dove la Commissione avrebbe pieni poteri, con mandato stabilito a maggioranza qualificata, su tutti gli accordi, compresi quelli concernenti  i servizi, la proprietà intellettuale e gli investimenti, e rappresenterebbe gli stati membri di fronte all'Alta Corte dell'OMC, che decide sulle controversie.

        Si tratta, in definitiva, della liberalizzazione selvaggia del commercio, essendo note le radicali convinzioni neo-liberiste della Commissione e la sua subordinazione alle richieste delle multinazionali. Ritorna, sotto altra veste, il famigerato AMI.

        Questo, il prezzo imposto per l'approvazione della "Carta dei Diritti", della quale si è detto che, per quanto debole, rappresenta un primo passo nella direzione giusta. Ma la "Carta dei diritti" non è soltanto debole: è anche ricca di insidie. Tanto per citarne una, il "diritto al lavoro" è diventato "il diritto di lavorare e di esercitare una professione liberamente scelta" e non per caso è stata inserita nel capitolo "Libertà". La sottile differenza consiste nel fatto che il diritto ad avere un lavoro è cosa diversa dal diritto a lavorare... quando se  ne ha occasione. I diritti delle donne si riducono a quello di "sposarsi e fondare una famiglia". I migranti avranno soltanto diritto a non "essere espulsi collettivamente". E così via.

        Il gioco vale la candela?

         Contro il vertice di Nizza ATTAC ha indetto una mobilitazione che condurrà nella città migliaia di dimostranti. Se ne veda l'appello a http://attac.org/fra/asso/doc/doc35.htm. Dopo matura riflessione, "Controcorrente" ha deciso di aderire senza riserve alla manifestazione. A questa decisione, determinata dalle considerazioni pratiche di cui si è detto, hanno contribuito inderogabili motivi di principio. Se Lamy dovesse averla vinta, importanti decisioni sarebbero interamente sottratte alle istituzioni rappresentative (o che dobbiamo sforzarci di rendere davvero tali) ed affidate a un organismo burocratico che rappresenta soltanto se stesso e le multinazionali che condizionano le sue scelte, col risultato di accelerare il rapido tramonto della democrazia verso cui l'Occidente sembra avviato.

Giorgio Cadoni
professore di
Storia della filosofia politica presso l'Università di Roma
Roma, 4 novembre 2000 (per cortesia di: http://utenti.worldonline.it/outis/controcorrente.html)

Per saperne di più si vedano i numerosi articoli pubblicati da ATTAC:

http://attac.org/listfr.htm (in particlare Couriliel 174 e 1819)
Sugli accordi internazionali: http://attac.org/fra/themes/mondialisation.htm e
http://attac.org/fra/themes/mondialisation/accords.htm