Si vuole mettere mano alla Legge elettorale regionale in vista delle elezioni del 2010?

Il PD lombardo ripropone la rovinosa linea di Veltroni? Un “Porcellum” targato “Porcari”.

Così sembrerebbe dalle parole di Carlo Porcari, capogruppo regionale PD

Con sconcerto abbiamo ascoltato ieri sera le parole del capogruppo regionale del Pd, Carlo Porcari, che dai microfoni dell’emittente milanese Radio Popolare ha chiesto la modifica della legge elettorale lombarda e l’introduzione di una soglia di sbarramento “del tre, quattro o cinque per cento”, in vista delle elezioni regionali che si terranno il 29 marzo 2010.

Ma come, non ci sono proposte ufficiali del centrodestra sul tavolo e non è nemmeno ancora programmata una seduta di commissione sull’argomento, e Porcari chiede a gran voce un accordo con la maggioranza formigoniana per cambiare le regole del gioco a pochi mesi dalle elezioni?

E lo sconcerto aumenta ancora, quando consideriamo le motivazioni avanzate. Infatti, Porcari non si richiama agli argomenti classici in materia (la garanzia di maggior governabilità è un problema che in Lombardia proprio non esiste), bensì alla necessità di riscrivere manu militari la geografia politica alla sinistra del Pd.

Il problema sarebbe, cioè, che in Consiglio Regionale a sinistra esistono “cinque gruppi per sei consiglieri”. A parte il fatto che i consiglieri in questione sono otto, Porcari “dimentica” che i gruppi usciti dalle ultime elezioni regionali erano soltanto tre - Prc, Verdi, Comunisti italiani - e che la successiva proliferazione è stata il prodotto di divisioni avvenute nel palazzo, senza che la legge elettorale c’entrasse alcunché.

Infatti, gli ulteriori due gruppi, Sinistra Democratica (Sd) e Unione per Unaltralombardia (Ual), sono nati, il primo, in dissenso con la scelta dei Ds di dare vita al Pd; il secondo, in conseguenza della scissione dentro Rifondazione. E qui Porcari “dimentica” anche la cosa più importante: cioè che l’Ual ha potuto nascere, poco più di un mese fa, grazie all’appoggio “tecnico” del Pd, che ha prestato alla nuova formazione il consigliere Civati, dato che il regolamento prevede un minimo di tre consiglieri per poter costituire un Gruppo Consigliare con tutte le prerogative connesse. E, per l’ occasione, Porcari non solo non si era opposto alla nascita del nuovo gruppo, ma aveva pubblicamente rivendicato la giustezza dell’appoggio fattivo fornito dal Pd all’operazione.

Detto questo, per rispetto della trasparenza politica dovuta ai cittadini e non certo per polemica, riteniamo necessario che il Pd chiarisca se le parole di Porcari rispecchiano l’orientamento del Gruppo o se siamo di fronte a una leggerezza dovuta alla calura estiva.

C’è infatti una questione dirimente da chiarire. E cioè: si pensa, come facciamo noi, che l’avversario stia a destra, e che dunque vi sia la necessità per le opposizioni lombarde di definire una proposta politica e uno schieramento alternativi al prolungato regime formigoniano, oppure il Pd pensa di riproporre lo schema veltroniano del dialogo con Formigoni e della rovinosa illusione di autosufficienza che, in ultima analisi, ha rafforzato le destre indebolendo non solo le sinistre, ma lo stesso Partito democratico?

Luciano Muhlbauer (Capogruppo regionale lombardo Prc-Se)
Milano, 3 luglio 2009