Il 2 e il 3 marzo a Bologna i
Social forum italiani si incontrano per gettare le
basi del Forum sociale europeo. Un'idea lanciata a
Porto Alegre, per fare anche noi la nostra parte e
dare forza politica, struttura e cuore al nuovo
mondo possibile.
Proprio qui, nella nostra
Europa dei potenti, possiamo trovare le chiavi per
disinnescare i meccanismi dell'economia
neoliberista che nel Sud come nel Nord del mondo
opprimono e uccidono donne, uomini e bambini,
ampliando il divario tra poveri e ricchi, minando
alla base le garanzie dei diritti umani
universalmente riconosciuti, distruggendo
l'ambiente con consumi e produzioni insostenibili,
minacciando la stessa democrazia. Le colpe dei
nostri governi sono evidenti.
Di questo ci
sentiamo responsabili. Per questo, a Genova come a
Porto Alegre, ci siamo impegnati. Per un
cambiamento possibile, come ci hanno insegnato le
lotte e la resistenza di tanti movimenti di base
del Sud del mondo. Qui e ora.
Ma, dopo Genova,
tanti compagni di strada si sono allontanati.
Spaventati dalla violenza della repressione, ma
anche diffidenti rispetto a meccanismi di
rappresentanza del movimento e di scelta dei
contenuti e delle azioni, tanto informali da
sembrare poco trasparenti. A Porto Alegre siamo
stati insieme, a Bologna saremo insieme, ma solo
se saremo davvero tutti, condividendo uno stile
nonviolento nella nostra iniziativa politica dal
quale non vogliamo prescindere.
Una
partecipazione orizzontale, senza relatori o
portavoce non scelti da tutti, in un confronto
aperto che si costruisca lì, tra tutte le realtà
presenti, impegnandoci ad allargare, a tornare a
quella pluralità che aveva dato forza e spessore
al Genoa social forum. Insieme con le nostre
storie, politiche, valori, fedi, convinzioni tutte
sullo stesso piano, compagni, compagne, fratelli e
sorelle.
Tutti dentro al Forum, con regole
certe e condivise da tutti, perché il vero Forum
resta fuori, nelle strade e nelle piazze, nelle
periferie e nelle stanze del potere, nei campi, in
fabbrica, nelle case e sotto i cartoni, nei luoghi
della preghiera e della disperazione. Ma solo
insieme.
Rita Borsellino - vice presidente associazione Libera; mons. Vinicio Albanesi - presidente Coordinamento nazionale delle Comunità di accoglienza e presidente Comunità di Capodarco; don Luigi Ciotti - Gruppo Abele; Sabina Siniscalchi - Mani Tese, Rete di Lilliput; don Alessandro Santoro, comunità di base Le Piagge, Firenze; Marina Ponti - Tavola della pace; Gianfranco Bologna - WWF, Rete di Lilliput; Antonio Vermigli, Rete Radié Resch - Rete Lilliput; Nicoletta Dentico - direttore Msf; don Tonio DellOlio - coordinatore nazionale di Pax Christi; Giovanni Colombo - presidente Rosa Bianca; don Beppe Stoppiglia - Fondatore Associazione Macondo; Giancarlo Malavolti - Cospe; Giovanni Avena - Adista; Jason Nardi - Unimondo; Cristiano Lucchi - L'Altracittà; Stefano Simoni; Nodo Rete Lilliput Pistoia; Luca Mucci - Modena Terzo Mondo; don Paolo Tofani, parroco di Agliana; prof. Michele Sorice, Università La Sapienza di Roma; prof. Guido Formigoni - Iulm di Milano; prof. Andrea Pase - Università di Padova; prof. Sergio Brancato - Università La Sapienza di Roma