La maggioranza di centro - destra tenta di truffare il Consiglio presentando 92 emendamenti sottoscritti in bianco da sei consiglieri della Cdl

Milano, la notte degli imbrogli

I gruppi consiliari di opposizione hanno proclamato una mobilitazione generale della città

La maggioranza di Albertini tenta di truffare il Consiglio Giovedì notte al Consiglio comunale di Milano la maggioranza di centrodestra guidata dal sindaco Albertini ha violato qualsiasi regola democratica, e forse la legge, cercando di imbrogliare i cittadini milanesi e di impedire ai gruppi di Rifondazione comunista e dell'Ulivo di esercitare democraticamente il loro ruolo di opposizione consiliare.

Prc, Ds, Margherita, Verdi, Miracolo a Milano e Lista Di Pietro avevano presentato alle ore 16, termine ultimo utile, oltre duemila emendamenti sul bilancio preventivo comunale.

Nel corso della serata, tra le fila dell'opposizione nasceva il sospetto che anche la maggioranza ne avesse presentato qualcuno, ma in maniera "strana".

Sospetto fondato: sarebbe poi emerso che la maggioranza stava tentando di truffare il Consiglio presentando 92 emendamenti sottoscritti in bianco da sei consiglieri della Cdl, pronti per essere compilati fuori dalle regole e presentati successivamente ai tempi stabiliti al solo scopo di tentare illegittimamente di cancellare gli emendamenti dell'opposizione.

Si sono viste scene incredibili nella notte più lunga del Palazzo più prestigioso di Milano. Funzionari del Comune che si allontanavano precipitosamente per impedire ai nostri consiglieri di visionare gli emendamenti presentati dalla maggioranza.

Il presidente del Consiglio comunale, il forzitaliota Luigi Marra, che impediva ai consiglieri di sinistra di verificare la regolarità dei documenti. Gravissimi i tentativi di Marra e degli altri di mettere in dubbio l'esistenza dei falsi emendamenti.

La situazione si è trascinata fino alle tre del mattino, con i consiglieri di Rifondazione comunista che insieme ad alcuni consiglieri dell'Ulivo presidiavano gli uffici comunali per evitare che esponenti del "Polo delle Libertà" facessero irruzione per sottrarre gli emendamenti fuori legge.

Alla fine siamo riusciti a visionare i documenti, poi sequestrati dai vigili urbani, scoprendo che gli emendamenti in bianco esistevano davvero. I gruppi dell'opposizione hanno presentato un esposto alla magistratura perché verifichi gli eventuali reati, anche penali, commessi dai consiglieri di maggioranza, dalla presidenza del Consiglio comunale e dai funzionari. Se le nostre accuse troveranno conferma, il voto sul bilancio potrebbe slittare oltre il termine previsto del 31 marzo, e questo porterebbe al commissariamento del Comune per un intero anno.

I consiglieri di Rifondazione comunista e del centrosinistra hanno sottolineato la gravità dell'accaduto, la violazione delle regole democratiche, il tentativo di truffa perpetrato dalla cosiddetta Casa delle Libertà. Sono venute meno le garanzie di funzionamento democratico delle istituzioni milanesi, quel minimo rapporto di fiducia che deve esistere tra maggioranza ed opposizione in una assise quale il Consiglio comunale.

Rifondazione comunista ritiene che non ci possa essere alcun confronto con chi viola le regole e adopera l'arma dell'inganno. I primi ad essere colpiti gravemente sono i cittadini milanesi. I responsabili dell'accaduto, primi tra tutti il presidente del Consiglio comunale e il presidente della commissione Bilancio si devono dimettere, lo stesso sindaco Albertini deve essere considerato responsabile dell'accaduto e trarne le dovute conseguenze.

Il fattaccio di giovedì è l'epilogo di una dura battaglia che i gruppi consiliari di Rifondazione e dell'Ulivo conducono da qualche mese contro la maggioranza del sindaco Albertini in difesa della democrazia e del ruolo democratico del Consiglio.

In particolare i gruppi consiliari della sinistra sono mobilitati per evitare che la maggioranza approvi le modifiche dello statuto comunale volute da Albertini, che tolgono ai consiglieri comunali e consegnano alla sola giunta la possibilità di decidere su importanti questioni di rilevante interesse cittadino, quali la scelta di vendere le società municipalizzate, la Sea, la Serravalle Autostrade ecc.

Da quando si è insediato nel 1997 il sindaco Albertini ha operato scientificamente per diminuire il più possibile le prerogative del Consiglio comunale e nello stesso tempo accentrare nella sua persona tutti i poteri decisionali. Basti pensare ai poteri ottenuti come commissario del traffico, che finora ha utilizzato per deliberare su importanti scelte urbanistiche e viabilistiche, saltando il Consiglio comunale. Mai però, trovandosi in difficoltà, il "Polo delle libertà" era arrivato a tanto, aveva tentato di raggirare le istituzioni.

Rifondazione comunista e l'Ulivo avevano già programmato una serie di assemblee pubbliche con i cittadini, le associazioni della società civile, i comitati di quartiere per fare conoscere il rischio di involuzione democratica che il programma Albertini tenta di realizzare, ma la situazione adesso è precipitata ed occorre una risposta immediata di tutta la città democratica.

Tutti i partiti ed i gruppi consiliari di opposizione hanno proclamato una mobilitazione generale della città per lunedì 17 marzo, giorno di ripresa dei lavori del Consiglio comunale, alle ore 17 davanti a Palazzo Marino, in difesa dei diritti democratici e per dire che una maggioranza truffaldina non può governare Milano, ma se ne deve andare a casa.

Giovanni Occhi (capogruppo di Rifondazione comunista al Consiglio comunale di Milano)
Milano, 15 marzo 2003
da "Liberazione"