Considerata la contro riforma costituzionale votata alla Camera dei deputati, come voluta dal governo che, oltre a prefigurare una svolta autoritaria in cui il capo del governo dispone di poteri assoluti umiliando il Parlamento e gli organi di garanzia, dispone nella frantumazione territoriale e nell’assolutizzazione della concorrenza, il sistema per spezzare e dissolvere l’universalità dei diritti civili e sociali e l’uguaglianza dei cittadini.
Stabilito che contro tale processo costituzionale è necessario investire energie e risorse politiche, affinché il percorso che conduce al referendum confermativo sviluppi una azione forte ed incisiva sulle questioni sociali e spinga l’intera opposizione ad assumere la centralità del sistema dei diritti come terreno stesso dell’alternativa.
Visto che l’azione politica del Prc ha contribuito a posizionare l’intera opposizione su un terreno di scontro duro e radicale nei confronti dell’esecutivo.
Stabilito che, chiusa definitivamente la stagione del dialogo sulle riforme, l’assunzione del referendum confermativo e la campagna per il no, ripone anche e soprattutto sul terreno culturale, una ricollocazione dei diritti e la loro esigibilità, quale perno centrale di una politica di alternativa alla logica mercantile e neoliberista.
Il Cpn impegna il partito a: assumere il tema delle riforme istituzionali, in particolare l’aspetto di attacco allo stato sociale, come uno dei temi centrali dell’iniziativa politica nei territori; promuovere in ogni provincia la costruzione unitaria e plurale dei comitati per la difesa della costituzione e per il no al referendum; promuovere iniziative pubbliche capaci di informare e coinvolgere tutti i settori sociali che rischiano un pesante arretramento sui diritti, nonché tutti i cittadini rispetto all’attacco nei confronti della democrazia partecipativa e dell’istituzioni.