Mario Agostinelli
In un bilancio dell'anno appena finito, i dieci più significativi provvedimenti della Giunta regionale nel 2007 delineano il disegno formigoniano di formazione silenziosa di “uno stato nello stato”, con regole sempre più distanti da quelle della tradizione democratica e sociale nazionale, a favore di interessi privati e a danno dei diritti costituzionali.
Affidato alla Direzione sanitaria il compito di suggerire la sepoltura dei “prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle venti settimane”. E' un attacco esplicito all'autodeterminazione della donna, ripreso anche successivamente, con la tutela “dell'embrione fin dal suo concepimento”.
La Lombardia richiede un passaggio di potere dallo Stato su 12 materie che attengono a diritti di cittadinanza, come sanità, previdenza e istruzione. La solidarietà nazionale, il carattere pubblico dei servizi e la validità dei contratti nazionali di settore sono messi in discussione dalla regione più ricca.
Varato il provvedimento su cui si dimette l'assessore Cè. L'emergenza urgenza verso il pronto soccorso è centralizzata a livello regionale, sottratta alle Asl e alle Aziende Ospedaliere e aperta alla privatizzazione. Nasce un nuovo, ambìto punto di affari e di lottizzazione politica della sanità.
Passa in Consiglio una proposta della Lega, in netta contrapposizione con il disegno di legge in discussione in Parlamento. Si vorrebbe trattenere in Lombardia l'80% dell'Iva e l'eccedente il 15% dell'Irpef, togliendo la possibilità di mantenere anche nelle regioni meno ricche i diritti fondamentali della Costituzione.
Inficiato e depotenziato l'innalzamento dell'obbligo scolastico, l'istruzione tecnica entra nelle competenze regionali, si aprono nuovi spazi alla scuola privata. La legge, su nostra richiesta, è impugnata dal Governo per illegittimità costituzionale.
Elargito un finanziamento pubblico annuale ad alcune strutture sanitarie del privato accreditato, per interventi di ristrutturazione, acquisto di immobili e di impianti tecnologici.
La Lombardia porta da 13 a 52 le aperture straordinarie domenicali dei supermercati e amplia gli orari d'ingresso. Favorite le lobby della grande distribuzione a scapito dei lavoratori, dei piccoli esercizi e della qualità ambientale.
Formigoni impedisce il dibattito in Consiglio, poi accetta di ridurre da 46 a 36 Euro (come è nel resto d'Italia) il ticket per la specialistica, ma respinge la costituzione di un fondo per gli anziani non autosufficienti. Sbandiera il taglio di 400 milioni di tasse, ma è una clamorosa bugia. Si tratta invece di 182 milioni (4,5 euro al mese per ognuno!) ricavati con l'addizionale Irpef più alta d'Italia. Insomma, il Governatore restituisce con la mano sinistra solo parte del maltolto che si era preso con la destra.
I Comuni lombardi chiedono il referendum per poter scegliere il modello di gestione dei servizi idrici, la maggioranza a dicembre fa mancare il numero legale in Consiglio. Rinviata anche la seduta già programmata per martedì prossimo.
Continua la propaganda per Malpensa come secondo, impossibile, hub italiano. Ridicola la proposta di Formigoni della compagnia aerea del Nord, quando bisognerebbe operare per la convivenza di un'opera sbagliata con la difesa dell'occupazione e dell'ambiente, riprogettando il sistema aeroportuale del Nord.
Questo il quadro davvero preoccupante di quanto avviene sotto la Giunta lombarda. Ma alcuni recenti segni positivi, dal ritiro della “legge ammazzaparchi”all'unanime approvazione in Consiglio di un ordine del giorno da noi conquistato per la riconversione di un'industria bellica del bresciano, dalla partecipata battaglia a difesa dell'acqua pubblica a un'opposizione più matura, lasciano ben sperare per un'inversione di rotta.