Documento della CGIL - Brianza

FERMIAMO LA GUERRA

La crisi economica che attraversa gli Stati Uniti d’America, l’Europa e i Paesi industrializzati, e che determina una stagnazione su scala mondiale, è figlia del fallimento di un modello di sviluppo ritenuto erroneamente illimitato, e, per questo ottusamente subordinato ad una sempre maggiore globalizzazione incontrollata del sistema finanziario e a un liberismo senza regole.

In questo contesto il ricorso al conflitto bellico rischia di  diventare uno degli strumenti politici dentro il quale ridefinire o consolidare vecchi e nuovi poteri economici, finanziari .

L’assordante rumore del conflitto bellico ci accompagna, quindi, nel nostro vivere e agire quotidiano. Dall’Iraq alla ex Yugoslavia; dall’ Afghanistan alla Palestina,e forse, di nuovo in Iraq.

Voci sempre più insistenti delineano un possibile attacco anglo-statunitense contro l’Iraq. La potente armata americana è di nuovo pronta ad attivarsi per portare morte, sofferenza, distruzione di civiltà e diritti.

Il comitato direttivo della CGIL Brianza invita tutti i lavoratori, pensionati e giovani ad opporsi , come abbiamo fatto in questi anni, a questa eventuale  guerra e a tutte le guerre, nel rispetto e in attuazione dell’art. 11 della nostra Carta Costituzionale.

Il comitato direttivo ritiene altresì gravissimo e inquietante il discorso fatto  alle Camere  dal Presidente del Consiglio in merito alla questione irachena, nel quale, con ragioni strumentali  e atteggiamenti servili,  dà per scontato il conflitto bellico, mentre intercorrono faticosi tentativi dell’ONU e di larga parte dei paesi del mondo, per scongiurarlo.

Il regime di Saddam Hussein, come tutti i sistemi autoritari e dittatoriali va contrastato con l’utilizzo degli strumenti  di cui disponiamo: la politica, il dialogo, il diritto  e la giustizia penale internazionale.

Cosi come il terrorismo deve essere estirpato. Ferma e netta rimane la  condanna della CGIL  ad  ogni forma di terrorismo e di violenza; costante il nostro impegno perché venga sconfitto. I regimi dittatoriali e il terrorismo costituiscono una seria minaccia alla democrazia, alla libertà e alle conquiste sociali e civili; ma, proprio per queste ragioni rifiutiamo il ricorso alla guerra come strumento per dirimere controversie internazionali e per combattere il terrorismo.

La guerra è sempre distruzione di persone, diritti e civiltà, per questo rischia di essere, oltre che inefficace come dimostra la recente esperienza dei bombardamenti in Afghanistan, controproducente, in quanto alimenta spirali di odio e determina condizioni nelle quali, trovano giustificazione e, magari consenso, frange estremiste e fondamentaliste.

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Questa particolare guerra, che viene definita dagli Stati Uniti, “preventiva” e neppure formalmente , attivata da ragioni “etiche o umanitarie”, non si propone, ne esplicitamente ne implicitamente di sanare un torto o ripristinare un diritto inviolato.

Nasce unicamente dalla volontà di dominio e di controllo del Governo statunitense su una regione chiave per quanto riguarda le fonti energetiche e il petrolio.

La teorizzazione di una guerra “preventiva” non è prevista dalla carta delle Nazioni Unite, ne da nessun trattato di  diritto internazionale, cancella di fatto la dottrina della legittima difesa, determina una destabilizzante in tutti i paesi del mondo e un  colpo mortale alla pace, al diritto e alla sicurezza.

Per questo nonostante le richieste degli Stati Uniti d’America non potrà essere legittimata da nessuna risoluzione del Consiglio di  Sicurezza delle Nazioni Unite.

Nel riconfermare la  contrarietà alla guerra, la CGIL Brianza è impegnata a sostenere tutte le iniziative e le soluzioni diplomatiche che l’ONU predisporrà nel difficile  tentativo di evitare un nuovo conflitto in Iraq.

La CGIL Brianza è comunque consapevole che in altri scenari mondiali molti problemi rimangono aperti:

Inaccettabile sarebbe inoltre la decisione del Governo Italiano di aumentare la presenza militare in Afghanistan, senza una esplicita richiesta delle Nazioni Unite.

Va ricordato infatti che l’attuale presenza del nostro contingente militare in quel paese era stata esclusivamente motivata da ragioni umanitarie e di mantenimento della pace come richiesto dalla comunità internazionale.

Per sconfiggere la logica della violenza, della guerra e del terrorismo, il comitato direttivo della CGIL Brianza ritiene urgente e indispensabile una mobilitazione generale delle coscienze dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani; per questo il comitato direttivo si impegna ad assumere e promuovere tutte le iniziative necessarie per contrastare qualsiasi ipotesi di nuovo conflitto in Iraq, caratterizzando in tal senso anche lo sciopero generale del 18 ottobre.

CGIL - Brianza
Monza, 2 ottobre 2002