Bussero 2002

Linee guida del PRC per il bilancio del comune


Il Bilancio di esercizio 2002 degli Enti Locali avviene in un momento particolare della vita politica e amministrativa caratterizzata da fatti e avvenimenti che hanno inciso e stanno incidendo sulla vita socio-economica del nostro Paese.

I fatti più significativi sono:

A ciò deve essere aggiunto, per ciò che riguarda il nostro Paese, il forte disagio sociale e una serie di atti e tentativi fatti o presi dalla maggioranza di governo.
C'è da precisare che i Bilanci comunali sono redatti sulla base di un progetto che come riferimento ha le norme vigenti e la legge Finanziaria recentemente approvata dal Parlamento. Inoltre in un contesto più ampio, ma ben definito, ci sono i percorsi tracciati dal D.P.E.F. che di fatto punta a svuotare ulteriormente le funzioni democratiche e sociali degli Enti Locali, ricostruendo forti elementi di centralismo statale e regionale. Un percorso contraddittorio con le conclamate affermazioni sulla devoluzione e sul decentramento amministrativo.
L'attacco alle autonomie si coglie dal nuovo patto di stabilità che sottopone gli Enti Locali a nuovi vincoli e contrazioni finanziarie. Le precedenti leggi finanziarie, che lo avevano introdotto, si limitavano ad un rapporto percentuale fra entrate ed uscite e con preciso riferimento alla cassa. La finanziaria Amato (2001) aveva cercato di introdurre gli stessi rapporti, ma estendendoli a cassa e competenza, ed anche con effetti retroattivi, al limite della pura ispezione contabile. Con questo DDL, il governo Berlusconi non tenta alcuna di queste strade, ma blocca i tetti di spesa con un preciso riferimento alla spesa accertata in consuntivo al 2000.
Il giudizio che Rifondazione Comunista esprime sulla finanziaria 2002 è preciso e si può esprimere in un concetto di fondo: non si cerca di incentivare i Comuni a raggiungere un equilibrato rapporto fra entrate e spese, ma si blocca la spesa.
Nella pratica, i Comuni che hanno - fra difficoltà ed aumenti anche fiscali e tariffari - cercato di avere rispetto dei parametri del vecchio patto di stabilità, sono, di fatto, penalizzati nella CAPACITA' DI SPESA (e quindi, nella capacità di erogare servizi locali).


È noto che per Rifondazione Comunista, la produzione e l'erogazione di servizi pubblici, soprattutto quelli rivolti alla persona, rappresentano un elemento importante per attivare politiche tese alla ridistribuzione del reddito a favore delle fasce più deboli. Basta solo questo elemento per affermare la nostra contrarietà a questo DDL ed alla considerazione che avrà sulla ricaduta finanziaria degli Enti Locali.

Vanno, in ogni caso, sottolineati, sia pur brevemente, altri aspetti del centralismo del DPEF e di questa finanziaria:

Ovviamente queste considerazioni non sono esaustive e necessitano di ulteriori approfondimenti rispetto alle peculiarità e alle risorse dei singoli comuni,c'è inoltre da tenere presente che:


Sulle questioni specifiche :

ICI


Nel nostro Paese, la media nazionale di proprietà della prima casa è pari, grosso modo, al 75% dei nuclei familiari; +/- il 3% delle abitazioni è di proprietà pubblica e la differenza è di proprietà privata.
Il dato economico nazionale dell'ICI sulla prima casa corrisponde a circa tre mila miliardi, che sono devoluti ai Comuni in diminuzione dei trasferimenti erariali centrali.
La nuova legge sugli affitti permette di aumentare di due punti l'aliquota massima (sette per mille) per gli appartamenti sfitti da almeno due anni, ma solo per i Comuni dichiarati ad alta tensione abitativa.
Un'ipotesi futura di lavoro per il Comune di Bussero può essere la seguente:

  1. applicare aliquote al minimo per la prima casa. Allo stato legislativo attuale l'aliquota minima è il quattro per mille;
  2. si possono differenziare le detrazioni sulla prima casa per permettere interventi a favore di nuclei familiari composti da anziani o che hanno, nella composizione familiare, situazioni di disagio sociale (handicappati ed assimilabili);

utilizzare, comunque, l'aliquota massima (7 per mille, nove per mille per i comuni ad alta tensione abitativa) per le case sfitte;

Addizionale IRPEF


Dopo la crisi del 1998, il Governo D'Alema ha fatto approvare una legge relativa a "misura di federalismo fiscale", che - di fatto - ha introdotto per i Comuni l'addizionale IRPEF, nella misura massima per i Comuni pari allo 0,5% da raggiungere nel triennio.
Non si tratta di autonomia finanziaria, ma solamente di una misura tampone, che rientra nella logica di: "Io Stato rendo leggero il fisco, ma nello stesso momento diminuisco i trasferimenti agli Enti periferici". Questa logica, alla fine significa un'ulteriore restrizione dei trasferimenti statali a danno dei comuni (va ricordato che nell'ultimo decennio sono stati trasferiti 40 mila miliardi in meno) ha prodotto grosse difficoltà nella costruzione dei Bilanci ponendo ai comuni la sola alternativa di ricercare nuove forme di entrate per mantenere il livello dei servizi.
Allora, il giudizio sull'addizionale deve essere razionale. Precisamente, sul piano teorico, va detto che è un tributo sicuramente iniquo ma che impropriamente, si avvicina di più alla patrimoniale da noi richiesta qualche anno fa; è proporzionale e progressiva, in quanto colpisce i redditi soggetti ad IRPEF. Ha il difetto, l'addizionale, di essere calcolata solo sui redditi noti.
Va comunque confermato l'indirizzo politico generale da noi assunto sull'addizionale IRPEF che qui sinteticamente schematizziamo:

  1. L'addizionale va applicata quando dopo attenta analisi e ricerca si riscontra che non esistono altre possibilità per reperire risorse finanziarie atte a garantire i servizi.
  2. L'addizionale non deve essere applicata per garantire uffici e funzioni di ordinaria amministrazione.
  3. L'applicazione dell'addizionale deve essere fatta all'interno di una manovra tributaria più generale, motivando e spiegando che il gettito dell'addizionale sarà finalizzato al potenziamento dei servizi pubblici, soprattutto quelli sociali, perseguendo un progetto fiscale compensativo, capace di intervenire su altri tributi e tariffe in modo da evitare che i maggiori carichi che i singoli cittadini e le famiglie subiscono dall'applicazione dell'addizionale siano annullati o fortemente ridotti da altrettanti sgravi su altri tributi e tariffe, rendendo in questo modo visibile e tangibile il segno di una politica fiscale tesa alla redistribuzione del reddito.


Vanno inoltre verificate le aliquote adottate dalla Regione per una valutazione economica più generale.

Ricerca dell'evasione fiscale

Il Comune di Bussero può avviare una campagna di ricerca dell'evasione fiscale dei tributi comunali, anche per dimostrare che la lotta all'evasione paga.

Le strade da perseguire riteniamo debbano essere due:


Per rendere più agevole questo rapporto, occorre introdurre alcuni elementi di salvaguardia del cittadino, che elenchiamo di seguito:

Tariffe dei servizi a domanda individuale


Sono l'elemento per introdurre il concetto della redistribuzione del reddito fra i cittadini. Spesso le tariffe sono compresse con la motivazione che rendono facile l'accertamento e la riscossione. Non è vero, perché non deve essere conseguita la semplificazione, ma vanno richiesti contributi (in questo caso solo proporzionali) relativi al reddito familiare.


L'eventuale rimodulazione delle tariffe deve tener conto di alcuni elementi che qui riassumiamo brevemente:

Va tenuto in considerazione il fatto che: la finanziaria per il 2001 introduce l'IVA sulle tariffe dei servizi a domanda individuale. Il Comune di Bussero dovrà verificare anche la fase di recupero di detto tributo sugli acquisti, soprattutto riferiti alle mense scolastiche, al fine di evitare aggravi sui costi delle famiglie.

Servizi pubblici e privatizzazioni


Rispetto ai servizi erogati dai Comuni oggi esistono alcune tendenze, che si stanno confrontando, una legata al concetto di privatizzazione massiccia, a tutti i costi, e con un esproprio di fatto delle funzioni programmatorie e di indirizzo degli Enti di democrazia decentrata; un'altra, di parziale privatizzazione, con un ruolo meno defilato dei Comuni; un'ultima relativa a forme di presenza sul mercato dei Comuni con nuovi strumenti per svolgere appieno il ruolo di programmazione, di indirizzi e di controllo che compete.
Questo aspetto deve essere attentamente valutato noi proponiamo una battaglia che sottolinei il ruolo di autonomia dei Comuni, senza dover soggiacere alle pure e semplici leggi di mercato.
Va tenuto presente che in questi ultimi anni il Parlamento, con una serie di norme liberiste ha permesso di avviare negli Enti Locali un processo di privatizzazione significativo attraverso la trasformazione delle municipalizzate in S.p.A. o con la messa a gara di servizi pubblici che il più delle volte sono finiti nelle mani dei privati.
La strada è stata aperta dal centro-sinistra e si sta accentuando con la Finanziaria 2002 del centro-destra.
Infatti l'art. 35 della Finanziaria (legge 28/12/2001 n.448), che sostituisce l'art 113 del T.U. della legge sull'ordinamento degli enti Locali di cui al D.L. n. 267/200 prevede nella complessa e ambigua formulazione:

La nostra avversione a queste scelte è totale, mentre gli spazi per impedire ulteriori privatizzazioni di servizi sono ampi.
Su questo terreno, con la dovuta cautela e interpretazione,, va applicata solo la perentorietà della legge e vanno costruite iniziative specifiche di metodo e di merito affinché nel bilancio per l'esercizio 2002 si salvaguardi i livello dei servizi e non si ipotizzino dismissioni di alcun tipo.

Bilancio e Partecipazione

La costruzione del bilancio offre alle rappresentanze istituzionali la possibilità di aprire un percorso partecipativo con i cittadini e le tante soggettività e i movimenti presenti nelle singole realtà sociali. Riteniamo indispensabile che il Comune di Bussero per la costruzione del bilancio si organizzi una fase partecipativa per informare e coinvolgere i cittadini sulle scelte e sui contenuti.Proponiamo un'articolazione capillare del dibattito antecedente alla costruzione dell'impianto generale del Bilancio che analizzi proposte, richieste, suggerimenti di singoli cittadini e/o di gruppi organizzati.

Roberto Leoni
Consigliere Comunale del PRC di Bussero
Bussero, 27 febbraio 2002
da "RifoBussero"