La magistratura monzese ha emesso un provvedimento di arresto per l'ex assessore regionale (ora all'ufficio di presidenza della Regione Lombardia) PDL Massimo Ponzoni e altre quattro persone per bancarotta nell'ambito dell'inchiesta sul fallimento della società Pellicano. In manette altri politici e un imprenditore: l'ex assessore provinciale Rosario Perri; Franco Riva, ex sindaco di Giussano (centro-sinistra); il vicepresidente della provincia di Monza-Brianza, Antonino Brambilla (PDL), e l'imprenditore Filippo Duzzoni.

Arresto Ponzoni: Regione Lombardia a rischio delegittimazione. Formigoni si dimetta e si vada a nuove elezioni.

Antonino Brambilla aveva addirittura minacciato di querela il segretario provinciale del PRC, Stefano Forleo, per una serie di manifestazioni contro la sua permanenza in consiglio comunale a Carate Brianza e nella carica di vice presidente della provincia di Monza e Brianza (ndr).

Chiediamo al Presidente Formigoni di dare le sue dimissioni e di porre anticipatamente fine ad una legislatura sempre più ipotecata da una questione morale, che sta trascinando tutta l’istituzione regionale verso la delegittimazione.

L’ordine di arresto del giudice monzese nei confronti di Massimo Ponzoni, ex assessore regionale e attualmente componente dell’Ufficio di presidenza del Consiglio, non è semplicemente l’ennesimo scandalo in Regione, ma è la goccia che fa traboccare il vaso.

A differenza degli altri casi, infatti, di Ponzoni tutti sapevano tutto, da sempre. Era di dominio pubblico che era indagato nel quadro della bancarotta fraudolenta della società “Pellicano”, di cui peraltro era socio anche un suo ex collega di Giunta, Buscemi. E tutti sapevano che il suo nome era finito anche tra le carte della Direzione distrettuale antimafia, a causa delle sue frequentazioni, quando faceva l’assessore regionale, con alcuni boss della ‘ndrangheta.

Eppure, nonostante tutto ciò, non solo Ponzoni nel 2010 era stato nominato dalla maggioranza Pdl-Lega nell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, ma era persino riuscito a sopravvivere ad altri due illustri componenti di quell’ufficio, cioè Filippo Penati e Nicoli Cristiani.

Insomma, è netta l’impressione che il Presidente Formigoni, ben conscio del fatto che il marcio del suo sistema di potere stesse ormai per straripare, come infatti sta succedendo, avesse optato per collocare i suoi collaboratori più a rischio fuori dalla Giunta, ma in posti protetti e ben retribuiti, che peraltro gli permettevano di continuare ad agire.

In altre parole, il Presidente Formigoni e la sua maggioranza hanno trasformato consapevolmente luoghi come l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale nella loro discarica politica. Già, perché se in un ufficio composto da cinque consiglieri, ben tre finiscono in seri guai giudiziari nel giro di meno di due anni, allora c’è un problema. E, a parte il caso Penati, che non è responsabilità di Formigoni, gli altri due rappresentano per intero la quota Pdl in seno all’ufficio.

È nostro convincimento che Formigoni sia il primo ad essere conscio che questa legislatura regionale, peraltro nata sulla base della famose firme false, non ce la farà ad arrivare alla sua fine naturale. Semplicemente, egli cerca di tirare fino al 2013, quando tenterà per l’ultima volta il suo salto nazionale.

Ebbene, noi pensiamo invece che questa legislatura debba finire subito, prima che sia troppo tardi e con un Presidente e un sistema di potere finalmente costretti ad assumersi le loro responsabilità di fronte agli elettori e alle elettrici della Lombardia.

Luciano Muhlbauer (ex Consigliere regionale Prc-Fds)
Milano, 16 gennaio 2012
www.lucianomuhlbauer.it