Dopo l'aggressione a Berlusconi

Qualcuno nel centro - destra vuole un clima iraniano

Pensiamo che oggi la doverosa condanna di ogni forma di aggressione fisica contro l’avversario politico debba andare di pari passo con la difesa dell’ordine costituzionale e democratico.

Altro che clima da anni ‘70, come evocato da qualcuno. In queste ore sembra piuttosto che alcuni settori del centrodestra vogliano utilizzare l’aggressione a Berlusconi per spingere il paese verso un clima iraniano, dove criticare il governo equivale ad essere considerati dei mezzi delinquenti.

C’è chi chiede l’introduzione della censura su internet e nei social network e chi, come Gianpaolo Pansa, si abbandona a profezie funeste, annunciando nuovi anni di piombo. Poi ci sono gli ex di An, come De Corato e Corsaro, ben avvezzi alle operazioni stile “ordine e disciplina”, che fanno di tutta l’erba un fascio e si inventano “due giorni di scontri” a Milano, mettendo sul banco degli accusati addirittura il Questore.

Insomma, basta aver fischiato Moratti e Formigoni in piazza Fontana, oppure dire che il Governo e il Presidente del Consiglio hanno qualche responsabilità nell’avvelenamento dell’aria politica che si respira in questo paese, per finire d’ufficio nella lista dei complici dell’aggressore.

Ebbene, correremo il rischio, ma non ci faremo zittire e non ci adatteremo a forzature autoritarie. E continuiamo a pensare che in Italia ci sia un’emergenza sociale, democratica e morale che richiede un forte cambiamento, a partire dalla Presidenza del Consiglio.

Pensiamo che oggi la doverosa condanna di ogni forma di aggressione fisica contro l’avversario politico debba andare di pari passo con la difesa dell’ordine costituzionale e democratico.

Quanto al clima di odio, ebbene, se dalle parti del Governo la si smettesse di insultare i cittadini “coglioni” che non votano per il centrodestra, di incitare a prendere “a calci in culo” gli immigrati, di paragonare a “preti mafiosi” i cardinali non organici al centrodestra, oppure di mettere alla gogna i magistrati convinti che la legge debba essere uguale per tutti, allora avremmo un primo e importante contributo alla restaurazione di un clima un po’ più civile.

Luciano Muhlbauer (capogruppo regionale lombardo del Prc)
Milano, 14 dicembre 2009