Elezioni politiche 2008

Agli sprovveduti, innamorati del “nuovo”

I due partiti maggiori hanno stabilito un'intesa per ottenere gli stessi effetti che sarebbero derivati da una riforma della legge elettorale in senso a loro favorevole, anche se la legge elettorale è rimasta invariata

Mi piacerebbe riuscire a spiegare in poche righe la partita politica che si sta giocando con le elezioni del 13 e 14 aprile. I due partiti maggiori hanno stabilito un'intesa per ottenere gli stessi effetti che sarebbero derivati da una riforma della legge elettorale in senso a loro favorevole, anche se la legge elettorale è rimasta invariata.

Come è noto, sono previste due diverse soglie di sbarramento. Situazione A): i partiti che fanno parte di coalizioni possono ottenere rappresentanza se hanno una cifra elettorale nazionale almeno pari al due per cento del totale dei voti validi espressi (cioè, se ottengono circa 750.000 voti); anzi, tra le liste coalizzate, quella del miglior perdente può ottenere rappresentanza parlamentare anche se non raggiunge il 2 %.
Situazione B): i partiti che si presentono autonomamente, al di fuori delle coalizioni, devono raggiungere una cifra elettorale almeno pari al quattro per cento del totale dei voti validi espressi (cioè, circa 1.500.000 voti), altrimenti sono esclusi dalla Camera dei Deputati.

Per il Senato, la normativa è ancora più penalizzante per le liste non coalizzate. Ho scritto e pubblicato in tempi non sospetti che questa normativa è fortemente sospetta di illegittimità costituzionale, perché viola il principio stabilito dall'articolo 48, secondo comma, della Costituzione, secondo cui tutti i voti devono avere peso eguale. Non è in discussione la soglia di sbarramento in sé, perché molti sistemi elettorali stabiliscono il requisito di una quantità minima di consenso fissata dalla legge, al di sotto della quale le liste non possono ottenere rappresentanza. Si pensi alla Sperrklausel stabilita dalla legge per l'elezione del Bundestag in Germania. Ciò che è sbagliato (e, secondo me, incostituzionale), è l'avere previsto soglie di sbarramento diversificate, cosicché le liste non sono poste tutte sullo stesso piano e la partita, in partenza, è falsata. L'unica condizione perché una soglia di sbarramento sia costituzionalmente legittima e politicamente accettabile è che funzioni in modo uguale per tutte le liste.

La lista del Popolo della Libertà, accettando di coalizzarsi con la Lega Nord e con il Movimento per l'Autonomia di Raffaele Lombardo, consentirà a queste due liste di ottenere rappresentanza parlamentare; allo stesso modo, sull'altro versante, la lista del Partito Democratico consentirà all'Italia dei Valori di ottenere rappresentanza.

Al di fuori delle due coalizioni, soltanto la Sinistra Arcobaleno ha una relativa sicurezza. Viceversa sono a rischio: 1) l'UDC; 2) la Rosa bianca per l'Italia; 3) i Socialisti; 4) la Destra, 5) l'Udeur.

Tanto le esclusioni dalle coalizioni, quanto le inclusioni, rispondono a logiche raffinatissime; con l'alleanza siciliana, che consente al Popolo della Libertà di recuperare i voti dell'ex Presidente della Regione Cuffaro, scavando il terreno sotto i piedi a Casini, si raggiunge il sublime del politicantismo. Anche i seggi ai Radicali non sono stati dati gratis: il Partito Democratico temeva potessero concorrere ad un'aggregazione competitiva in un eventuale cartello elettorale con Socialisti, Liberali, Repubblicani.
Perché Boselli dovrà essere escluso se non raggiunge un milione e mezzo di voti, mentre a Di Pietro e a Leoluca Orlando ne basteranno meno di 750.000? Se fossi Boselli, o Casini, o Tabacci, comincerei a cercarmi dei buoni avvocati, specializzati in questioni di diritto costituzionale.

Confidando che il nostro sia ancora uno Stato di Diritto, bisognerebbe fare intendere a Berlusconi ed a Veltroni che possono fare tutte le riforme elettorali che vogliono, se riescono a farle approvare in Parlamento, secondo le procedure previste, alla luce del sole. Ma non bisogna essere troppo furbi ed alterare le regole del gioco, con un accordo a due che impone una diversa applicazione della medesima normativa, formalmente rimasta invariata.

Secondo punto: spero che Popolo della Libertà e Partito Democratico, insieme, non superino il sessanta per cento dei voti. Per loro sarebbe una sconfitta clamorosa, restando così dimostrato che non controllano oltre il quaranta per cento dell'elettorato italiano. Forse allora ci sarà meno spazio per i furbi; forse sarà finalmente possibile smascherare certe operazioni di pura immagine, che contrabbandano come "nuovi" metodi che, invece, sono vecchissimi. Il bel viso giovane di tal Marianna, serve a coprire la scelta di eleggere tanti parlamentari "burattini", privi di qualsiasi forza politica propria, che potranno dire soltanto di sì a chi li ha nominati. La parola "cooptazione" non è americana, ma in Italia ne comprendiamo il significato.

Livio Ghersi
Palermo, 24 febbraio 2008
da “www.livioghersi.it