Dove sono le mappe? Semplice, negli archivi informatici americani.
Bosnia, le menzogne Nato sulle difficoltà nell'identificare i luoghi bombardati nel '94-'95 accrescono il sospetto che i soldati italiani siano stati spediti dagli Usa nelle zone contaminate
Proiettili, torna il muro di gomma

Nel bubbone dei casi di leucemia tra i soldati italiani e Nato, venuto allo scoperto in questi ultimi mesi, si stanno prefigurando schieramenti e posizioni molto pericolose per l'accertamento della verità.

Solo ora questo problema, ritenuto dapprima una favola metropolitana e come tale trattato dai responsabili politici e militari, incomincia a delinearsi nella sua complessità, facendo scoprire un numero sempre più ampio di soggetti che sapevano dell'uso dei proiettili all'uranio, che avevano pianificato le operazioni belliche e che si erano poi assunti la responsabilità di inviare truppe nei territori colpiti da queste armi senza prendere particolari precauzioni per i propri soldati.

L'organigramma di tutti questi soggetti va oltre quello della struttura militare della Nato alla quale l'Europa di Maastricht aveva “appaltato” il compito di pacificare “manus militari” il continente balcanico.

L'insieme delle responsabilità è complesso ma si può semplificare in due livelli: il primo comprende chi ha deciso l'uso di queste armi, il secondo di chi sapeva e non ha avvisato le truppe che venivano inviate come contingenti di pace in quelle zone.

Nel momento in cui nomi importanti stanno cominciando a saltar fuori, la struttura militare Nato fa quadrato intorno ad essi, chiedendo solidarietà al livello politico dei governi nazionali.

La Nato, in queste ore, ancora una volta smentisce l'evidenza ed afferma l'innocuità dei proiettili all'U-238 e contemporaneamente incomincia a sollevare cortine fumogene sul caso, mentre parla di totale trasparenza.

Già le dichiarazioni sui tempi lunghi e difficoltà nel fornire dati sui luoghi bombardati nella Bosnia del 94-95, sono indicative di come si stia davanti alla solita strategia delle stragi “atlantiche”. «E' difficoltoso reperire dati di 5-6 anni fa»: questa la dichiarazione degli esperti Nato in queste ultime ore. E' una menzogna. La struttura operativa di ogni missione militare Nato ed in particolare americana è di una complessità incredibile e su essa i meccanismi di registrazione dati, analisi e studio, archiviazione sono codificate secondo norme ben precise e svolte da più soggetti, non solo militari. «Se ogni proiettile è pagato dal contribuente americano è giusto che si sappia come viene impiegato!». In questo la “democrazia americana” ha dei lati positivi e fisco e senato americano sono sempre pronti a chiedere il conto.

Andiamo sul concreto: volete sapere dove furono sparati i proiettili all'Uranio dagli A-10 del 51 Wing, di stanza ad Aviano nel 95? Le loro missioni schedulate le troverete negli uffici di pianificazione Nato di Bruxelles, ai quali meticolosamente da Aviano venivano inviati i dati delle missioni effettuate, di quelle abortite a causa di guasti o maltempo, nome e grado dei piloti che le avevano compiute, percentuale di successo e scostamento in metri tra bersaglio mirato e bersaglio effettivamente colpito.

Non se ne trovano più a Bruxelles perché la signora delle pulizie li ha inopportunamente cestinati? Chiedeteli all'archivio dell'Ufficio operazioni della Vª Ataf di Vicenza che era il diretto responsabile di quelle missioni! Sono state fatte le pulizie di primavera e forse sono state cestinate anche lì?

Ebbene rivolgetevi all'archivio dell'ufficio operazioni del 51° Wing dove troverete: rapporto compilato a mano degli equipaggi degli aerei, rapporto dell'ufficiale dell'ufficio operazioni coadiuvato, a richiesta, dallo psicologo militare, rapporto del responsabile armamenti del gruppo, video registrazione del colloquio orale tra piloti e ufficio operazioni nel dopo missione, schedulamento della pianificazione della missione, video registrazioni delle telecamere collegate al lancio dei missili a guida laser Maverick e allo sparo del cannoncino Avenger degli A-10 munito di proiettili all'uranio.

E' una quantità enorme di materiale che gli americani archiviano e catalogano, seguendo una prassi consolidata dalla Seconda Guerra Mondiale. Presso gli archivi Usaf troverete tutti i dati relativi ad ogni missione di ogni Fortezza Volante che oltre cinquant'anni fa bombardò il suolo europeo, figurarsi se si sono smarriti quelli delle missioni Nato di cinque anni fa!

E' materiale archiviato in maniera informatica e quindi reperibile in tempo reale se realmente la Nato e gli Usa lo vogliono, ed è impossibile parlare di tempi lunghi, salvo che il solito segreto militare non serva per affossare le inchieste in corso. L'impressione che si trae da queste dichiarazioni è che, far saltar fuori oggi questi dati, potrebbe confermare che i nostri soldati furono mandati ad occupare ed a vivere a stretto contatto con siti militari e civili ancora fumanti dai bombardamenti Nato all'Uranio.

Certo sarebbe interessante incrociare quei dati con gli statini di servizio dei militari colpiti da leucemia, purtroppo però, come capita in tanti casi di stragi da inquinamento ambientale, le vittime non possono rispondere su che mansioni avevano o cosa hanno fatto giorno per giorno lì in Bosnia, poiché sono morte.

A questo punto occorrerà interrogare gli excommilitoni sperando che essi non si sentano vincolati dalla divisa (se sono ancora sotto le armi) o che non abbiano cancellato dalla memoria fatti che se non visti dall'occhio dello specialista sarebbero stati ritenuti ininfluenti o inutili da ricordare.

Antonio Camuso
Osservatorio sui Balcani di Brindisi
Brindisi, 9 gennaio 2001
articolo da "Liberazione", 9 gennaio 2001