Al di là di quello che accerterà la magistratura, risulta evidente che l’arresto dell’Assessore Prosperini riapre in Lombardia una questione morale grande come una casa, figlia di 15 anni di occupazione continua del potere da parte di Formigoni e del centrodestra, con una crescente commistione tra affari pubblici e privati.
Proprio per questo e per la gravità delle accuse e dei riscontri mostrati dal Gip, vi è una improrogabile necessità di parole e atti inequivocabili da parte del Presidente della Regione. E i primi atti urgenti e doverosi sono la revoca della delega Giovani, Sport, Turismo e Sicurezza a Pier Gianni Prosperini, nonché la sospensione in via cautelare del direttore generale e l’apertura di un’indagine interna.
Ci aspettiamo pertanto che domani il Presidente Formigoni si presenti in Aula consiliare per annunciare questi provvedimenti.
Non vogliamo nemmeno immaginare che si voglia ripetere l’atteggiamento indecoroso e irresponsabile tenuto questa mattina: il Presidente era assente dall’Aula, ufficialmente perché doveva inaugurare il nuovo reparto di un ospedale, in realtà perché stava tenendo una conferenza stampa qualche piano più su, criticando la magistratura per l’arresto “non sufficientemente motivato”.
Ma se il centrodestra vorrà replicare l’atteggiamento di oggi, limitandosi ad esprimere solidarietà a Prosperini, ebbene, lo diciamo chiaro e forte, che nessuno ci chieda più di abbassare i toni.
Riteniamo infatti determinante l’atteggiamento che si vorrà assumere sulla vicenda Prosperini, poiché è il fedele specchio della confusione tra interesse generale e interesse privato che regna al Pirellone.
Intervenire, sul piano politico, culturale ed amministrativo, per ristabilire moralità e, dunque, separazione tra pubblico e privato, è oggi in Regione Lombardia una priorità assoluta. Non sappiamo se Formigoni abbia la volontà o la possibilità di farlo, visto che siede sulla stessa poltrona da 15 anni e si candida ora per il ventennio. Ma sappiamo che non c’è alternativa, a meno che non si voglia che l’istituzione venga sommersa dagli avvisi di garanzia e dalla perdita di credibilità.