COMITATO POLITICO FEDERALE DEL PRC - BRIANZA

Relazione introduttiva del segretario
DANIELE RATTI

Monza, 31 marzo 2004

Care compagne, cari compagni

Gli sviluppi della situazione internazionale, dimostrano ogni giorno di più la correttezza delle ns. analisi sulla crisi del modello di sviluppo della globalizzazione capitalista. Le guerre preventive, non solo non pacificano le aree geografiche interessate, ma alimentano la spirale di risposta terrorista.  Alla distruzione, al dolore e alle tragedie umane singole e di interi popoli, si aggiunge la instabilità dei rapporti internazionali ed a una crisi economica che produce povertà, oramai endemica per i paesi del terzo e quarto mondo, ma che interessa pressantemente e pesantemente le ns. società occidentali.

Guerra e terrorismo sono le due facce della stessa medaglia, cioè quella che espropria col terrore, la volontà dei popoli del mondo di auto determinare liberamente il proprio futuro; la stessa faccia che alimenta le economie di guerra statunitensi e delle grandi multinazionali, per il controllo delle risorse energetiche e per il controllo e sfruttamento dell’acqua, risorsa sempre più al centro di veri e propri conflitti.

La seconda potenza mondiale “il popolo della pace” aveva e ha ragione quando denuncia l’inutilità e le bugie sulla guerra come risoluzione della questione Terrorismo. I Balcani, l’Afghanistan, l’Iraq, la Palestina, la Cecenia, i conflitti in Africa dimostrano come le guerre siano inutili dannose e criminali.

L’Europa, a causa della subordinazione politico-militare agli USA, vive una crisi sia economica figlia proprio delle scelte di asservimento alla dottrina della supremazia del mercato liberista, sia di prospettiva politica a causa dell'incapacità di svolgere un ruolo autonomo dagli Stati Uniti, e che subisce le ritorsioni terroriste per questa incapacità. Un'Europa che si appresta ad allargare le sue frontiere ai paesi dell’Est ed ad approvare il testo di una Costituzione figlia delle dottrine liberiste e della compatibilità economica dei parametri di Maastricht e di restrizione delle garanzie democratiche. Ma in Europa sta crescendo nei lavoratori e nelle opinioni pubbliche, anche se ancora timidamente rispetto alla durezza della crisi, una nuova consapevolezza di un altro modello di sviluppo che metta al centro il rispetto ambientale, la redistribuzione delle risorse, l’innalzamento di salari e pensioni, la difesa dei diritti sociali (scuola sanità, ecc) la difesa della democrazia partecipativa. Consapevolezza manifestatasi con la mobilitazione contro la guerra, con i conflitti sociali, confinati purtroppo ancora localmente; con il risultato delle recenti elezioni spagnole determinato anche dalle bugie di Aznar per coprire la partecipazione spagnola alla guerra in Iraq; delle regionali francesi di clamorosa contro tendenza, ma anche del risultato greco, dove divise e sconfitte le sinistre moderate, comuniste e di alternativa superano il 50% dell’elettorato. Ma anche le recenti elezioni regionali in Germania dimostrano che la SPD ha perso perché punita per la sua politica di taglio della spesa sociale.

Anche in Italia da alcuni anni i segnali di opposizione alle politiche liberiste sono visibili e consistenti. La grande manifestazione per la pace del 20 marzo e quelle precedenti, le mobilitazioni contro la riforma Moratti, la lotta dei tranvieri, Scanzano, le vertenze locali sui contratti, le manifestazioni contro il monopolio mediatico di Berlusconi, la battaglia quotidiana contro l’impoverimento di larghi strati di popolazione anche precedentemente benestanti, hanno sedimentato coscienza della necessità di cambiare politica economica e sociale e di cacciare il governo delle destre.

In Italia come in Europa manca però il soggetto politico che sappia interpretare compiutamente la domanda di cambiare rotta.

Il cartello elettorale del triciclo, con il sottinteso partito Democratico all’americana, ha nei fatti una prospettiva centrista tutta interna alla logica delle compatibilità economiche e del capitalismo temperato. Le disponibilità molto silenziose ad accordi con il centro destra sulle pensioni, la posizione sulla guerra, le manovre per far rientrare completamente la CGIL nell’alveo della concertazione, la soddisfazione per l’elezione di Montezemolo a capo della Confindustria, sono solo alcuni esempi di questa impostazione politica che la maggioranza del centro sinistra persegue da anni.

Quindi è aperta la competizione sociale politica ed elettorale per intercettare ed interpretare la volontà di cambiamento presenti nella società italiana

In questi mesi si apre con forza la possibilità concreta di costruzione della Sinistra di Alternativa in Italia.

Ci sono e ci saranno alcuni passaggi fondamentali che determineranno questa prospettiva politica. Sinteticamente elenco quelli che ritengo fondamentali.

In primo luogo:

La mobilitazione continua contro la guerra e per un altro mondo possibile.

La battagli contro il carovita e per aumentare salari e pensioni

Il congresso della FIOM

Le elezioni Provinciali ed Europee.

Sui primi tre punti non voglio soffermarmi eccessivamente perché i motivi sono comprensibili e conosciuti, voglio solo ricordare che la battaglia per il sostegno delle posizioni di maggioranza della FIOM sono elemento fondamentale per chi come noi è da sempre contro le politiche concertative, e l’appuntamento del congresso dei metalmeccanici deve vedere un forte impegno delle iscritte e degli iscritti di Rifondazione.

Voglio concentrarmi sulle elezioni Europee e Provinciali. Tutti voi conoscete la mia non propensione elettoralistica, ma oggi il partito tutto deve lavorare per una forte affermazione elettorale di Rifondazione Comunista, che ritengo sia passaggio fondamentale e determinante per almeno due motivi.

Il primo motivo è quello di determinare una base ampia di consenso e di partecipazione alla costruzione della Sinistra di Alternativa in Italia ed in Europa. Risulta del tutto evidente che se il PRC sarà percepito come “utile” a sconfiggere il liberismo, Berlusconi e le destre, si apriranno ampi spazi di interlocuzione con grandi organizzazioni di massa, con i movimenti ed anche con singoli soggetti disposti ad un percorso politico comune.

Il secondo motivo e quello di determinare più favorevoli rapporti di forza con il centro sinistra per l'ancoraggio a sinistra del programma, per un possibile accordo politico elettorale per le elezioni politiche. Sono convinto che nessuno in Rifondazione pensi ad un ruolo del partito come “condizionatore a sinistra” dell’Ulivo, questo ruolo lo lasciamo ai Comunisti Italiani, ruolo che come ben sappiamo, non produce risultati. Il PRC in relazione ed interpretando le lotte dei movimenti, dei lavoratori, degli studenti e dei soggetti precarizzati della società deve costruire una alternativa programmatica seria al liberismo sia più o meno temperato. Più consenso al PRC non vuol dire posti di Potere al ns. partito, ma avanzamento delle condizioni economiche e di qualità di vita di milioni di lavoratori, pensionati e cittadini italiani.

In questa direzione credo sia fondamentale caratterizzare la prossima campagna elettorale, ma anche l’impegno del partito dei prossimi anni sui temi del recupero salariale e delle pensioni, contro la precarizzazione umana e del lavoro, per l’abrogazione della legge 30.

Per ultimo alcune considerazioni sullo stato interno al ns. partito, e permettetemi di essere franco.

In generale provo una sempre più crescente preoccupazione ed una sensazione di nostra inadeguatezza a rappresentare compiutamente i compiti politici sopra descritti.

Avere cinque posizioni sulla costituzione del Partito Europeo e quattro sulla fase politica può essere un sintomo di massima democraticità e vitalità del partito, ma all’esterno puoi essere vissuto come un partito diviso e non affidabile. Sapete che sono per il libero dispiegarsi del confronto interno, ma rilevo una sempre più crescente attività/appartenenza correntizia che limita fortemente l’iniziativa politica esterna del partito.

Quando si verifica l’avvicinamento e lo scappare immediato di nuove/i compagne/i. Quando in Rifondazione si esprimono accuse come liquidazione e svendita del partito; quando si partecipa a riunioni e si parte prevenuti perché il relatore non appartiene alla propria “sensibilità”; quando nei circoli si arriva a sfiorare la rissa verbale e fisica; quando si discute in congresso permanente; quando succede tutto questo vuol dire che le modalità di relazione interne sono in parte compromesse, e questo pregiudica il confronto e la possibilità di fare sintesi del partito.

Ero e resto convinto che le fasi politiche e le fasi storiche non si aprano e chiudano nel volgere di pochi mesi o anni, anche se la contingenza politica corre maledettamente, ma il percorso della Rifondazione del pensiero comunista in Italia e in Europa, è il laboratorio per il ns. futuro.

Quindi, care compagne e cari compagni, ritengo sia necessario modificare urgentemente il clima interno a Rifondazione; ora è il momento di lavorare uniti per raccogliere l’attenzione e fiducia che sentiamo sempre più ampia nei nostri confronti. Tutti noi sappiamo, che in autunno si aprirà la fase congressuale, e quella sarà la sede di verifica della linea politica e dei risultati prodotti da essa.

Per quanto mi riguarda, sono stato eletto con il preciso scopo di rimuovere o limitare le diffidenze e le ostilità delle diverse sensibilità e per riscoprire le ragioni di un sentire comune, ed è quello che tenterò di fare con tutte le mie forze, e credo sia il compito dei gruppi dirigenti ad ogni livello.

In questa direzione ci siamo mossi per la proposta e individuazione delle candidature nei collegi della Brianza per le elezioni provinciali

Le compagne e i compagni si saranno sicuramente accorti che pur non essendo di pertinenza dei circoli, per la prima volta abbiamo aperto un confronto con i circoli di ogni collegio per l’individuazione unitaria delle candidate e dei candidati.

E’ stato un confronto vero e utile, che ha visto una o più riunioni per singolo collegio e poche defezioni; è un lavoro da valorizzare e da prendere ad esempio per la ns. attività futura. Un confronto che ha evidenziato la tensione unitaria presente in larga parte della base del partito.

Questa sera proponiamo di approvare i nominativi delle compagne e dei compagni che rappresenteranno il partito in Brianza nelle elezioni Provinciali.

Chiediamo di stralciare l’indicazione della/del candidata/o del Collegio di Monza, perché le riunioni programmate con il circolo stesso sono per diversi motivi state rinviate, chiediamo quindi che il C.P.F. deleghi alla Segreteria di Federazione la definizione, nei prossimi giorni, della candidatura di Monza previa discussione con il circolo.

Ci aspetta una campagna elettorale politica ed amministrativa impegnativa e anche dispendiosa per le ns. povere risorse, quindi occorre massimizzare il risultato con il minimo delle risorse disponibili; questo si può fare con il massimo coordinamento possibile delle iniziative elettorali locali e di carattere federale.

Segnaliamo anche la necessita politica per rifondazione di essere presente in quasi tutti i comuni sopra i 15mila abitanti, e questo impegno andrà sostenuto da tutto il partito.

La descrizione, per come si sta definendo, circa le modalità della ns. presentazione alle amministrative sarà oggetto di apposita relazione del responsabile enti locali.

Le proposte per i collegi sono le seguenti:

Collegio n. 23 – (Agrate, Brugherio, Cavenago, Concorezzo, ecc), la compagna Bertilla Cassaghi

Collegio n. 26 – (Bovisio, Cesano, Limbiate, Varedo, ecc), il compagno Pierangelo Guagnetti

Collegio n. 33 – (Lissone, Muggio, Macheri, Sovico, ecc), il compagno Francesco Corestini

Collegio n. 35 – (Ceriano, Lentate, Seveso, Solaro, ecc), il compagno Carmelo De Masi

Collegio n. 36 - (Monza), da definire

Collegio n.43 – (Carate, Giussano, Seregno, Verano, ecc), la compagna Giusy Minotti

Collegio n. 45 – (Arcore,Bellusco, Carnate, Villasanta, Vimercate, ecc), la compagna Giovanna Casati

Per informazione delle compagne e dei compagni, per il collegio n. 30 comprendente i comuni di Desio, Nova, Paderno Dugnano, si è convenuto con la Federazione di Milano che in quel collegio fosse espressa candidatura riferita al comune di Paderno Dugnano per valorizzare la ns. presenza alle comunali, ed anche perché quel collegio potrebbe essere interessato alla composizione del futuro gruppo di Rifondazione alla Provincia.

Ricordiamo anche che la Federazione di Milano si è impegnata a candidare la compagna Giovanna Casati in due collegi di Milano in cui sia possibile determinarne l’elezione in caso di vittoria della coalizione che sostiene Penati.

Daniele Ratti (Segretario del PRC - Brianza)
Monza, 31 marzo 2004