14.252 giovani hanno aderito nel 2004 al PRC

Giovani Prc, una crescita non solo nei numeri

In Lombardia, a parte Milano, bisogna compiere uno sforzo maggiore

Quattordicimiladuecentocinquantadue sono le Giovani Comuniste e i Giovani Comunisti del 2004.

E' vero, la politica non può mai ridursi solo a numeri. I numeri sono insieme una forza e un limite, e forza e limite dei numeri in politica non dovrebbero mai essere di per sé in reciproca contraddizione, piuttosto insieme una "motivazione" all'iniziativa politica. Perché 14.252 è un numero che esprime la forza acquisita ed insieme il limite da superare domani.

Siamo cresciuti e tanto, e nel 2005 siamo entrati nel nostro decimo anno di vita. Da quel lontano 1995, con la scelta di essere un'anomalia tra le forze giovanili di partito e successivamente - con l'ultima conferenza - di essere "altro" rispetto alle stesse esperienze storiche delle aggregazioni giovanili di partito. Una scelta forte che ha fatto della nostra organizzazione una soggettività politica radicata sui territori e insieme portatrice di una carica innovativa nel partito, nella costruzione di un'identità a partire dalle nuove pratiche e dalle esperienze di movimento.

Avere la tessera GC - che da un lato ricorda i 10 anni dalla nostra fondazione, e dall'altro i 60 anni della Liberazione - significa partecipare concretamente ad un progetto di cooperazione internazionale in Palestina, infatti 1 euro della quota di adesione sarà destinato ad un fondo utile a finanziare le attività educative dell'"Organizzazione Palestinese per la cultura e lo sviluppo - Kufia", presso il campo profughi di Tulkarem. Lo scopo del progetto è quello di facilitare i bambini e i giovanissimi ad uscire dalla spirale violenza/comprensione bloccata/paura/angoscia e trauma, come presupposto del "dialogo" e del confronto con l"altro". I bambini direttamente coinvolti nelle diverse fasi del progetto saranno circa 300, e i membri delle famiglie interessate almeno un migliaio. E' sicuramente una goccia nel mare, ma qualcosa è già "qualcosa di più". Le azioni di cooperazione internazionale possono essere buone "pratiche di pace", perché mettono in relazione culture, sostengono popolazioni in difficoltà e aumentano il nostro senso di responsabilità e solidarietà nei confronti delle popolazioni colpite da guerre.

Quindi c'è una ragione in più per superare quel limite di cui abbiamo scritto all'inizio, e si può fare. E' vero, e ce lo siamo detti tante volte, nel Sud c'è una condizione che pone meno difficoltà alla costruzione della nostra organizzazione e i dati del tesseramento giovanile questo lo ribadiscono ulteriormente: Napoli supera quota 1200 GC, Cosenza quasi 600, Palermo oltre 480 (con aumenti in quasi tutte le altre federazioni di Campania, Calabria e Sicilia), e poi l'Abruzzo oltre 650, Potenza e Matera che superano insieme 510 GC (anche frutto della nostra presenza nei movimenti del mezzogiorno, da Scanzano a Melfi) e la Puglia che supera per la prima volta 1000 Giovani Comuniste e Comunisti. E' invece nel centro Italia, ma soprattutto al nord che l'organizzazione stenta (seppure con una lieve tendenza di crescita) a superare le difficoltà soprattutto organizzative. In Piemonte siamo quasi 400, in Liguria appena 190, e in Lombardia non riusciamo a crescere oltre i 1000 GC, dato che tiene conto anche della visibile crescita di Milano (quasi 100 GC in più) frutto dell'iniziativa politica (dal significativo contributo alla Festa di Liberazione alla partecipazione alle iniziative di movimento, come la Mayday) e della conferenza straordinaria che ha portato all'elezione di un nuovo coordinamento federale. In Emilia non riusciamo a superare i 600 GC, ed in Toscana compiamo piccoli passi a livello regionale (siamo circa 1100) ma con la crescita di alcune piccole realtà come Lucca, Prato, Pisa e Siena). Mentre in Umbria e nel Lazio i dati dimostrano una maggiore cura del tesseramento giovanile (e quindi un'attenzione nella distribuzione delle tessere giovani ai circoli), insieme ad una riarticolazione dell'iniziativa politica sul territorio.

Se il risultato complessivo è positivo, si tratta di aumentare la diffusione della nostra organizzazione proprio laddove se ne presentano le possibilità concrete, infatti in alcune federazioni ciò che è mancata non è stata l'iniziativa politica, ma la cura del tesseramento giovanile intesa come parte dell'agire politico, e non come momento burocratico separato.

Quest'anno si svolgerà la nostra terza conferenza nazionale, dovremo avere la forza, ma soprattutto il coraggio (perché è più difficile) di farne un momento ricco. Insieme alla conferenza come momento di confronto tra le diverse anime della nostra organizzazione, dobbiamo provare a realizzare un momento in cui anche dalle realtà locali emergano spunti, riflessioni e percorsi di iniziativa politica. Dobbiamo avere la forza di costruire un evento che parli di noi e delle relazioni tra noi, ed insieme di quelle relazioni politiche che ci hanno permesso in questi anni di crescere tanto.

Sergio Boccadutri (Responsabile organizzazione GC)
Roma, 17 maggio 2005
da "Liberazione"