Di Pietro - sinistra uniti. E' iniziata l'offensiva d'autunno. Ma l'11 ottobre, per la sinistra italiana, vale qualcosa di più.

Al via la raccolta di firme contro il lodo Alfano.

Ferrero (PRC): è finita la ritirata

Antonio Di Pietro e Paolo Ferrero

Photo by Liberazioneinfo

E' iniziata l'offensiva d'autunno. Anzi, per dirla con Paolo Ferrero, «è finita la ritirata»: la sinistra torna in piazza, torna a farsi sentire; insomma, si muove. E la notizia è che lo fa unita (Pd a parte, of course), segno che sui temi concreti e specifici si possono trovare convergenze politiche e superare divisioni. Ieri, alla conferenza stampa di lancio della raccolta delle firme per il referendum contro il lodo Alfano, accanto ad Antonio Di Pietro (padre dell'iniziativa), c'erano Carlo Leoni (Sinistra democratica), Manuela Palermi (Pdci), il prodiano Arturo Parisi (Pd) e lo stesso segretario del Prc. Tutti per uno, se non uno per tutti, contro la "giustizia di casta", contro una legge che serve ad «assicurare l'impunità permanente a Berlusconi».

Si comincia l'11 ottobre. Il leader dell'Italia dei valori sarà nella “sua” piazza Navona: «La raccolta delle firme per abrogare il lodo Alfano continuerà fino alla fine dell'anno, con consegna alla Corte di cassazione l'8 gennaio», spiega Di Pietro. Prc, Pdci e Sd (ma non solo loro), invece, saranno a piazza Esedra, per poi sfilare fino alla Bocca della verità: due piazze separate, ma già si pensa ad un gesto simbolico che unisca le due iniziative. Perché l'obiettivo è lo stesso e non ci saranno «timbri di primogeniture».

Ma l'11 ottobre, per la sinistra italiana, vale qualcosa di più. E' un nuovo inizio, dopo il terremoto elettorale; dopo le divisioni congressuali. «Dobbiamo appuntarci questa data - esordisce Ferrero - perché segnerà la fine della ritirata e si ricomincerà a fare opposizione, dopo mesi in cui siamo rimasti all'angolo come pugili suonati. La riconquista dei consensi ricomincerà da qui». Cioè, appunto, dalla manifestazione di sabato per la difesa dei salari, contro il governo e contro la Confindustria. E perché no? Contro il lodo Alfano: «Rifondazione comunista - spiega infatti Ferrero - è impegnata per una giustizia che funzioni per tutti i cittadini, non per una giustizia che difende i potenti fatta da prepotenti per il proprio interesse». In breve, «intendiamo unire l'impegno per la democrazia con quello per la giustizia sociale».

Il Pd non ci sarà, né da una parte né dall'altra: segno dei tempi. Non si è mancato di sottolinearlo, la presenza di Arturo Parisi («a titolo personale») era già di per sé un atto d'accusa. «Il mio partito ha detto no, spiegando che i referendum si fanno per vincerli», ma sbagliano, accusa l'ex ministro della difesa, perché «sono certo che il referendum avrà il quorum. Ci sono momenti per dire no e questo è il giorno giusto per farlo - conclude Parisi - visto che abbiamo un governo che per governare usa solo decreti». Mette il Pd sul banco degli imputati anche Carlo Leoni (Sd), che non ha difficoltà a sottolineare il paradosso: «Se si dice che c'è una deriva autoritaria, credo che si debbano sostenere tutte le battaglie contro quelle misure» che mettono in discussione i principi democratici, come appunto il lodo Alfano, «un provvedimento che fa a cazzotti con la legalità». Una battaglia che è di sinistra, aggiunge Manuela Palermi (da ieri nuovo direttore de "La Rinascita"), perché quando c'è qualcuno che resta impunito vuol dire che c'è un'ingiustizia».

Romina Velchi
Roma, 8 ottobre 2008
da “Liberazione”