Intervista a Vittorio Agnoletto: «Cacciato per il mio impegno nel Genoa Social Forum»
Vendetta politica
Il ministro Sirchia espelle dalla commissione Aids il presidente della Lega italiana lotta all'Aids

«E' stata una vendetta, davvero non me l'aspettavo. Credo che ci sia un limite al conflitto politico che dovrebbe esere dato da alcuni principi di base che sono sanciti dalla nostra Costituzione quando segna con precisione l'autonomia e l'indipendenza della ricerca scientifica, e che fino ad ora nessuno aveva messo in discussione».
Nel tono della voce di Vittorio Agnoletto c'è tutta la stanchezza e il dolore per quella che per lui è stata davvero una giornata tremenda, «che - spiega- ricorderò probabilmente per tutta la vita».
La notizia che il ministro della salute Sirchia lo ha “espulso” dalla Commissione Nazionale sull'Aids. per il suo ruolo gli è arrivata tramite una telefonata di un cronista dell'Ansa, che gli chiedeva un commento.
Queste le parole usate da Sirchia per “motivare” la sua decisione:

«Una Commissione viene nominata dal ministro scegliendo personalità di propria fiducia e con il compito di realizzare programmi che il ministro ed il governo di cui fa parte hanno elaborato. Non ritengo che il prof. Agnoletto, con i suoi recenti comportamenti, risponda alla mia fiducia avendo oltretutto ricoperto in questi avvenimenti un ruolo primario di contestazione e di opposizione al governo».

Agnoletto non ama parlare di sè, conosce l'imbarazzo e il pudore di chi è abituato ad identificarsi completamente con le battaglie che conduce: e quella contro il virus dell'Hiv lo vede in primo piano da molti anni.

«Questa scelta rappresenta una precisa strategia politica dell'esecutivo - spiega scandendo con rabbia le parole - Non è in gioco la mia persona, ma sono in gioco alcuni principi della Costutuzione. Si tratta di un monito pesantissimo a tutto il mondo della ricerca e della cultura. E il messaggio lanciato è molto duro: o c'è la fedeltà al governo, oppure non c'è più spazio per niente... Mi stupisce che proprio un medico, come è Sirchia, cada in questo controsenso rispetto al giuramento di ippocrate, sottomettendo la ricerca alle necessità del suo governo». «Interrogherò il mondo scientifico, come la “International Society” di cui faccio parte, per fargli prendere posizione - annuncia anche Agnoletto - e valuto anche il caso di ricorrere agli organismi di competenza medica contro questa vera cultura della vendetta. Voglio proprio vedere come reagiranno adesso i commentatori delle testate giornalistiche che mi hanno attaccato per mesi dicendo di farlo in nome dello Stato di diritto e della democrazia».

La notizia»era arrivata a metà del pomeriggio, lanciata da uno “strillo” laconico delle agenzie di stampa: «Con un decreto del ministro della salute è stata istituita la nuova commissione Aids: tra i nuovi componenti del gruppo di esperti figura l'infettivologo Luigi Ortona mentre non ne fa più parte Vittorio Agnoletto, medico del lavoro, presidente della Lila e portavoce del Genoa social forum».
Dopo otto anni, così, con un semplice tratto di penna di Girolamo Sirchia, quel ministro della salute che soli pochi gioni fa al meeting riminese di Comunione e Liberazione aveva sposato le tesi dell'integralismo cattolico sulla necessità di una revisione della legge sull'aborto, Vittorio Agnoletto deve lasciare la commissione a cui aveva dedicato i suoi maggiori sforzi e le attenzioni della sua vita di medico.
Si tratta di una vera aggressione contro l'uomo e contro il medico, a cui si fanno pagare le scelte coraggiose fatte nei giorni del G8. Il 24 luglio, mentre ancora la violenza contro i manifestanti di Genova era negli occhi di tutti, raccontata dalle immagini terribili di un ragazzino preso a calci in faccia da un funzionario della Digos, era arrivato il primo segnale allarmante.

Il ministro leghista del Welfare Roberto Maroni, aveva resa pubblica la sua decisione di “licenziare” il portavoce del Genova Social Forum dalla commissione composta da circa 70 esperti che ha compiti di consulenza sulle tossicodipendenze per il suo ministero.
Agnoletto faceva parte del gruppo di lavoro in quanto presidente della Lila.

«Dopo quello che ha detto contro il governo a Genova mi aspettavo che si dimettesse ma, visto che non vuole farlo, lo espello io dalla commissione di esperti sulle tossicodipendenze»,

aveva dichiarato Maroni suscitando il plauso di tutta la destra e reazioni allarmate, che parlavano di una vera “rappresaglia”, nell'opposizione. Incredulo, Agnoletto, appena saputo della decisione del ministro del Welfare aveva commentato:

«Mi auguro che Maroni non abbia intenzione di selezionare le competenze scientifiche sulla base di una identità di vedute politiche».

Purtroppo si sbagliava e la conferma che quella di Maroni non era solo una provocazione, è arrivata ieri pomeriggio con la decisone del ministro della salute.

«Ho chiesto un incontro urgente con il ministro Sirchia - spiega Agnoletto - tale decisione, che avviene dopo che da otto anni offro gratuitamente la mia consulenza e utilizzando la scadenza naturale della commissione stessa, va ben oltre la vicenda personale. Infatti la decisione del ministro non ha alcuna motivazione scientifica. Nessun paese democratico seleziona i componenti delle commissioni scientifiche sulla base della loro fedeltà alle opinioni dell'esecutivo in carica; infatti nel caso specifico il compito della commissione Aids è quello di elaborare proposte scientifiche per l'elaborazione del progetto obiettivo».

Nelle parole di Vittorio Agnoletto c'è tutta l'indignazione e l'amarezza di chi crede fortemente nelle proprie scelte, rivendicando un percorso importante nella battaglia contro il virus dell'Aids.

«La decisione del Ministro non ha alcuna relazione con le priorità scientifiche della lotta all'Aids - dice Agnoletto, che aggiunge - ad esempio la prevenzione e le ricerche sulle modalità per aumentare l'adesione terapeutica ai complessi protocolli anti-Hiv, sono ancora oggi centrali e sono questi alcuni dei settori sui quali il sottoscritto e la Lila agiscono da 15 anni con successo e con ampi riconoscimenti scientifici nazionali e internazionali».

Dopo quanto è accaduto a Genova, questa volontà di aggredire una persona considerata come il simbolo di un intero movimento, non può che allarmare, porre delle inquietanti domande sul futuro. Come spiega Agnoletto:

«Per trovare situazioni simili è necessario tornare indietro nella storia d'Italia di oltre 60 anni. se la decisione di Maroni di escludermi dalla Commissione sulle Tossicodipendenze poteva sembrare uno scivolone di cattivo gusto, la nuova decisione di Sirchia sembra rappresentare una scelta meditata da parte dell'esecutivo o di una sua parte. Non è una questione personale, credo che chiunque abbia a cuore la libertà di pensiero e di ricerca scientifica indipendentemente dalle proprie opinioni politiche, oggi abbia un motivo in più per essere estremamente preoccupato».

E conclude:

«Il governo presenta questa decisione come una dimostrazione di forza, in realtà è una debolezza. Significa che non possono rispondere sui contenuti della protesta di Genova e che il Gsf è un avversario così importante da far sì che ricorrano a una intimidazione con qualunque strumento».
Guido Caldiron
Roma, 29 agosto 2001
da "Liberazione"