«Nasce qui oggi un'area politica e dalla mozione "Un'altra Rifondazione è possibile" si passa a una tendenza "Sinistra Critica" che vuole essere uno strumento a disposizione di tutto il partito». Gigi Malabarba, capogruppo al Senato del Prc, lo sancisce con molta serenità a chiusura dell'assemblea nazionale che ha visto sabato e domenica scorsi riunire a Roma oltre duecento iscritti al Prc (in larga parte giovani e impegnati nei movimenti sociali, nel sindacato, nel movimento delle donne) desiderosi di dare continuità all'esperienza della quarta mozione congressuale. La proposta, avanzata già in mattinata nella relazione introduttiva di Salvatore Cannavò (vicedirettore di Liberazione e membro della Direzione nazionale) è sembrata un fatto acquisito per coloro che hanno partecipato alla due giorni, in particolare a quella di sabato che si è snodata in otto gruppi di lavoro, tutti molto frequentati e che hanno sfornato una ricca serie di proposte (dall'impegno per il referendum sulle Pma all'assemblea contro la guerra del 15 maggio, alla campagna contro la precarietà e per il salario sociale, proponendo che la legge lombarda redatta dal Prc diventi il modello in tutte le regioni in cui Rifondazione è ora al governo).
«Vogliamo costruire un'area che sia uno strumento e un progetto politico - ha spiegato nell'introduzione Cannavò - e non una frazione o un "partito nel partito" autorefenziale». «Vogliamo anche introdurre - ha spiegato Malabarba nelle conclusioni - un elemento di innovazione nella vita interna del Prc che deve ormai far convivere progetti e pratiche diverse, anche di quelli che ancora non sono iscritti a Rifondazione ma guardano con attenzione alla sua esperienza. L'iniziativa di Pietro Folena, del resto, va in questa direzione». Per questo la nuova area rifiuta la cristallizzazione interna e si propone di «verificare la linea congressuale nei bivi che si presenteranno, lavorando per modificare la linea attuale del partito costruendo i movimenti e il conflitto sociale».
Per quanto riguarda l'attualità, l'assemblea ha ribadito il giudizio negativo sulla gestione del dopo elezioni da parte di tutto il centrosinistra criticando la mancata richiesta delle elezioni anticipate e la riottosità a impegnarsi davvero per la caduta del governo. «Nelle settimane e nei mesi che ci sono davanti, la caduta di Berlusconi deve essere un obiettivo centrale senza per questo fare sconti a Prodi». Anzi, «si tratta di recuperare tutta intera l'autonomia del Prc dal centrosinistra», autonomia fortemente a rischio, dice Cannavò «come dimostrano le polemiche sulle consultazioni al Quirinale».
Tra le iniziative più urgenti, il referendum contro la legge sulle Pma, «banco di prova decisivo per il Prc e il centrosinistra», come ha sottolineato Nadia De Mond della Marcia delle Donne, ma anche la campagna contro la legge 30, la mobilitazione per il rinnovo dei contratti, per il ritiro delle truppe (il 2 giugno potrebbe divenire una giornata di lotta), contro la legge Moratti, per i beni comuni. «E sarebbe ora di preparare una grande manifestazione sociale contro il governo, tipo quella proposta mesi fa da Gianni Rinaldini e fatta cadere, da tutta la sinistra, nel silenzio più totale». L'assemblea si è conclusa con l'elezione, all'unanimità, di un coordinamento nazionale e indicando come portavoce i componenti della Direzione nazionale (Salvatore Cannavò e Franco Turigliatto) e dell'Esecutivo nazionale (Gigi Malabarba e Flavia D'Angeli).