Referendum per l'estensione dell'articolo 18

La scadenza del voto di giugno è una realtà che va affrontata, senza cercare di eluderla

È necessario che i DS presentino una proposta di legge su estensione dei diritti ed estensione degli ammortizzatori sociali

Il rientro del dopo Pasqua è stato particolarmente intenso, per il dibattito politico che si è aperto sul referendum per l’estensione dell’art.18.

Condivido in pieno le critiche che da tutte le parti, maggioranza Cgil, Ds, vengono mosse a questa iniziativa di Rifondazione Comunista, che sicuramente divide e non unisce nel centro sinistra.

Parlando in questi giorni con tantissime compagne e compagni della Cgil vedo come le posizioni siano spesso differenti e trasversali, anche tra coloro che fanno parte della stessa area di appartenenza, maggioranza Cgil, maggioranza Ds, correntone Ds.

La scadenza del voto di giugno è una realtà che va affrontata, senza cercare di eluderla.

In questi giorni sono particolarmente contenta di avere come mio referente la Cgil, che pur con travaglio, sta decidendo la propria posizione.

Penso sia giusto farlo come forma di responsabilità verso coloro che rappresentiamo, in particolare perché trattasi di materia riguardante il mercato del lavoro e i diritti.

Mi trovo in sintonia con Epifani che andrà al Direttivo Nazionale, il 6 e 7 maggio, proponendo di dare indicazione per il si, un si ideale, in coerenza con le battaglie da noi fatte nel 2003, con le riserve rispetto allo strumento di cui parlo nell’avvio della lettera.

Credo altresì che questa posizione, rappresenti maggiormente il sentire comune dei nostri iscritti e delle donne e uomini che lavorano, rispetto ai quali, un mancato pronunciamento risulterebbe quale una defezione e un disimpegno. Mi sono fatta questa idea rispetto al punto di osservazione di cui dispongo e che mi consente di parlare con i dirigenti sindacali, ma anche con delegati, rappresentanti aziendali, lavoratrici e lavoratori. Naturalmente non ho certezze.

Nel partito la discussione è ancora diversa perché assume connotati specificamente politici, rispetto alle alleanze nella coalizione, alle maggioranze e minoranze all’interno dei Ds, alla necessità di evitare accuse o possibilità scissionistiche che nessuno vede come risolutive ecc.

Condivido la cautela con cui si procede e può essere saggia la decisione di rimandare la decisione ad un tempo più ravvicinato alla scadenza elettorale.

L’area di rappresentanza di una organizzazione sindacale e di un partito della sinistra sono diverse, più semplificata la prima, più articolata e variegata la seconda con la necessità di ampliarla ulteriormente.

La riflessione che io sto facendo è questa. Oggi, per me, arrivo alla conclusione che la mia priorità, dettatami dal lavoro che faccio e dal ruolo che svolgo è quella di guardare prioritariamente alla Cgil, e a come esercitare in modo adeguato questa rappresentanza, con il massimo dell’autonomia possibile.

Pertanto sono per il si e per esercitare il mio diritto/dovere di voto.

La prospettiva politica e sindacale sarà quella di fare ogni sforzo per far vivere le proposte di legge della Cgil su estensione dei diritti ed estensione degli ammortizzatori sociali, oggi depositate in Parlamento e per spronare il mio partito a presentare al più presto una proposta di legge sua, autonoma, su questi argomenti, se siamo d’accordo tutti che il tema dei diritti è da considerare come uno dei temi determinanti di una politica moderna e riformista.

Spero di potervi incontrare presto per un’ampia discussione.

Fulvia Colombini (Segreteria Camera del Lavoro di Milano)
Milano, 30 aprile 2003