Comitato Politico Federale PRC - Brianza

Relazione iniziale del segretario.

Monza - 26 aprile 2006

Daniele Ratti

Photo by Brianza Popolare

Carissime compagne e carissimi compagni.

Prima di qualsiasi considerazione voglio ringraziare le nostre candidate e i ostri candidati, tutte le compagne e tutti i compagni, per lo straordinario impegno che hanno profuso in questa lunga campagna elettorale cominciata con le Primarie dell’autunno scorso, fino alle Elezioni Politiche del 9 e 10 aprile e che credo vedrà lo stesso impegno per il referendum sulla Costituzione di giugno. Un impegno, un lavoro intelligente, proficuo che consegna al paese una comunità di uomini e di donne in grado di essere protagonisti positivi della politica italiana e per la Brianza.

Inoltre voglio salutare con affetto e enorme soddisfazione il compagno Gianni Confalonieri primo eletto in Parlamento per Rifondazione Comunista della Brianza, che ringraziamo per il suo impegno straordinario e a cui facciamo gli auguri per la nuova avventura politica ed umana che lo attende. Ovviamente saremo in prima fila nel sollecitarlo nel rappresentare la Federazione e le priorità della Brianza in Parlamento. Richiesta, che conoscendo Gianni non è solo scontata ma rientra nelle sue primarie volontà.

ANALISI DEL VOTO

In questa scadenza elettorale di straordinaria importanza, il ns. partito aveva 2 obbiettivi primari; il primo era quello, nell’ambito dell’alleanza politica ed elettorale dell’Unione, di sconfiggere e mandare a casa Berlusconi e il suo governo; il secondo è quello di sconfiggere le politiche liberiste e populista della destra al governo.

Il primo obbiettivo è stato raggiunto, non senza difficoltà e con un risultato risicato, dopo una durissima battaglia politica, sociale ed elettorale.

Il secondo obbiettivo è, ovviamente, da perseguire in questi 5 anni di governo dell’Unione; anni non facili, che richiedono la consapevolezza e la presenza politica di Rifondazione a tutto campo.

Ritornando al primo traguardo raggiunto, occorre subito dire che la pochezza del distacco numerico di voti tra Unione e Destre non può in nessun modo inficiare la ns. legittimità a governare questo paese, ne si possono sottacere sia il clima di scontro brutale e le difficoltà di una campagna elettorale urlata più che spiegata agli elettori italiani. Tutti noi pensavamo non di vincere facile, ma di vincere con un distacco ben maggiore di quello ottenuto. Troppo spesso abbiamo dato ascolto ai sondaggi (peraltro giusti fino a 10 giorni dal voto) che ci consegnavano una vittoria ben più agevole. Cosi non è stato e l’analisi seria di questo voto, una volta ancora deve fornirci strumenti per comprendere la realtà italiana per non commettere errori di valutazione che anche il ns. partito ha commesso. La non chiarezza delle proposte dell’Unione sul tema tasse e fisco ha ingenerato la campagna mediatica tutta demagogia e classista di Berlusconi che gli ha ben fruttato spostando indecisi o pezzi di elettorato propensi a votare Unione. Ma ora pur con una paese profondamente diviso e arroccato tra noi (Unione) e tra chi pensa di poter vivere pensando ai fatti e interessi propri, abbiamo la possibilità di riportare il rispetto delle Istituzioni, il bene e interesse collettivo e comune, o meglio invertire la rotta e privilegiare i ceti più deboli, come valori fondamentali del governo del paese.

Peraltro il voto ci ha si consegnato una alta affluenza al voto, ma come emerso dallo studio dell’istituto Cattaneo, meno di quello che è apparso in un primo momento. L’analisi in questione ha dimostrato che la maggiore presunta affluenza la voto rispetto al 2001, deriva dal fatto che questa volta dagli elenchi elettorali erano stati tolti i residenti all’estero mentre ne 2001 erano ricompresi negli elenchi dei seggi italiani. In sostanza ha votato in più nel 2006, solamente lo 0,4% dell’elettorato. La stessa differenza di percentuale ottenuta dal ns. partito tra Senato e Camera è da indagare con profondità, sia per il voto giovanile sia in rapporto al voto ai DS, ma soprattutto allo scelta operata da parte di elettorato che ha disgiunto il voto tra Senato e Camera valorizzando la presenza della Sinistra dell’Unione il PRC al Senato, e dando un segnale di unità e coesione votando Ulivo alla Camera, interpretando l’Ulivo come il partito di Prodi. Capire in profondità la “movimentazione elettorale” ci darà il senso anche dell’agire e prospettiva del partito in vista della nascita del Partito Democratico. L’esigenza di un Centro Studi nazionale su queste tematiche, credo sia obbiettivo non più rinviabile.

Il risultato di Rifondazione Comunista è senza ombra di dubbio alcuno molto positivo sia in percentuali che nella dimensione oramai di massa del ns. voto. E’ scomparsa definitivamente la pregiudiziale di utilità di Rifondazione; aver saputo valorizzare l’unità e la radicalità ha consegnato al partito consensi, fiducia e rispetto. Consenso, fiducia e rispetto che giocheremo nell’azione governativa e nel rapporto stretto che dobbiamo tenere con i movimenti di lotta con i lavoratori e con le fasce di precarietà anche molto professionale e qualificata del lavoro che vede in noi il soggetto che trasformi la precarietà in stabilità di futuro personale e collettivo.

Inoltre è chiaro a tutti che il voto è stato percepito come vittoria della sinistra di Alternativa che nei suoi diversificati contenuti e soggetti, in Italia può oramai contare su un consolidato 11-12% di elettorato. Il ns. voto nei grandi centri e interland metropolitani, ha assunto dimensioni importanti vicino o superiori alla doppia cifra. Molto interessante è il rapporto tra le ns. percentuali e quelle dei DS. Se togliamo le tradizionali regioni rosse (emilia-toscana-umbria etc) in cui il rapporto è ancora di 1/3, nel resto del paese ci avviciniamo al 50% di divario dei voti tra noi e i DS. Questo ci indica che il continuo spostamento al centro della politica dei democratici di sinistra, afferma il bisogno di sinistra in molta parte di elettorato unionista.

La Brianza ed il resto della Provincia di Milano, mi pare sia il territorio in cui Rifondazione ha più migliorato ed incrementato il responso dei consensi, perlomeno in Lombardia. Alcuni dati riguardanti il ns. voto al Senato in Brianza: in 4 comuni prendiamo sopra il 9%; in 7 comuni siamo tra il 7,5 e il 9%; in 13 comuni siamo tra il 6.5% e il 7.5%; in 24 comuni siamo tra il 5% e il 6,5%; sotto o attorno il 5% solo in 2 comuni. Complessivamente in Brianza abbiamo il 6,74%. Nelle Regionali dello scorso anno avevamo poco più di 18000 voti, ora al Senato siamo passati a 33034 voti e alla Camera 28177. Per chi conosce come noi la Brianza, sa benissimo che stiamo parlando di un risultato estremamente positivo che colloca Rifondazione Comunista al centro della vita politica ed indispensabile per qualsivoglia competizione elettorale per l’Unione. La competizione a rappresentare la sinistra in Brianza è aperta, infatti i DS sono al 12,16% e in non pochi seggi la distanza tra noi e i DS è minima e in alcuni casi prendiamo più voti di loro. In questo ha pesato anche la giusta scelta fatta dal ns. partito di puntare su candidate e candidati legati al territorio. Purtroppo il dato complessivo del voto in Brianza ci consegna ancora una forte prevalenza delle destre che nei fatti rende più difficile la conquista nel 2009 della Provincia di Monza e Brianza. Ma su questo lavoreremo da qui in avanti.

IL PARTITO E LA PROSPETTIVA POLITICA

Abbiamo più volte ritenuto ed affermato che il voto del 9 e 10 aprile, avrebbe cambiato lo scenario politico italiano ; la vittoria risicata (comunque è la prima volta che in Italia il centro sinistra prende più voti del Centro destra) ha solo rallentato questo mutamento. Al Berlusconismo ancora fortemente radicato nel paese abbiamo tolto il potere ora si tratta di togliere l’humus culturale in cui si nutre con una forte politica di 5 anni di governo alternativo, o come mi pare abbia detto il Segretario Nazionale, l’alternanza sia utilizzata per costruire l’alternativa di governo Non ci nascondiamo le difficoltà, i numeri risicati al Senato, l’applicazione del programma sottoscritto dell’Unione tra noi e le forze riformiste, le forti pressioni monetariste e della Confindustria, saranno un banco di prova di tenuta di Prodi; quello che garantisce o può garantire la tenuta del governo Prodi è la fortissima tensione unitaria presente nel paese che obbligherà tutti ad una serietà e unitarietà dell’agire politico. Peraltro Prodi ha più volte detto che non esiste la politica dei due tempi; prima il risanamento e poi la redistribuzione dei redditi. Se riusciremo a vincere il Referendum sulla Costituzione è probabile che la Lega si sfili dall’alleanza con Berlusconi, come è probabile che a parte i primi periodi di becera campagna e disconoscimento del risultato elettorale, la vicenda del leader nella destre si porrà con forza; vedremo in questi giorni come si comporterà Formigoni che se lascia la Lombardia non lo farà certo per essere un signor nessuno al Senato. Peraltro anche il progetto di partito Democratico tra DS e Margherita, dopo il necessario avvio della compagine governativa, prevedo che, pur scontando enormi difficoltà interne ai due partiti, avrà uno sviluppo e accelerazione visti anche i non brillanti risultati elettorali di DS e Margherita. Mi pare del tutto evidente che Rifondazione Comunista ha di fronte a se uno scenario in cui per la prima volta si sperimenta come forza di governo e dall’altra assume/assumerà compiutamente il ruolo della sinistra in Italia. Sono compiti politici da far tremare le vene dei polsi, e come ben sappiamo non siamo autosufficienti ad assolverli questi compiti. La proposta di Costituzione della sezione Italiana della Sinistra Europea non solo è diventata necessaria ma urgente politicamente. Ma per ottenere questi risultati, il nostro partito deve crescere nella consapevolezza collettiva ed individuale di essere importanti, determinanti e seri. La candidatura di Fausto Bertinotti alla Camera ci consegna una visibilità del ruolo istituzione mai immaginata; la carica sarà ricoperta con saggezza ed acume politico, ma il partito dovrà essere pronto a raccoglierla.

Un gruppo parlamentare di 68 tra deputati e senatori, la visibilità politica ed istituzionale va giocata con intelligenza e professionalità politica sia dentro le istituzioni che con maggiore attenzione nella società. Da qui dobbiamo partire per ri-costruire il tessuto di relazioni umane sociali e civili indispensabili per battere il berlusconismo.

Per questo occorre che la futura organizzazione del partito, il nuovo segretario nazionale e tutti i gruppi dirigenti sia nazionale che locali, tutto il corpo del partito devono di più e meglio essere pronti e comunicare tra loro e pronti nelle battaglie politiche. In questo paese c’è una questione NORD, la vogliamo affrontare finalmente con discussione, analisi e anche più spazio nel partito per le federazioni del nord?

Altro dato rilevante è che questo risultato elettorale ha chiuso il permanente congresso nel partito. La verifica politica sulle scelte è sotto gli occhi di tutti, ed è stata positiva. Il recente CPN ha evidenziato questo positivo fatto politico interno. In questo partito ovviamente si può restare dissentendo, quello che non è più possibile che il dissenso porti al disimpegno o peggio al boicottaggio del partito, cosa, lo dico chiaramente, non più sopportabile anche umanamente. Le beghe sciocche di corrente spero non abbiano più grande ascolto ed attenzione in rifondazione. Le porte del partito sono sicuro si apriranno per un gran numero di persone attente alla ns. proposta politica, ma sono anche aperte in uscita se qualcuno non si sente più a casa sua. Sarò dispiaciuto come molti, ma la vita interna di questi ultimi anni non è non sarà più sopportata con le modalità che abbiamo conosciuto.

Per ultimo, ieri abbiamo, con una toccante cerimonia, intitolato questo salone al compagno partigiano Leonida Braga. Questa targa e questo ritratto, ma soprattutto il ricordo della sua appassionante vita ci siano da guida ora e sempre.

Daniele Ratti (Segretario del PRC - Brianza)
Monza, 26 aprile 2006