Nel capoluogo ligure i potenti del mondo si vedranno contestati da una plurale e vastissima rete di soggetti reali
La protesta anti-liberista di luglio e i suoi popoli

Il 16 luglio saranno le donne a prendersi la città di Genova. Il 19 saranno invece i migranti, contro cui già lo scorso giovedì a Roma si sono esercitati i primi esperimenti di repressione violenta in questa fase post-elettorale. Il 20, sarà l'intera altra Genova, multiculturale, multicolore e anti-liberista, a guastare la "festa" degli 8 Grandi del mondo, che inizieranno quel giorno il loro vertice sul futuro del mercato del lavoro, dello sfruttamento delle risorse dell'ambiente, delle migrazioni, della "sicurezza", della difesa e dell'educazione.

Ma sarà il 21luglio che la forza del movimento alternativo alla globalizzazione liberista si farà sentire davvero: sarà un grande e pacifico corteo di centomila persone, assicurano gli organizzatori.

Già adesso, che al G8 di Genova e alla sua contestazione mancano ancora due mesi, proprio i soggetti organizzatori rappresentano un vero e proprio "mondo di molti mondi" . Il primo nucleo genovese, promotore del Genoa Social Forum, era formato infatti da Rete ControG8, Arci, Acli, Ri fondazione comunista, Rete Lilliput, Cgil lavoro e società, Legacoop ligure delle cooperative sociali, i centri sociali Talpa e Orologio, Terra di Nessuno e Zapata, la Banca etica, associazioni diverse come Ya basta!, Mani Tese, Altrimondi, Medici per l'Ambiente o Per il rinnovamento della Sinistra, flno ai Giovani socialisti, alla Sinistra giovanile e alla Federazione delle Chiese Evangeliche regionale.

A livello nazionale il panorama si è confermato, con tutto il blocco delle associazioni impegnato a costruire anche dalle altre città il proprio apporto alla mobilitazione, a partire dalle "reti" come Lilliput fino a Pax Christi, ai Beati Costruttori di Pace e all'Assopace, alla rivista "Nigrizia" all'Uds, alle Botteghe dei Mondo all'Arci che col presidente Tom Benettollo si è esposta direttamente nella battaglia di pressione sulle autorità per consentire l'agibilità delle proteste. Senza parlare, ovviamente, di Rifondazione (e dei suoi Giovani comunisti) che sta facendo di Genova un punto centrale della sua iniziativa generale - come mostra l'impostazione data da Fausto Bertinotti alla stessa interlocuzione con le altre sinistre dopo la sconfitta dell'Ulivo -, e che vi porterà tutto il peso e tutti i significati della sua piattaforma politica e del "popolo" che la anima.

Poi la rivista "Carta" e i Cantieri sociali, impegnati fortissimamente nella costruzione dei comitati locali di costruzione delle giornate del "Genoa Social Forum' nell'elaborazione delle proposte e in appuntamenti nazionali di preparazione programmatica come il "Cantiere di Siena' dedicato alle risposte all'approccio dei Grandi al capitolo educazione, che si svolgerà già da venerdì a domenica prossimi nell'Ateneo della città toscana, in collaborazione con l'istituto Franco Fortini. E poi, ancora, i centri sociali provenienti dall'esperienza della "Carta di Milano" - come il Leoncavallo, il melting dei centri del Nordest e il Corto Circuito di Roma -, ma anche ad essa esterni. E le "tute bianche", spesso collegate all'associazione "Ya Basta! " ma non solo. Infine, prima ancora dell'importante adesione della FIOM - CGIL, realtà sindacali come la nuova Confederazione Cobas.

Ma c'è anche la Rete italiana delle Marce europee. Con essa, lo stesso tessuto continentale delle Marce europee contro disoccupazione, precarietà ed esclusione, che a Genova ha dedicato la sua grande campagna del 2001. Quindi, una rappresentanza del movimento indigeno messicano e dell'EZLN del subcomandante Marcos.

Tutto questo saranno i giorni del "Genoa Social Forum". E molto altro: cioè tutta quell'articolazione sociale e di culture che si aggiunge sempre più vasta all'"onda" del movimento avviato a Seattle. Ad esempio e dunque, per ultime ma non ultime, le articolazioni e le culture del movimento delle donne: la loro Marcia Mondiale si trasferisce a Genova già a metà del prossimo mese, così come avvierà le giornate di luglio. E già soltanto chiesto aspetto determinante, insieme al panorama complesso e vastissimo dei soggetti coinvolti, dovrebbe far capire quanto poco il "popolo antiG8" possa essere ridotto alla macchietta dei ''residuali" ccl "ed "oltranzistì" che gli allarmismi istituzionali italiani sembrano voler dipingere.

Anubi D'Avossa Lussurgiu
Roma, 20 maggio 2001
da "Liberazione"