E' partita ufficialmente la campagna referendaria contro inceneritori, elettrosmog, pesticidi e per l'estensione a tutti e tutte degli articoli 18 e 35

Un referendum per il conflitto sociale

La raccolta delle firme per i sei referendum è finalmente partita pur nelle mille difficoltà organizzative. E' un fatto straordinario che in molte città già appaiano i primi banchetti unitari, magari con i cartelli di propaganda scritti a mano in attesa dei manifesti. La militanza, ancora così diffusa nonostante i numerosi impegni e fatiche, sta producendo i primi frutti e le prime firme. I comitati di sostegno si allargano sia per i quesiti sociali che per quelli ambientali e per la scuola pubblica. Rilievo particolare assume, in questo quadro, la decisione della Fiom di sostenere con una propria caratterizzazione il referendum per l'estensione dei diritti del lavoro: articolo 18 e articolo 35. Tutto ciò ci dice che possiamo farcela. La raccolta delle firme è di per sé un fatto politico: suscita interesse, dibattito, confronto e dunque partecipazione. I referendum, non sono strumenti tradizionali di mobilitazione per noi comunisti. Tuttavia, va rilevato che la spinta per affrontare questa complicata campagna è nata dai comitati e dalle lotte sociali, dalle puntiformi iniziative disseminate nei luoghi di lavoro così come nei territori. Siamo stati tra i primi, di fronte all'attacco al lavoro portato dal governo Berlusconi e dalla Confindustria ad invocare lo sciopero generale. E riteniamo - con il fondamento che poggia sulle mobilitazioni - che proprio la pratica sociale di conflitto agìta diffusamente anche dalle complesse articolazioni del "movimento dei movimenti" abbia reso possibile la grandissima manifestazione del 23 marzo e poi la riuscita dello sciopero generale e generalizzato. E siamo convinti oggi che quella lotta debba proseguire con vertenze articolate e con un nuovo sciopero generale. Spegnere la voglia di conflitto sarebbe letale per qualsiasi ripresa di protagonismo, e rinnovamento della politica.

In questo contesto si sviluppa l'iniziativa referendaria. E' essa promozione attiva di diritti da esigere, riguarda la dignità del lavoro, della persona umana nella sua interezza. I quesiti sono diversificati e trattano questioni diverse ma vanno letti insieme e tenuti connessi. L'estensione dell'articolo 18 a tutti i comparti del lavoro così come la promozione al diritto alla salute e all'ambiente contro l'inquinamento o anche quello al diritto alla scuola pubblica sono aspetti diversi di un problema unico che parla di un'altra idea di società, di diverso sviluppo e convivenza. Perciò sono dentro le lotte intraprese e fanno della campagna referendaria una esperienza di movimento. Nei comitati di sostegno ci sono forze preziose - quali i sindacati di base, i tecnici, intellettuali, artisti, la sinistra sindacale Cgil, partiti come Rifondazione comunista e Verdi, i Giovani comunisti, espressioni della sinistra Ds, Social forum, associazioni diverse che sono a disposizione oltre che per la raccolta materiale di firme (indispensabile) anche per animare dibattiti, assemblee, incontri. Quanto più si allargherà l'iniziativa tanto più la campagna acquisterà valore politico. La crisi economica, industriale, di sviluppo continua a mordere - la vicenda dei licenziamenti Fiat è indicativa del collasso di questo sistema. Andrebbe ripensata radicalmente la strategia di opposizione, invece abbiamo solo balbettii dal centro sinistra, se non addirittura la convergenza con la destra: in politica estera o sulle impronte digitali. La necessità di un'ampia sinistra alternativa si fa concreta. Non attraverso la proposizione di formule organizzativiste, inseguite da chi ancora soffre di eccesso di politicismo, bensì dentro l'esperienza sociale. Sorprende dunque che proprio la Cgil che è stata capace di proposta autonoma di lotta e di intransigenza negoziale taccia ora sul referendum estensivo delle garanzie della giusta causa. Anche la difesa e/o la conquista dei nuovi diritti per tutti i Co. Co. Co. che sosteniamo con forza anche con l'impegno parlamentare necessario, riteniamo passi per la cruna di questo referendum. Perciò ogni tentazione che qua e là affiora a vivere la campagna in modo dimesso e rassegnato va abbandonata da subito. Abbiamo bisogno di tanti banchetti di tanti appuntamenti, consapevoli che anche di qui passa la strada della costruzione dell'alternativa.

Patrizia Sentinelli
Roma, 18 maggio 2002
da "Liberazione"