Premessa Politica
Care compagne e cari compagni
I prossimi tre anni saranno fondamentali per la Rifondazione Comunista.
Fondamentali per la (speriamo) capacità di essere protagonista dell'aumento
del conflitto sociale; sia delle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori,
che nella presenza nel Movimento dei Movimenti; sia per la difesa della democrazia
e della Costituzione e sia nello scontro politico in Italia, in Europa e nel
mondo contro la globalizzazione capitalistica e la guerra preventiva americana.
Tre anni in cui si susseguiranno importanti elezioni amministrative e politiche
il cui esito determinerà la possibile cacciata del governo delle destre o
il consolidarsi di un modello sociale reazionario e fortemente autoritario.
Tre anni in cui il nostro partito dovrà sviluppare la capacità di trasformare
la protesta sociale e politica in proposta sociale e politica di alternativa
al liberismo in Italia come in Europa.
Tre anni in cui la Rifondazione Comunista sarà impegnata contemporaneamente
su due fronti entrambi essenziali per il futuro della Rifondazione. Da una
parte l'impegno per promuovere ed organizzare quotidianamente il conflitto
sociale nei luoghi di lavoro, le lotte per uno sviluppo non solo solidale
ma al contempo rispettoso dell'ambiente in cui viviamo, la lotta per un modello
di democrazia partecipata contro le aspirazioni maggioritarie ed autoritarie
nelle istituzioni. Dall'altra parte la ricerca ed elaborazione sul proprio
futuro politico, organizzativo e identitario, sul futuro del comunismo e di
un altro mondo possibile.
La costruzione del Partito Europeo, la difficile ricerca di alleanze programmatiche
con le forze del Centro Sinistra, la riflessione aperta sul comunismo rifondato,
la costruzione della Sinistra di Alternativa sono quindi la cornice politica
in cui opereremo e la conseguente discussione dovrà essere la più ampia, partecipata
e democratica, e sicuramente non di breve durata.
Quello che ci preoccupa non sono i temi in discussione, anzi ogni progetto
politico è vitale se riesce a cogliere gli elementi della trasformazione;
siamo preoccupati per i limiti tutti interni al partito nel dispiegare il
confronto liberamente, senza fossilizzazioni correntizie ed ideologiche; retaggio
riteniamo del clima rissoso scaturito dall'ultimo congresso, ma prioritariamente
dall'esplodere delle contraddizioni sociali cui non siamo ancora in grado
di essere compiuto referente politico - organizzativo ed elettorale. Limiti
di tutti noi, e di cui ci assumiamo le nostre responsabilità, ma limiti che
vanno superati rapidamente. Nel Partito sono presenti elementi di diversità
politica e strategica (forse anche troppi), ma tutti hanno il diritto di rappresentare
democraticamente la propria sensibilità e ragione, vedendo riconosciuto il
proprio contributo; le diversità sono una ricchezza per il confronto politico
soprattutto se finalizzate alla crescita ed al rafforzamento di un comune
progetto politico che ha messo al centro del suo programma la sintesi di tali
diversità - la Rifondazione Comunista appunto -; dovremmo evitare quindi di
paralizzare il Partito con pretese egemoniche quando non si è in grado di
produrre una sintesi capace di raccogliere la maggioranza delle adesioni e
dei consensi. Rileviamo comunque una preoccupante accelerazione del decisionismo
interno a tutti i livelli del Partito, che provoca nei fatti, se non forse
accetta come dato di fatto, la delega a ristretti gruppi dirigenti della elaborazione
della linea politica. Riteniamo che questo sia un fatto da contrastare tenacemente
soprattutto da chi è in accordo con la linea politica adottata. In sostanza
non si può pretendere di avere un corpo militante attivo se lo stesso non
è partecipe delle decisioni assunte.
I temi posti dalla politica, senza un radicale agire politico, porteranno
discussioni a posteriori che rischiano di essere sterili e inconcludenti.
Siamo convinti che la nostra Conferenza di Organizzazione debba, nella prospettiva
di linea politica tracciata, e per le difficoltà della nostra Federazione,
delineare una proposta fattibile di riorganizzazione del partito in Brianza,
ma al contempo creare le condizioni per un maggiore sentire comune; non quindi
un accordo spartitorio, ma ricostruire la solidarietà interna con lo svelenire
il dibattito e le relazioni, anche attraverso una maggiore rappresentazione
e coinvolgimento delle sensibilità interne e della reale rappresentanza.
Gli elementi principali di difficoltà della nostra federazione riteniamo
siano i seguenti:
- Progressivo esaurimento della rappresentatività politica e della capacità
di coinvolgimento del gruppo dirigente.
- Incapacità collettiva di pensare ed agire insieme per il progetto politico
della Rifondazione. Basti pensare alle enormi differenze di attività e risultati
sul referendum per l'estensione dello statuto dei Lavoratori, sul tesseramento,
nel lavoro sul e nel movimento.
- Crisi della militanza e del tesseramento, in continua diminuzione.
- Difficoltà dell'agire nel sociale, spesso i circoli vivono solo di attività
amministrativa, propendendo per una forte autonomia e svincolo da responsabilità
collettive.
Storicamente, altresì scontiamo due gravi limiti:
- Uno è la scarsa adesione di giovani al nostro partito. La mancanza organizzata
e stabile di un gruppo di giovani comunisti/e, anzi il recente fallimento
dell'esperienza in brianza pone il partito in forte difficoltà nella possibilità
di interagire con gli studenti, con le istanze del movimento, del volontariato
sociale, e ci priva di un reale ricambio generazionale di militanti. Sui
motivi del fallimento del coordinamento dei giovani e delle giovani comunisti/e
in Brianza molto dovremmo ragionare e indagare anche se in prima analisi
le responsabilità devono essere fatte proprie dal gruppo dirigente.
- Il secondo limite storico, è la debolezza del partito nella città di
Monza. Alla terza città della Lombardia, servirebbe un partito molto più
rappresentativo e numeroso in grado di esternare compiutamente le posizioni
e le proposte di Rifondazione. Limite anche interno visto che in tutti questi
anni di vita di Rifondazione, dal circolo monzese non sono maturati e cresciuti
dirigenti del partito, né vi è stato un effetto traino sia politico che
umano. Limite ulteriore se si pensa alla possibile istituzione della Provincia
della Brianza. Peraltro la stessa città di Monza non ci pare sia sentita
dal resto dei comuni, come la "capitale" della Brianza.
La proposta organizzativa
Riteniamo opportuno identificare in proposte fattibili, il nostro contributo
al dibattito.
- Rafforzamento del ruolo decisionale del Comitato Politico Federale, calendarizzando
la discussione sui temi politici generali, e la discussione sul programma
dei comunisti in Brianza.
- Rafforzamento dei rapporti tra circolo e federazione istituendo scadenze
fisse di confronto (due volte l'anno) tra la Segreteria di Federazione e
gli attivi o direttivi degli stessi Circoli. Gli scopi sono quelli evidenti
di recuperare un reciproco rapporto fiduciario e di consolidare l'iniziativa
politica.
- Le zone, su iniziativa dei circoli, possono costituirsi su elementi programmatici
locali o nazionali, ed anche costituire liberamente un coordinamento organizzativo
dei circoli. Diversa è invece la proposta dal punto di vista della funzionalità
operativa della federazione che deve garantire ai circoli la tempestiva
informazione ed approvvigionamento di materiali (documenti ed elaborazioni
del nazionale, regionale, provinciale; materiale di propaganda e/o ODG e/o
mozioni e/o studi del nazionale, regionale, provinciale; esperienze originali
dei circoli della federazione) tramite una precisa rete di compagni che
siano i referenti operativi. Le zone quindi possono essere da una parte
una opportunità per i circoli che aspirano ad estendere la loro capacità
di intervento sulle politiche di un'area più estesa del proprio territorio
ma dall'altra parte devono essere uno strumento efficace e solido a supporto
dei circoli stessi
- Dei gruppi di lavoro, visto anche le esperienze di questi anni, crediamo
sia prioritario e non più rinviabile la costituzione di:
- della Consulta aperta delle Lavoratrici e dei Lavoratori Comunisti.
- del gruppo di lavoro Organizzativo.
- Sotto la responsabilità dei membri designati della Segreteria di Federazione,
gli altri settori di intervento produrranno le opportune riunioni tematiche
ed organizzeranno le campagne politiche nel territorio; tra gli ambiti di
miglioramento non secondari vi può essere la puntuale osservazione delle
scelte compiute dai circoli e/o nelle zone per affrontare eventuali incoerenze
di approccio a temi importanti por la caratterizzazione del partito: le
privatizzazioni, l'urbanizzazione, l'ambiente, i trasporti. L'obiettivo
non è imporre una scelta di parte su un determinato problema ma far sì che
le incoerenze riscontrate diventino elemento di crescita collettiva e di
approfondimento di analisi su quel determinato aspetto.
- Rilancio della funzionalità della sede di Federazione.
- La segreteria di Federazione avrà la composizione politica che il Comitato
Politico Federale riterrà più opportuna, e dando per scontati il ruolo di
rappresentanza esterna e interna, riteniamo in questa fase sia necessario
uno sforzo per "girare" nei circoli ed ascoltare il Partito. Altra priorità
della Segreteria sarà quello di organizzare la formazione e favorire la
circolarità delle elaborazioni sui temi della Rifondazione, della Democrazia
e delle Istituzioni, dell'Ambiente ...
- Il Funzionario (part-time) è un'altra delle priorità da realizzare in
tempi brevi, ovviamente in raccordo con il partito regionale, dando seguito
alle necessarie verifiche di fattibilità economica ma anche agli impegni
già presi.
Con l'augurio di buon lavoro a tutte le compagne e a tutti i compagni.