Riforme istituzionali, primo sì al Senato.

Rifondazione: «Siamo alla democrazia autoritaria»

Dichiarazione di voto del gruppo del PRC al Senato

Una deriva autoritaria, plebiscitaria, che umilia il Parlamento, colpisce il Capo dello Stato e gli Organi di Garanzia Costituzionale. E' questo in sintesi il giudizio politico sulla controriforma della Costituzione che esprime il gruppo di Rifondazione comunista. Un vero e proprio attacco alla democrazia parlamentare, quella rappresentativa della pluralità dei soggetti politici e sociali, una violenta rimodulazione dell'ordinamento costituzionale piegato alla dittatura del premier e della sua maggioranza. Abbiamo una sola definizione possibile per questa nuova fase in cui volete gettare il Paese: democrazia autoritaria.

Un progetto autoritario che cela il suo volto dietro una maschera di democrazia; infatti se non arrivate a cancellare l'Istituzione Parlamentare, ne svuotate, però, il contenuto, lo spogliate di poteri, lo rendete servile al potere assoluto di chi ne decide a suo piacimento la vita e la morte.

Sapete tutti come sia stato negativo il nostro atteggiamento sulla riforma del titolo V° nella precedente legislatura. Nessuno può imputarci atteggiamenti ballerini o tentennanti. Quella norma va modificata, riaprendo ad una ricostruzione sociale, partecipativa e di riordino di funzioni e competenze; ma paragonare quell'errore alla disinvolta distruzione dell'ordinamento democratico vigente, non è semplicemente eccessivo, è paradossale. La vostra modifica riguarda 35 articoli della Carta Costituzionale, è una vera e propria riscrittura, un eccesso di potere degno di una dittatura, convinta di poter imporre le sue soluzioni autoritarie a colpi di maggioranza. Si è arrivati addirittura a contingentare i tempi di discussione e approvazione in quel ramo parlamentare che riforma se stesso.

Una overdose di presunzione dentro una gigantesca spinta mortale per la democrazia in cui il premier diventa una sorta di monarca eletto direttamente, che piega ai suoi interessi l'intero Parlamento.

Una presunzione, appunto, pensare che una tale macelleria della Costituzione democratica possa passare indenne le normali letture costituzionalmente previste dei due rami parlamentari e successivamente, il referendum confermativo. Il secessionismo politico e sociale della Lega, a cui anche An e Udc si sono piegati, non passerà per l'opposizione politica e sociale che troverete in Parlamento e nel Paese.

Una sola considerazione ancora sul nuovo Senato che avete scritto con questa riforma. Una oscenità senza precedenti mondiali; vi siete inventati la "contestualità affievolita" una cosa che se non fosse tragica per la dignità dell'Istituzioni, potrebbe configurarsi come l'ennesima barzelletta del Presidente del Consiglio. Siete riusciti nell'impresa di costruire un mostro giuridico e costituzionale che piace solo a voi. Fuori di qui non c'è nessuno, neanche il più servile dei Presidente di Regione o consigliere regionale disposto a farsi prendere in giro dalle vostre assurde alchimie. State distruggendo lo Stato democratico, oggi, noi con tutte le opposizioni lo difendiamo e costruiremo ovunque, in ogni luogo, l'opposizione sociale necessaria a difendere i diritti civili e sociali che volete calpestare.

La nostra più ferma contrarietà non è semplicemente un'espressione di dissenso verso una legge costituzionalmente liberticida, è un impegno assoluto in difesa della democrazia e della Carta Costituzionale che - visto che siamo nell'anniversario della strage delle Fosse Ardeatine - ricordo essere nata dalla Resistenza e dalla lotta di Liberazione dal nazifascismo. 

Gigi Malabarba (Senatore del PRC)
Roma, 26 marzo 2004
da "Liberazione"