L’iniziativa politica e di massa delle opposizioni non solo è inadeguata, ma mostra pericolosi segni di regressione

Caro Ulivo, così non va.

Urgente e necessario un confronto

Al Segretario Democratici di Sinistra, on. Piero Fassino
Al Presidente de La Margherita, on.Francesco Rutelli
Al Segretario de l’Udeur, on.Clemente Mastella
Al Segretario del Pdci, on.Oliviero Diliberto
Al Presidente dello Sdi, on.Enrico Boselli
Al Presidente della Federazione dei Verdi, on. Alfonso Pecoraro Scanio
Al Presidente di Italia dei Valori, on. Antonio Di Pietro
Alla Segretaria dei Repubblicani Europei, on.Luciana Sbarbati

Cari amici, abbiamo in questi ultimi mesi avviato un confronto importante sui principali temi programmatici per determinare un quadro di convergenze unitarie per un’alternativa al governo Berlusconi.

E tuttavia non mi pare che siano stati fatti significativi passi avanti. All’opposto l’iniziativa politica e di massa delle opposizioni non solo è inadeguata, ma mostra pericolosi segni di regressione.

Noi siamo fortemente e assolutamente contrari alle proposte che la Margherita avanza su temi cruciali e fondamentali per la vita dei lavoratori e dei cittadini quali la previdenza e i salari. Esse sono pericolose e regressive per i soggetti interessati, rischiano di recidere il rapporto vitale costruito con i movimenti ed il conflitto sociale, portano sicuramente ad un ridimensionamento del ruolo e delle funzioni del sindacato, infine rendono molto più difficile il già difficile confronto fra di noi.

L’aggravarsi della situazione economica e sociale del paese, l’esplodere di una irrisolta questione salariale, l’emergere positivo e propositivo di un esteso conflitto sociale impongono un cambiamento radicale di rotta, un salto di qualità. Senza di questo le opposizioni perdono la loro ragion d’essere e le destre avranno un terreno più sicuro sul quale far marciare le loro proposte.

Salari e pensioni hanno perso in questi anni progressivamente potere di acquisto e, tale tendenza, è stata ulteriormente e pesantemente aggravata dalle scelte che il governo ha fatto.

Da un lato, si sono premiate le rendite finanziarie e speculative con le sanatorie e i condoni, dall’altra si è intervenuti ancora a danno dei cittadini.

Non contento, il governo si appresta a un ulteriore affondo contro i lavoratori, i pensionati e le organizzazioni sindacali che li rappresentano, attraverso modifiche alla legge delega sulle pensioni che, di fatto, sancisce la fine della pensione di anzianità e crea le premesse per uno smantellamento dell’intero settore previdenziale pubblico.

Emerge con chiarezza, dai dati concreti, che anche misure presentate come di avanzamento sociale, vedi l’aumento a un milione di vecchie lire delle pensioni sotto quella soglia, in realtà siano state una atroce beffa in quanto le modalità di erogazione sono state tali da escludere la maggior parte degli anziani che ne avevano diritto.

Con una espressione, che a noi sembra renda efficacemente la situazione, è come se avessimo ancora le vecchie lire, allorché si tratti di riscuotere la propria retribuzione, a fronte di prezzi che, al contrario, sono pagati in euro.

Le denunce che le associazioni dei consumatori ripetono con una dovizia di dati impressionanti, non possono non essere raccolte dalle opposizioni politiche.

Questa condizione di sofferenza sociale, che emerge anche dall’esplosione di vertenze contrattuali che si trascinano nel tempo irrisolte, è, al tempo stesso, tra le cause fondamentali della recessione e dell’impoverimento del tessuto economico e produttivo, di quello che, con una espressione, viene definito il declino del Paese.

Oggi le opposizioni hanno un compito semplice e fondamentale. Cominciare una battaglia in parlamento e nel paese per aumentare le retribuzioni e le pensioni contro carovita, a cominciare dalle tariffe pubbliche.

Diventa urgente di fronte alla forbice che si è ulteriormente allargata tra inflazione programmata e inflazione reale, che le opposizioni unitariamente propongano un adeguamento automatico delle retribuzioni per l’anno trascorso.

Il problema che abbiamo di fronte non è quello di una mediazione con le politiche disastrose del governo di centro destra, ma quello di metterci in sintonia piena con il disagio sociale e il crescente sentimento popolare dell’insostenibilità di questa situazione e avvertiamo l’urgenza di una iniziativa.

Per questo, riteniamo che sia urgente un confronto e un chiarimento.

In attesa di un Vostro riscontro, Vi invio cordiali saluti

Fausto Bertinotti
Roma, 22 gennaio 2004
da "Liberazione"