I costi della guerra del Golfo sono stati di 40 miliardi di dollari cioè 42 miliardi di euro cioè 80.000 miliardi di lire
Verrebbe spontaneo dire che i 40 miliardi di dollari siano stati pagati dagli Usa ma ciò è vero solo in parte.
Infatti:
il 25% dei costi è stato coperto dagli Usa (10
miliardi $)
il 75% dei costi è stato coperto dai Paesi arabi,
in particolare dal Kuwait e Arabia Saudita (30 miliardi $)
Il prezzo del petrolio, prima della guerra, era di circa 15 $ al barile ma con la guerra del Golfo è lievitato fino a 42 $ al barile, generando un guadagno extra stimato attorno ad almeno 60 miliardi $.
Nei Paesi arabi vige la legge del fifty-fifty: 50% al governo locale, 50% alla multinazionale che controlla il giacimento.
Quindi …
Guadagno netto del rincaro del petrolio: 60 miliardi
$
30 miliardi $ alle compagnie
30 miliardi $ ai governi dei paesi arabi
In Medio Oriente l'estrazione e il commercio del petrolio è totalmente in
mano alle 7 Sorelle (Schell, Tamoil, Esso, …), tutte americane, di cui 5 di
proprietà statale americana. Queste attività generano 30 miliardi $
di guadagno che vengono così ripartiti:
circa 21 miliardi $ al governo americano,
circa 9 miliardi $ a privati americani
Facciamo un po' di conti (in miliardi di dollari):
SPESE DI GUERRA |
GUADAGNO DAL RINCARO DEL PETROLIO |
DIFFERENZA | |
Paesi Arabi | 30 | 30 | 0 |
Governo USA | 10 | 21 | +11 |
Privati USA | 0 | 9 | +9 |
Adesso tutto è chiaro:
Gli Usa hanno guadagnato 20 miliardi $ dalla guerra!
Altro che liberare il Kuwait.
Ma non è ancora finita...
Quelli che utilizzano il petrolio cioè noi!!!
Quindi gli Usa tra aumento del prezzo del greggio e guadagno dall'indotto bellico hanno guadagnato 11 miliardi $ direttamente 49 miliardi $ dall'indotto!!!
Nell'industria bellica che è quasi totalmente americana!!!
E' facile immaginare come la Guerra nel Golfo, nel 1991, sia stata combattuta esclusivamente per questi motivi economici e non per qualche fine "umanitario" o in "difesa della libertà".
Ma adesso risulta facile anche capire altri due fatti di attualità: il perché della guerra in Afghanistan e della probabile nuova guerra in Iraq.
In particolare, la guerra in Afghanistan aveva come principale obiettivo l'instaurazione di un governo fantoccio che desse il via libero alla costruzione di un oleodotto (di proprietà americano) lungo 2.500 Km attraverso il suo territorio.
Questo oleodotto, di importanza strategica, ha come unica alternativa la costruzione di un altro oleodotto, lungo 5.500 km, enormemente più costoso da costruire e mantenere a causa delle tasse che i paesi attraversati imporrebbero agli Usa.
Molto più facile radere al suolo un paese già martoriato da trenta anni di guerra e renderlo una propria dependance, con la possibilità di costruire e gestire l'oleodotto-scorciatoia in tutta tranquillità.
Per capire come mai Bush jr. voglia attaccare di nuovo l'Iraq bisogna invece sapere che gli USA sono in rotta con i loro maggiori fornitori di petrolio nell'area meridionale: l'Arabia Saudita.
La rottura sta diventando insanabile sia perché l'Arabia Saudita è uno dei paesi maggiormente coinvolti nel terrorismo di Bin Laden, sia perché l'opinione pubblica internazionale è schierata in massa contro questo paese a causa del mancato rispetto dei più elementari diritti umani.
Per l'amministrazione Bush si è quindi creato un obiettivo prioritario: cercare una alternativa petrolifera all'Arabia Saudita nell'aria mediorientale.
Il modo più facile, ovviamente, è fare una guerra all'Iraq e istaurare un
regime fantoccio alla dipendenza diretta degli stessi Usa
La domanda che sorge spontanea è perché l'Iraq?
Per tre semplici motivi:
In più negli ultimi tre mesi è scoppiata in tutta la sua drammaticità la rivolta sociale in Venezuela, in seguito alle disastrose condizioni di vita della popolazione dettate dalle multinazionali statunitensi del petrolio.
Il Venezuela è infatti il maggior rifornitore di greggio degli stati Uniti, cercare un'alternativa ad Arabia Saudita e Venezuela è diventato quindi l'oggetto prioritario dell'amministrazione Bush.