«La vittoria della destra è tutta colpa di Bertinotti», un'affermazione di quelle senza senso ma dura a morire.
Trova il "colpevole", non pensare

"La vittoria della destra è tutta colpa di Bertinotti", "La disoccupazione è tutta colpa dei negri che tolgono lavoro agli italiani!", "Gli stupri sono colpa delle donne che, in fondo, se lo cercano!", eccetera: queste affermazioni sono diverse ma hanno qualcosa che le accomuna. Non mi riferisco solo alloro livello morale (invero bassissimo) o alla loro falsità (del tutto evidente), mi riferisco invece a qualcosa di più profondo, alla "natura comunicativa" ditali affermazioni, a ciò che potremmo definire il loro "statuto semiotico". Non si tratta infatti, a ben vedere, di giudizi razionali (magari erronei o discutibili, ma comunque frutto di fatti e di ragionamenti che elaborano dei fatti), si tratta invece di puri sfoghi, di mere manifestazioni di ostilità, più simili a una parolaccia o a una bestemmia che non ad un sillogismo. Vorrei sottolineare, a questo riguardo, l'estrema personalizzazione dell'attacco che è stato rivolto non al Partito della Rifondazione ma personalmente" all'uomo Fausto Bertinotti, cercando addirittura di cogliere in lui una spregevole motivazione psicologica (l'accecante aspirazione agli applausi del "Maurizio Costanzo show"!).

Puri sfoghi senza fondamento

Dobbiamo però capire bene un punto decisivo: proprio in questa loro natura non razionale stanno la debolezza, ma anche la tremenda forza e la persistenza delle "cazzate" di cui parliamo, come di altre, ancora più terribili, che le hanno precedute nella storia (ad esempio: «Gli ebrei bevono il sangue dei bambini cristiani»): come non sono appoggiate da nessun fatto o ragionamento così esse non sono neppure smentibili da nessun fatto e da nessun ragionamento, appunto perché sono tutt'altra cosa rispetto alle argomentazioni razionali. Questo significa che ce le ritroveremo ancora a lungo fra i piedi, quale che sia la nostra capacità di dimostrare la loro falsità: esattamente come non riusciremo mai a convincere i razzisti che gli immigrati creano ricchezza e lavoro anche per gli indigeni italiani, così ritroveremo sempre qualcuno che ci dirà «Tutta colpa di Bertinotti!».

Propongo di definire "cazzate espiatorie", il tipo di affermazioni di cui parliamo: esse rispondono ad un'esigenza oscura e profonda di spiegare il male del mondo attribuendone la colpa a qualcuno diverso da noi stessi, esattamente come il "capro espiatorio" della Bibbia veniva caricato simbolicamente di tutte le colpe della comunità per assolverla da qualsiasi colpa. «Se è tutta colpa degli ebrei allora noi cristiani non abbiamo nessuna colpa»; «se è tutta colpa di Bertinotti allora noi Ds, o noi intellettuali neo-qualunquisti exPci, non abbiamo nessuna colpa», e così via. Anzi, la virulenza (e, ripeto, la persistenza) della cazzata espiatoria sarà tanto maggiore quanto maggiore è la responsabilità che si intende occultare e più insopportabile l'angoscia che ne deriva.

Se le cose non stessero così sarebbe relativamente facile dimostrare l'infondatezza della più recente cazzata espiatoria contro Bertinotti e mettersi d'accordo, fra persone di media intelligenza e buona fede, a non pronunciarla mai più. Per esempio dovrebbe essere facile dimostrare che è un'argomentazione ben strana da parte di un partito (che ha governato l'Italia per oltre un quinquennio) dare la colpa della propria sconfitta ad un altro partito, di opposizione, accusando quest'ultimo di... non averlo votato. E se sono stati solo i voti di Rifondazione ad impedire la vittoria del centrosinistra, allora come mai questa vittoria non c'è stata al maggioritario della Camera dove noi non ci siamo presentati? E a proposito di voti dispersi veramente, perché non si dice una parola sulla dispersione di voti operata dai cossuttiani che hanno intenzionalmente gettato dalla finestra circa 500mila voti (sapevano benissimo che non avrebbero mai raggiunto il quorum del 4%) soltanto perché volevano rubacchIare qualche voto a noi? E cosa dire, allo stesso proposito, dei Verdi e dei Socialisti italiani?

E' roba da matti. Oppure, più semplicemente, è roba da padroni; in questa pretesa di "ubbidienza" da parte dei comunisti e nella violenta irritazione per la disubbidienza nostra, vive né più né meno la negazione padronale - borghese di una rappresentanza politica "autonoma" del proletario. Per costoro non ci deve essere, "non ha diritto", un partito autonomo degli operai e delle masse popolari. Queste debbono soltanto votare in silenzio per quella parte della borghesia che, bontà sua, aspira a rappresentarle; se disobbediscono ciò provoca nei nuovi padroni sdegno e fastidio, come verso un servitore inetto e recalcitrante, insomma un risentimento protervo, ad un tempo aggressivo e piagnucoloso.

A conferma del carattere "classista" di questo risentimento (penso a certi articoli del partito-"Repubblica" e dell' "Espresso") esso riguarda soltanto Rifondazione e non, ad esempio, Di Pietro o Democrazia europea ai quali nessuno si sogna di negare il diritto ad esistere politicamente (eppure Di Pietro era senatore dell'Ulivo e Zecchino addirittura ministro!).

E' questa, come si vede, la negazione del cuore stesso della Costituzione, che consiste nella piena istituzionalizzazione "politica" del conflitto di classe attraverso la pluralità dei partiti, il suffragio universale e il Parlamento, che Togliatti definiva "specchio del Paese"; mi sorprendo davvero che nessun democratico non comunista abbia ancora alzato la propria voce contro questo intollerabile rigurgito di prepotenza pre - costituzionale ed anti - costituzionale.

Armi che fanno male a chi le usa

Ripetere (e ripetersi) la cazzata espiatoria contro Bertinotti serve a molti compagni, specie dei Ds, ad occultare la più grave delle loro tante responsabilità per la vittoria della destra, e cioè il fatto che è stata solo la legge elettorale vigente che ha consegnato una schiacciante maggioranza di seggi alla destra (la quale non ha invece affatto la maggioranza dei voti). Con la proporzionale Berlusconi non avrebbe vinto! Eppure la legge elettorale maggioritaria - "mattarellum" è stata prima voluta e poi ostinatamente difesa proprio dal centrosinistra e dai Ds, che hanno continuato a cercare un (impossibile) accordo con la destra in materia, perfino dopo che ben due referendum popolari avevano delegittimato il maggioritario. Fino all'ultimo Rifondazione chiese alla maggioranza di centrosinistra di fare una nuova legge elettorale proporzionale o, almeno, di modificare la legge elettorale del Senato per permetterci di regalare anche al Senato i nostri voti al centrosinistra nella quota maggioritaria, esattamente come abbiamo fatto alla Camera. A proposito: di questo regalo, che ha dato gratis oltre 40 seggi in più al centrosinistra, nessuno ci dice grazie, a meno che il "grazie" non siano state le liste civetta che hanno rubato (lo dicono ora fonti del tutto super partes) almeno sette seggi a Rifondazione donandoli tutti e sette al Polo, non al centrosinistra.

Ma al di là delle tecniche elettorali, come mai la politica, quella vera, è esclusa del tutto dai ragionamenti "alla Moretti" di tanti compagni dei Ds? Invece è proprio la politica che dovrebbe far capire che i voti (almeno quelli comunisti) non sono affatto pacchetti che si spostano a comando, e dunque che un'eventuale suicidio di Rifondazione, cioè la sua scelta di scomparire e di votare comunque per il centrosinistra, avrebbe solo aumentato l'astensione.

Come dimenticare i guasti degli anni di governo del centrosinistra? E i "no" sistematici alle richieste minimali di Rifondazione, a cominciare dalla richiesta di un milione al mese per i pensionati, con il bel risultato di permettere a Berlusconi di cavalcare lui in campagna elettorale lo scontento sacrosanto dei pensionati al minimo? Come fanno i compagni Ds che ci criticano a non pensare quanto sarebbe stato diverso lo scontro con la destra se almeno alcune delle proposte di "svolta" in termini di politica economica e sociale avanzate da Rifondazione, già al tempo della rottura con Prodi, fossero state da loro accolte. Come dimenticare la guerra, il finanziamento alle scuole private, la precarizzazione del lavoro e le privatizzazioni, l'accordo con Berlusconi perseguito ostinatamente per anni da Massimo D'Alema (do you remenber ilconflitto d'interessi? E la bicamerale per stravolgere la Costituzione antifascista?). E come dimenticare che proprio Rutelli si dichiarò esplicitamente ben lieto della mancanza di qualsiasi intesa con Rifondazione e che questo avrebbe contribuito a "fare chiarezza" (leggi: a favorire la parte più moderata della sua coalizione, cioè lui stesso). Quella di Rutelli e del partito - "Repubblica" era, ed è, una precisa strategia politica: inseguire Berlusconi al centro, cioè a destra, proponendosi come garanti dei "poteri forti" e del capitale finanziario, E' stata proprio quella strategia, accettata dai Ds, a fallire: ha portato la destra al potere e i Ds al -16%, creando però un nuovo polo neo-moderato, la Margherita, che ora si renderà autonoma dai Ds così come hanno fatto tutte le. altre creature di centro della celebrata genialità tattica dalemiana, da Buttiglione a Di Pietro a D'Antoni. Per non dire di un gruppo dirigente, quello diessino, che scompare proprio nel cuore della campagna elettorale, rifugiandosi a Gallipoli o in città più grandi, lasciando il partito senza guida.

Ecco solo alcune delle domande, vere ed angosciose, che le "cazzate espiatorie" servono a nascondere. Dobbiamo attenderci che esse continuino ad operare e a far danno, specie alla base dei Ds: la rimozione espiatoria impedisce di pensare, di capire gli errori, e dunque porvi riparo prima che sia troppo tardi.

Raul Mordenti
Roma, 1 giugno 2001
da "Liberazione"