Parte oggi la campagna referendaria su articolo 18, ambiente e scuola pubblica. Una grande iniziativa sociale contro licenziamenti, inquinamento e privatizzazioni

Rifondazione farà la sua parte

Il Prc sosterrà con tutte le proprie forze i vari referendum sociali che stanno ormai prendendo il via per iniziativa di comitati e movimenti. Naturalmente ciascun referendum ha la sua specificità e la sua totale autonomia e le forze che sostengono un quesito non necessariamente si ritrovano sugli altri. Pure ritengo che ci sia un filo che li collega. Questi referendum nascono direttamente da espressioni di conflitti e movimenti, dalle lotte di opposizione di questa fase e dall'esigenza di ricostruire una piattaforma alternativa avanzata. Si usa lo strumento referendum come continuazione di una lotta che è portata anche su terreni altri. Sono emblematici in tal senso i referendum sull'estensione della giusta causa e dei diritti sindacali a tutti i lavoratori dipendenti. A fronte dell'attacco portato all'art.18, si propone non solo la difesa sacrosanta dei diritti in essere ma la loro estensione ai tanti lavoratori che non ne godono perché vivono nella frammentazione dell'"impresa moderna". La comprensione di questo dato è essenziale rispetto a chi ancora parla di soglia di divisione tra le piccole imprese, il lavoro artigiano e la grande fabbrica, che pure non giustifica in sé l'esclusione da diritti. La realtà di oggi è diversa e l'estensione a tutti degli art. 18 e 35 dello Statuto dei lavoratori è fondamentale per difenderne lo spirito e la sostanza. Sarà una battaglia importante dunque perché influirà sullo scontro in atto e perché propone di tornare a vincere, ad estendere le conquiste.

Sulla scuola, parti consistenti di quello che è stato il Movimento contro l'attacco alla scuola pubblica, che ha visto purtroppo molte forze pure di diversi schieramenti anche della sinistra moderata omologarsi pericolosamente, propongono di riaffermare con forza il valore universale della scuola pubblica.

Sull'ambiente, tantissimi comitati sorti in un lungo periodo contro gli inceneritori e l'elettrosmog decidono di continuare la loro lotta anche avvalendosi dello strumento referendario, dopo aver lavorato per anni sui territori in moltissime vertenze e aver inciso anche su procedimenti legislativi di riforma ampiamente compromessi e disattesi e ora sottoposti allo stravolgimento della destra. E' il caso dei rifiuti, dove l'incenerimento agevolato normativamente e finanziariamente si contrappone alle politiche virtuose di riduzione, raccolta differenziata e riciclaggio. E' il caso dell'elettrosmog dove il peso del dilagare di nuove centrali elettriche private, telefonia e quant'altro vanifica l'idea di precauzione. E poi c'è la questione pesticidi che allude a un grande tema: la sicurezza alimentare.

Al via dunque una grande campagna. Va vissuta come un momento importante del movimento di lotta che si oppone alle politiche neoliberiste, alle destre, all'aggressività del governo ma che propone anche un terreno nuovo, una piattaforma avanzata. Una campagna cui noi di Rifondazione parteciperemo con tanti altri soggetti politici, sociali, sindacali, del Movimento, di base e che può metterli in relazione. Certo, come dicevo, non tutte le forze faranno tutte le campagne e ciascuna campagna ha la sua specificità. Ma non c'è dubbio che questa è un'occasione straordinaria di relazione tra soggetti diversi e di un rapporto di massa larghissimo: cose entrambe decisive per ricostruire una capacità vincente dell'opposizione sociale. Un lavoro che sarà lungo, che richiede costanza, continuità, serietà ma che può dare frutti importanti.

Roberto Musacchio
Roma, 9 maggio 2002
da "Liberazione"