L'esito della prossima tornata elettorale è destinato a
condizionare profondamente l'evoluzione della situazione politica. L'eccezionalità
dell'evento non è solo dovuta alla concomitanza fra elezioni politiche e
significativi appuntamenti amministrativi (come Milano, Torino, Roma e Napoli,
per non parlare delle elezioni regionali in Sicilia), ma anche al momento
particolare in cui esso viene a collocarsi. La riunificazione delle forze
della destra, in presenza di una crisi del centro-sinistra, crea le condizioni
per una vittoria delle forze moderate e conservatrici.
E' evidente che, se ciò avvenisse, non solo si rafforzerebbe l'orientamento
liberista, peraltro sostanzialmente condiviso in questi anni dal
centro-sinistra, ma entrerebbe profondamente in crisi il progetto dell'Ulivo.
In questo scenario, il ruolo di Rifondazione comunista non è affatto
marginale. Non lo è dal punto di vista elettorale, poiché anche dalle nostre
scelte dipenderà l'esito della competizione fra centro-destra e centro
sinistra, ma, più in generale, il nostro ruolo diviene essenziale in
relazione alla crisi della sinistra moderata. Un risultato positivo di
Rifondazione comunista favorirebbe non solo il consolidamento del nostro
partito, ma anche lo sviluppo di una crisi positiva della sinistra moderata,
passaggio ineludibile per l'affermazione di una sinistra plurale nel nostro
Paese. Su di noi pesa, quindi, una grande responsabilità. Per reggere questa
sfida occorrono scelte coerenti e un partito attrezzato. Ciò significa, in
primo luogo, valutare la praticabilità delle alleanze in relazione con le
convergenze programmatiche. Per questo, nelle prossime elezioni politiche
Rifondazione non stipulerà accordi con l'Ulivo: le distanze che già
abbiamo potuto misurare fra le rispettive proposte programmatiche sono tali
che ogni intesa risulterebbe incomprensibile.
Per quanto riguarda le elezioni amministrative, data la diversità dei
contesti locali, l'assunzione di un modello rigido che anteponga la scelta
di schieramento alla verifica di merito sui contenuti sarebbe sbagliata.
Questa impostazione è motivata, in primo luogo, dalla esigenza di mantenere
un rapporto con quelle fasce popolari che aspirano ad una svolta profonda
negli orientamenti politici e amministrativi ma che, altrettanto nettamente,
rifiutano approcci tattici o pregiudiziali. Per questo la scelta della “non
belligeranza”, per quanto riguarda i collegi uninominali della Camera, non
risponde solo all'esigenza di contrastare la destra o di evitare strumentali
polemiche nel corso della campagna elettorale da parte dell'Ulivo, ma,
soprattutto, di tener conto di sensibilità e orientamenti diffusi a livello
di massa.
E' del tutto evidente che, data la delicatezza della competizione verso cui
ci stiamo avviando, al nostro partito è richiesto uno sforzo particolare. Il
risultato elettorale che otterremo dipenderà, infatti, non solo dalla
correttezza delle scelte di collocazione o dall'efficacia dei programmi, ma
anche dalla capacità concreta di coinvolgere milioni di cittadini. Nulla va,
però, lasciato al caso. Vi è, in primo luogo, l'esigenza di qualificare le
nostre rappresentanze istituzionali con candidature che parlino a quel popolo
di sinistra che vogliamo rappresentare. Ciò non riguarda solo i candidati per
le elezioni del proporzionale alla Camera, ma anche quelli del Senato e quelli
delle elezioni amministrative, dove sappiamo bene che la qualità del
personale politico e la sua rappresentatività sono decisive. Così, un grande
sforzo dovrà essere fatto per predisporre e divulgare i contenuti delle
nostre proposte. Il programma elettorale per le politiche è in fase di
approntamento ma, a livello locale, occorre produrre un'analogo sforzo per
le elezioni amministrative per mettere in evidenza gli elementi di
discontinuità che connotano le nostre proposte. E occorre una forte
visibilità nell'iniziativa politica e sociale.
In questi mesi vi è stato un disgelo a livello sociale. Segnali importanti si
sono avuti nel mondo della scuola, in grandi imprese industriali, nel settore
dei servizi, senza contare le mobilitazioni sui temi della pace e contro la
globalizzazione. La capacità di essere in campo è oggi un'esigenza vitale
per il nostro partito anche in relazione alla prossima campagna elettorale. A
livello locale, questa ricerca di visibilità implica la capacità di far
vivere il confronto politico e programmatico con le forze del centro sinistra
in un rapporto diretto con i cittadini. In questo senso, la realizzazione di
conferenze programmatiche locali acquista un rilievo particolare.
Non possiamo, inoltre, sottovalutare la questione delicatissima della
comunicazione. Sempre più la ricerca di un rapporto con gli elettori si gioca
attraverso l'attivazione di una pluralità di mezzi. Rifondazione comunista
non ha grandi risorse finanziarie ma può, attraverso i suoi iscritti e
simpatizzanti, recuperare una modalità di relazione con i cittadini basata su
un contatto diretto.
Infine, non possiamo dimenticare l'esigenza di un impegno organizzativo
puntuale in cui l'individuazione dei rappresentati di lista, il rispetto
delle scadenze burocratiche, l'organizzazione della raccolta delle
sottoscrizioni alle liste avvenga con scrupolo. Non siamo vocati all'istituzionalismo
e sappiamo bene che le elezioni costituiscono solo uno dei tanti terreni di
intervento del nostro partito, ma sappiamo che anche attraverso la
competizione elettorale un partito può crescere e consolidarsi.