La Costituzione e le vicende politico-istituzionali italiane dal 1946 al 1994

1.2. La proclamazione della Repubblica

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Il 9 maggio 1946 l’abdicazione del Re Vittorio Emanuele III a favore del figlio Umberto II fu l’estremo tentativo di presentare al popolo la dinastia dei Savoia con un nuovo volto meno compromesso con il regime fascista; tuttavia gli esiti del referendum istituzionale furono favorevoli alla Repubblica.

Circa 12 milioni e settecentomila italiani, contro 10 milioni e settecentomila, decisero che l’Italia doveva trasformarsi da Regno in Repubblica, con un Capo dello Stato elettivo.

Umberto II, l’ultimo Sovrano d’Italia, passò alla storia con l’appellativo di "Re di maggio". Dopo qualche temporeggiamento e la comunicazione dei dati definitivi, il 13 giugno 1946 egli decise di lasciare il Paese con la sua famiglia e andarsene in esilio, riconoscendo la sconfitta e la fine della Monarchia.

Il 18 giugno 1946 la Corte di Cassazione, preso atto dei voti espressi, sul cui computo non mancarono polemiche, proclamò ufficialmente la vittoria della Repubblica.

Il 2 giugno 1946 è ancora oggi ricordato come l’anniversario della Repubblica anche se la festa civile è stata soppressa e la ricorrenza viene festeggiata la prima domenica del mese.

Fu evidente ed imperdonabile per la maggior parte del popolo italiano la responsabilità politica e morale del Re nell’ascesa della dittatura e nella guerra. È significativa la prima affermazione contenuta nel primo articolo della futura Costituzione repubblicana: "L’Italia è una Repubblica...", a cui corrisponde l’ultima norma, l’art. 139, che chiude l’articolato con la prescrizione: "La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale", a sottolineare il valore perenne e irrevocabile di quella scelta popolare.

Il primo Presidente della Repubblica italiana fu Luigi Einaudi, eletto dal Parlamento secondo le regole contenute nella nuova Costituzione (tit. II della seconda parte) il 12 maggio 1948, dopo le prime elezioni politiche vere e proprie del 18 aprile dello stesso anno. Fino ad allora assunse le funzioni di Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola che venne eletto dall’Assemblea Costituente appena insediatasi.

Graziano Galassi
Vignola, 1 maggio 1996
www.grazianogalassi.it