Cittadin@ della Provincia di Milano da oggetto a soggetto

DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE PER UN NUOVO GOVERNO METROPOLITANO

Contributo al percorso programmatico del Tavolo Metropolitano dei Gruppi provinciali del centro sinistra , del Partito della Rifondazione Comunista e Italia dei Valori.

Provincia di Milano - Europa - Pianeta Terra

In questa fase di globalizzazione le relazioni sociali sono divenute, nell’intero pianeta, complesse e massificanti. La globalizzazione ha imposto nell’ultimi anni processi produttivi e sociali che hanno svuotato di senso e di potere molte istituzioni. Il ruolo dell’Onu e degli Stati nazione si è impoverito decisamente, mentre altri organismi meno rappresentativi impongono le politiche economiche degli Stati a prescindere dal loro grado di sviluppo. Questo processo ha inibito nel corso degli anni la capacità decisionale di ogni singolo Stato e di conseguenza dei relativi dispositivi amministrativi.

In questo contesto si è sviluppato un movimento di critica alla globalizzazione, che è l’unico attore globale in grado di proporre o praticare un modello di sviluppo meno pervicace.

Il palcoscenico della Provincia di Milano è l’intero continente europeo e non solo il nostro paese. In virtù dei processi di graduale unificazione, per ora quasi esclusivamente economici, il nostro territorio recita un ruolo importante su scala continentale e le proprie eccellenze sono una vetrina di tutto il nostro Paese. Per questo la Provincia di Milano ha il compito di proporre innovative soluzioni amministrative che possano ulteriormente sviluppare il territorio senza riprodurre rapporti di esclusione che sono crescenti in tutto il pianeta.

L’esclusione crescente non si registra solo nei processi produttivi, ma anche in quelli sociali e più specificamente di cittadinanza. Il territorio e la formazione sociale sono stati globalmente frammentati, portando entrambi gli elementi ad una nuova forma rispetto a quella avuta nel secolo passato. In questa transizione verso la post-modernità il territorio è divenuto produttivo in sé ed è attraversato da molteplici figure sociali, difficilmente riassumibili in formule passate, che impattano su una realtà mutata in profondità anche e soprattutto nella nostra Provincia di Milano.

Un altro elemento persistente dalla mondializzazione è la graduale perdita di spazi pubblici e la messa in crisi dei processi di rappresentanza politica. L’agorà, che ha rappresentato per secoli il motore dello sviluppo umano, è considerata un “oggetto” inutile e dannoso, da sostituire con strumenti patinati e vischiosi che trasformano la rappresentanza a mero istante elettorale.

La riconquista degli spazi pubblici è sinonimo di democrazia piena e reale. Gli spazi pubblici non sono solo quelli che creano socialità o comunità –utili ed indispensabili-, ma sono anche gli spazi di decisione e di potere che devono essere ad appannaggio di tutte e tutti e non solo di supposti tecnici della democrazia.

Gli attuali processi di globalizzazione mettono a rischio i percorsi democratici così come li abbiamo conosciuti sia a livello locale, sia a livello mondiale. La versione in salsa berlusconiana di tali processi risulta, ancor più, pericolosa e malata. Dobbiamo esercitare la democrazia in modo reale e sostanziale, ricreando nell’immaginario collettivo la percezione di un protagonismo sociale vero.

L’antidoto alla passivizzazione politica e sociale è senza dubbio la partecipazione che coniugata al protagonismo può invertire la tendenza in atto, ricreando una società basata su presupposti opposti a quelli del centro destra. Il dilatare gli spazi pubblici, la partecipazione ed il protagonismo ridarebbero senso alla res pubblicae ed anche le nostre multiformi comunità vivrebbero un percorso di inclusione sociale e politica.

La nostra azione amministrativa declinata a istanze di inclusione e di riapertura di spazi pubblici esalterebbe la democrazia e ridarebbe alla politica il senso più effettivo.

Non possiamo imboccare scorciatoie, è il momento di agire per iniziare un lungo corso di nuovo governo metropolitano dove le cittadine ed i cittadini siano il Soggetto e non l’Oggetto della Provincia di Milano.

La nostra politica partecipativa

La globalizzazione ha escluso dai bisogni materiali e immateriali milioni di donne e uomini, che per parafrasare S. Paolo: “sono in questo mondo, ma non sono di questo mondo”.

Noi dobbiamo andare nella direzione opposta. Porci l’obiettivo di essere un’amministrazione permeabile alle istanze sociali, ai bisogni e all’inclusione di quei soggetti fragili nei processi di sviluppo e crescita sociale.

L’esclusione è crescente anche nel nostro territorio, la povertà aumenta, i working poor si affacciano per la prima volta anche qui, i migranti attraversano la nostra Provincia di Milano senza diritti e solidarietà, i giovani sono soggetti anfibi della produzione cui partecipano ad intermittenza, gli anziani vivono la propria condizione come inutile rispetto i modelli predominanti e le donne rivivono un “patriarcato globalizzato” che le sbatte in faccia troppe porte e opportunità.

Quindi ai soggetti sociali classici, anche loro espulsi in quantità crescente dal cuore delle dinamiche sociali, bisogna aggiungere queste nuove figure che vivono un senso di estraneità all’interno della nostra società.

Una pubblica amministrazione non può essere la panacea universale, ma può determinare una nuova e vincente relazione con la propria popolazione.

Un antidoto efficace ed efficiente ai processi descritti arriva dall’America Latina ed ha come motore propulsivo proprio la pubblica amministrazione, vera cerniera tra popolazione e istituzione. Lo strumento vincente è stato il Bilancio Partecipativo, che ha riportato nel cielo della politica i soggetti con pieni diritti di cittadinanza, ma anche quelli che da sempre ne erano esclusi.

Il messaggio più forte che ci arriva da quelle terre è quello di non cercare di replicare pedissequamente i loro modelli, ma trovarne di adatti rispetto le proprie peculiarità territoriali e sociali. Quindi dobbiamo fare uno sforzo di creatività per adottare strumenti validi ed efficaci, che ci permetteranno di connetterci con la nostra realtà sociale. Non solo il Bilancio Partecipativo, ma anche la sperimentazione di nuovi strumenti amministrativi che consentano alla nostra azione di essere partecipabile e perseguibili da parti consistenti di cittadine e cittadini, sono il nostro obiettivo su questo tema.

Una parte consistente del nostro lavoro deve essere dirottata nel costruire una relazione trasparente e inedita, rispetto a ciò che il bulldozer Colli ha devastato in questi anni, con i 188 comuni della nostra Provincia di Milano. Anche i Comuni saranno attori dei processi di partecipazione che la nostra amministrazione porrà in essere all’indomani delle elezioni.

La partecipazione sarà assunta come elemento di svolta anche nel rapporto con le lavoratrici e i lavoratori dell’ente. Il ruolo dei lavoratori dovrà essere importante, come d’altronde avviene laddove si sperimenta il BP, per determinare una relazione, solitamente gravida di diffidenza, tra il lavoratore o lavoratrice dell’ente e i cittadini.

La partecipazione dentro l’ente deve vedere anche i sindacati protagonisti. Non porci come ha fatto Colli in un dannoso braccio di ferro, ma cercando un dialogo continuo che sappia cogliere gli elementi apportati dalle parti sociali della Provincia come una risorsa.

All’esterno i processi di partecipazione e protagonismo devono allettare quella parte di società che rappresenta la vera ricchezza del nostro agire politico. I movimenti, le associazioni e gli organismi che negli ultimi anni hanno alimentato il conflitto ed incominciato a tratteggiare un orizzonte più colorato, non possono essere esclusi dai temi che vogliamo mettere al centro della nostra politica e dalla nostra forte ambizione di nuovo governo metropolitano. Gli strumenti della partecipazione, oltre a dare reale protagonismo e potere decisionale alla nostra popolazione, non possono essere immaginati o costruiti come camera di decompressione del conflitto sociale. La conflittualità espressa dai movimenti negli ultimi anni è stata per noi uno stimolo al miglioramento e la creazione di un agenda politica più ricca, è stata il disvelamento del vero profilo di questa globalizzazione egoista ed escludente. Trascendere da una relazione paritetica con loro sarebbe una miopia politica imperdonabile e donerebbe la percezione ai nostri riferimenti sociali, vecchi e nuovi, di una chiusura verso il cambiamento, di una classe politica arroccata e che guarda solo al passato, ad una classe politica che ha paura del futuro e di vincere.

Per noi la partecipazione è intesa come processo inclusivo di soggettività sociali, organizzate o anche di singoli, e di ripresa di spazi pubblici, quindi è un percorso da costruire insieme, come insieme dobbiamo attraversare i luoghi e i non-luoghi del nostro territorio per realizzare un percorso di massa e non massificante, che oltre ad una figura di Bilancio Partecipativo ad hoc per la Provincia di Milano, sappia con–ricercare nuove forme di partecipazione atte al protagonismo sociale e alla ripresa di un pensiero solidale, innovativo e di sviluppo armonico assente oggi nel nostro territorio.

Un’ulteriore proposta che portiamo in questa fase di guerra infinita ed indefinita ad alta e bassa intensità è la Provincia di Milano come Provincia di Pace.

Milano Provincia per la Pace

La fantastica partecipazione di donne e uomini alle iniziative contro la guerra preventiva e infinita (dalle numerose manifestazioni, assemblee e incontri, al fenomeno delle bandiere della pace dai balconi) ci sollecita a dover attivare delle vere politiche di pace. Ciò chiaramente anche in contrapposizione alla filosofia interventista attuata dalla giunta di centro destra. Si pensi alla battaglia del centro sinistra e di rifondazione comunista per esporre la bandiera della pace dal Palazzo Provinciale.

La Provincia deve diventare riferimento e promotrice di una cultura della pace. Percorso peraltro avviato dalla Giunta Tamberi e affossato dall’attuale giunta di centro destra, nonostante le numerose sollecitazioni dei comuni.

La Provincia dovrà aderire ad organismi che da anni lavorano per contrastare le guerre, quali: il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e le Associazioni Pacifiste.

Dovrà assumere un ruolo fondamentale nel Coordinamento Provinciale Milanese per la pace: “La pace in Comune” istituito per volontà di vari Comuni e di Associazioni, in relazione ad ambiti di intervento quali:

La dimensione assunta dai problemi della pace e della guerra investe direttamente le comunità locali e la vita della gente, pertanto riteniamo indispensabile la creazione di un Assessorato per la Pace e per la cooperazione e di un “Ufficio per la Pace” anche nella nostra Provincia.

Ma la Provincia per mantenere viva la sensibilizzazione della società civile, deve saper valorizzare l’esperienza ed il contributo delle numerose associazioni, Comitati, reti che compongono il variegato movimento per la pace nel nostro territorio, per questo proponiamo una “CASA PER LA PACE”.

E’ fondamentale la realizzazione di una Casa per la pace come luogo di incontro e di promozione di una cultura della pace mediante iniziative di carattere culturale, educativo, di informazione ecc.. L’intreccio dell’ impegno sociale e di singoli con quello istituzionale può contribuire ad una sempre maggiore partecipazione per la costruzione della pace permanente nel nostro territorio provinciale.

La Provincia deve assumere un ruolo importante nella promozione e nel coordinamento delle attività di sviluppo e delle azioni di solidarietà internazionale. Può, infatti, promuovere, stimolare, favorire e sostenere la partecipazione ad iniziative e progetti di cooperazione decentrata, gestiti con soggetti pubblici e privati nelle realtà locali di riferimento quali: istituzioni e servizi pubblici, scuole e Università, centri di ricerca e formazione, enti amministrativi, associazioni di cooperazione e solidarietà, organizzazioni non governative, organizzazioni di lavoratori, commercio equo solidale, consumo critico, finanza etica, centri sociali, associazioni di categoria.

Bisogna pensare all’applicazione della L. 68/93 (stanziamento 0,8% dei primi 3 titoli del Bilancio) in senso ampio e trasparente in contrapposizione all’utilizzo personalistico e discrezionale operato negli anni dalla Colli.

Democrazia e Partecipazione

I temi della democrazia e della partecipazione costituiscono per un nuovo governo dell’area metropolitana una nostra priorità. Intendiamo rilanciare la politica partecipata come luogo collettivo di elaborazione e confronto in contrapposizione alla destra che la riduce a forma di passivizzazione sociale e politica.

E’ indispensabile la ricostruzione di una democrazia partecipativa, in questo senso nostro obiettivo non sarà solo quello di garantire gli spazi previsti dalla normativa vigente, ma cimentarci in sperimentazioni innovative, guardando gli esempi esistenti in molti Comuni della Provincia che hanno prodotto esperienze significative.

Su questi temi sono necessari i rapporti diretti con i soggetti sociali e la costruzione di un percorso che modifichi le istituzioni locali e le relazioni tra esse. Un percorso partecipativo legato anche a valorizzare e ridisegnare il patrimonio dei bisogni e dei diritti da concretizzare nell’ente locale.

Varie sono le forme di partecipazione e di coinvolgimento diretto della cittadinanza, tra queste riteniamo di introdurre il Bilancio Partecipativo quale processo decisionale e partecipativo sulle proposte di Bilancio, in particolare la parte sulle spese di investimento destinate a priorità scelte dalla popolazione. La nuova Provincia attraverso il Bilancio Partecipativo non vuole introdurre una pura consultazione, ma la partecipazione diretta ed effettiva della popolazione, favorendo, altresì, le decisioni sugli obiettivi e sulla distribuzione degli investimenti. La condivisione da parte di tutti gli amministratori e della struttura tecnica della Provincia sarà indispensabile per attuare questo progetto.

Questo aspetto è riscontrabile nelle tante esperienze esistenti in diversi Comuni della Provincia. Il Bilancio Partecipativo della Provincia è un progetto ambizioso che vogliamo concretizzare con la partecipazione di tutti i Comuni e delle popolazioni interessate.

Alla crisi drammatica degli istituti di partecipazione e all’involuzione istituzionale in corso si contrappone una nuova domanda di protagonismo e partecipazione, a livello di associazioni, movimenti, sindacati, e di singoli. Questa domanda è vitale non solo per la realizzazione del Bilancio Partecipativo ma anche per altre pratiche.

Pensiamo alla reintroduzione delle consulte su temi fondamentali come veri organismi di partecipazione. Le consulte sono state cancellate dalla Giunta Colli proprio per impedire il diretto coinvolgimento di cittadini o di associazioni e di incidere, quindi, sulle scelte dell’ente. Intendiamo introdurre anche la costituzione di Forum su diversi temi.

Oggi è possibile e necessario rilanciare una politica di partecipazione dei cittadini anche attraverso il pieno utilizzo delle tecnologie informatiche e di comunicazione. Internet può essere un potente strumento di democrazia se utilizzato per mettere in rete e relazionare tra loro realtà istituzionali e semplici cittadini.

Lo sviluppo della Società dell’informazione, e dentro questo percorso anche l’affermazione del concetto di e-democracy, rappresentano un importante obiettivo per rendere sempre più trasparente e democratica la gestione delle istituzioni e la formazione delle scelte.

Sui temi della democrazia e della partecipazione intendiamo rilanciare un ruolo attivo della Provincia anche attraverso un Ufficio di Coordinamento della Partecipazione, quale osservatorio delle esperienze sul territorio, che costituisca un importante supporto di carattere anche informativo, che realizzi formazione ed aiuti nell’accesso ai finanziamenti, di carattere europeo ad esempio, per i relativi progetti da realizzare. Inoltre, questo Ufficio dovrebbe rappresentare un importante strumento di connessione delle esperienze su progettazione partecipata ed Agenda 21 o di esperienze nazionali ed internazionali sempre in tema di partecipazione.

Prevediamo una revisione generale dello statuto e dei regolamenti che riguardano gli istituti di partecipazione e l’esercizio dell’iniziativa popolare.

La Provincia ispirerà la propria azione rendendo effettivo il diritto alla partecipazione politica e amministrativa delle cittadine e dei cittadini e delle loro espressioni associative per svolgere in modo più efficace le proprie funzioni e rendere maggiormente partecipate le proprie decisioni.

Durante il governo Colli gran parte dell’Associazionismo e del volontariato non ha avuto alcun riconoscimento. Intendiamo al contrario attuare delle politiche per valorizzare la ricca presenza delle forme associative operanti nel territorio provinciale.

Da immigrati a cittadini

Occorre dare piena partecipazione alla vita politica anche ai molti migranti presenti nella nostra area metropolitana.

E’ necessario avviare azioni politiche-amministrative verso il riconoscimento dei diritti di cittadinanza ai migranti, attraverso la nascita di Consulte, Consiglieri aggiunti, ma soprattutto per il diritto di voto. In questa direzione proponiamo di modificare lo statuto per allargare il diritto di voto attivo e passivo alle elezioni amministrative.

In attesa di tale riconoscimento a livello nazionale dobbiamo introdurre questi principi base di una moderna democrazia.

Le novità del panorama amministrativo: la Carta del Nuovo Municipio

La rifondazione democratica e lo sviluppo locale autosostenibile sono temi basilari della Carta del Nuovo Municipio.

L’esperienza della Carta del Nuovo Municipio è significativa perché pone al centro della discussione, già avviata con molti comuni della provincia, nuove forme di democrazia diretta ed un diverso sistema di relazioni tra governo locale, territorio e società.

Riteniamo importante l’idea di: “promuovere un coordinamento dell’azione degli amministratori locali e di definire strategie di intervento e di partecipazione a progetti concreti e a politiche rivolte alla democrazia partecipativa”, in questo senso l’adesione all’Associazione Rete del Nuovo Municipio rafforza questi principi.

Attraverso la rete del Nuovo Municipio si può meglio contribuire alla realizzazione di interventi quali l’Agenda 21.

L’Agenda 21, peraltro avviata dalla precedente giunta Tamberi, è stata proposta autonomamente in alcune realtà della Provincia senza che vi fosse un ruolo determinante da parte della Provincia stessa. Questo importante strumento è stato lasciato alla libera iniziativa dei Comuni e alla loro sensibilità ambientale.

Il ruolo dei Consigli e governo locale

Nel corso degli ultimi anni è accresciuto il ruolo della Provincia e dei governi locali rispetto al passato, ma la nuova stagione delle autonomie locali non è certo caratterizzata per una valorizzazione delle funzioni essenziali dell’ente locale in senso democratico, tant’è che abbiamo assistito ad un indebolimento della sua capacità di incidere concretamente sulle problematiche locali.

Le motivazioni risiedono negli orientamenti neoliberisti assunti dal governo nazionale, attraverso i quali il decentramento dei poteri è stato concepito nell’ambito di un disegno complessivo di riduzione della funzione pubblica.

Abbiamo assistito ad una vera involuzione delle politiche locali adottate dal governo nazionale. Ciò si evince da una riduzione sistematica delle risorse disponibili e dai pesanti processi di privatizzazione dei servizi pubblici locali e politiche di deregolamentazione. Queste ultime riducono i controlli pubblici a favore dell’iniziativa privata in settori quali la gestione del territorio, oppure delle opere pubbliche con il project financing, riducendo sostanzialmente la funzione di programmazione e di coopianificazione di cui disponevano le istituzioni locali.

Riteniamo indispensabile promuovere una politica contro lo svuotamento della funzione pubblica e l’impoverimento della dialettica democratica, a partire da una riforma afferente alle forme di governo della Provincia e dei Comuni.

Con l’introduzione di nuove normative, tra le quali la L. 81/93 sull’elezione diretta dei Sindaci e dei Presidenti della Provincia, si è assistito ad una modifica sostanziale del ruolo delle assemblee elettive. Le funzioni e i poteri dei Consigli sono stati profondamente modificati e ridotti a vantaggio del Presidente della Provincia e della giunta.

Ciò ha portato ad una diminuzione della possibilità di incidere sulle scelte nonostante la funzione di indirizzo politico-amministrativo e di controllo del Consiglio, che, invece, a nostro giudizio deve essere valorizzato.

Riteniamo fondamentale restituire ai Consigli parte delle competenze a suo tempo sottratte ed attribuite alle Giunte, e pur riconoscendo la difficoltà di arrivare ad incidere sulla legislazione nazionale, proponiamo di introdurre significative modifiche allo statuto provinciale per cercare di dare nuovo ruolo alla rappresentanza politica.

Oltre a questo occorre trovare delle alternative alla crisi democratica che ha investito anche la Provincia di Milano, manifestatasi con il distacco dei cittadini dall’ente. A ciò ha contribuito il processo di personalizzazione della politica sempre più crescente a livello nazionale, (vedi Berlusconi) e a livello locale (vedi Colli, ma anche Formigoni ed Albertini), che ha trasformato in peggio il rapporto tra i cittadini e la politica.

Nostro compito è di fare riacquistare alla cittadinanza un senso di fiducia nell’efficacia dell’azione amministrativa attraverso un confronto ed una partecipazione reale.

Rifondare la democrazia è possibile non solo utilizzando gli spazi istituzionali dati, ma anche attivando nuove forme di partecipazione, perché le attuali (previste dalle leggi di riforma) non sono sufficienti a fare partecipare attivamente le cittadine ed i cittadini alla vita pubblica. Parliamo qui del grande tema della democrazia diretta.

Rapporto tra la Provincia e i Comuni

I limiti tradizionali del decentramento devono essere superati da un’ulteriore prassi partecipativa.

Le risposte a problemi quali: traffico, trasporti pubblici, qualità ambientale, territorio, lavoro e formazione, servizi e cultura devono avvenire in un’ottica metropolitana e quindi di coopartecipazione e coodecisione tra la Provincia ed i Comuni, il loro territorio e la società. In questa direzione la Giunta Colli ha dimostrato la sua totale incapacità e inadeguatezza. Problemi enormi, quali il disagio delle periferie, vengono “delegati” ai soli Comuni, senza vedere il ruolo fondamentale della Provincia.

Vi è stata inoltre un’imposizione delle scelte soprattutto nel campo della mobilità, scelte calate sui Comuni e sui cittadini senza un preventivo loro coinvolgimento. Ricordiamo che la gestione durante l’approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale non è certo avvenuta in senso democratico.

Il nodo della prevaricazione del Comune di Milano non è mai stato affrontato.

Città Metropolitana

Oggi la nuova sfida per le Province è il governo metropolitano, attraverso la città metropolitana che deve però reintrodurre una funzione di reale rappresentanza dell’ambito territoriale da governare.

Il livello istituzionale della Città Metropolitana dovrà prevedere il superamento dell’attuale Provincia e dell’assetto centralistico del Comune di Milano.

Nel frattempo occorre avviare vere politiche di decentramento e affrontare il tema delle municipalità nella realtà di Milano.

All’interno di questo percorso di riordino istituzionale trova una sua collocazione anche l’istituzionale della nuova Provincia Monza – Brianza.

Circondari

La Provincia può promuovere il coordinamento e la collaborazione tra i Comuni, anche attraverso la suddivisione del territorio e la costituzione dei relativi Circondari.

In considerazione dell’ampiezza e delle peculiarità dell’area metropolitana e in relazione alle esigenze dei cittadini, la suddivisione in Circondari è utile a garantire la migliore funzionalità di servizi e attività decentrabili e la risposta a problemi omogenei.

All’interno dei circondari, l’assemblea e il Presidente consentirebbero una maggiore e diretta partecipazione dei Comuni e dei cittadini alla vita politica amministrativa locale.

Municipalità

Prevedere, così come richiede, nel Comune di Milano, l’opposizione di centro sinistra, rifondazione comunista ed Italia dei Valori alla giunta Albertini, la trasformazione degli organi decentrati in istituzioni locali dotate di maggiori poteri. I Consigli di Zona si devono trasformare in Municipi con reali attribuzioni di poteri e risorse che devono essere tali per produrre da una parte un reale governo delle municipalità, e dall’altra una vera partecipazione della cittadinanza. In questo senso il Comune di Roma può rappresentare un esempio.

Abbiamo proposto alcune parti di un programma che vogliamo sia partecipato e condiviso. Su queste linee programmatiche avviamo una fase di confronto con tutte le realtà sociali, istituzionali e politiche, ma anche di singole cittadine e cittadini che vogliono contribuire a definire gli obiettivi, le priorità, gli interventi, le scelte, e le migliori proposte per un nuovo governo metropolitano, veramente alternativo alle politiche del centro destra e per un reale cambiamento non solo politico, ma culturale e sociale della Provincia di Milano.

Irma Dioli (Consigliere della Provincia di Milano del PRC
Milano, 25 ottobre 2003