Dopo l'esito delle manifestazioni di Roma e quello scontato dei ballottaggi, urgono ulteriori riflessioni.

La sinistra faccia la sinistra, il movimento faccia il movimento

Ovvero: Come non liberarsi di un evidente impiccio, la Sinistra di Alternativa.

Sia le elezioni amministrative, sia la piazza di sabato a Roma hanno segnato una profonda rottura fra il movimento e la Sinistra di Alternativa al Governo.

Paradossalmente chi critica il Governo Prodi da sinistra poi non fa nulla per rafforzarne le componenti di Sinistra anzi; sia nei comportamenti elettorali con l’astensione, ma anche di piazza rafforza le componenti moderate del centrosinistra che spingono, appunto i leader del Partito Democratico ad ironizzare sui flop della sinistra a piazza del Popolo.

Bizzarra convergenza della politica italiana, dai black-block a D’Alema (con i loro specifici e diversi modi) tutti a ritenere inutile l’insediamento politico parlamentare della Sinistra d’Alternativa.

Questo accade proprio nel momento più alto di confronto nel governo sul DPEF e sull’uso dell’extragettito, meglio noto “tesoretto”. Proviamo per un attimo a pensare cosa poteva succedere se dalle amministrative usciva l’Unione vincente con all’interno la sinistra di governo rafforzata.

Avevamo tutte le nostra belle Giunte locali in piedi e l’autorevolezza come Sinistra, data dal voto, di puntare i piedi sulle coordinate popolari da dare al DPEF e al tesoretto. Nulla di tutto questo.

Al contrario, secondo i massimi esperti della destabilizzazione permanente della politica italiana, da Pirani a Mieli da Ferrara a Polito, adesso dovremmo fare l’ultimo atto di harakiri politico, inseguendo il movimento sul versante “estremista”, magari facendo cadere il governo e con lo spettro di nuove elezioni politiche nelle quali l’agnello sacrificale sarebbe proprio la sinistra di governo. In questo modo il sistema politico italiano si libererebbe di questo evidente impiccio, LA SINISTRA DI ALTERNATIVA.

Fatto questo sarebbe spaianta la strada ad un sistema politico bipolare con sistema maggioritario puro (il premio di maggioranza al partito di maggioranza della coalizione che vince). Del resto questa è la proposta di coloro i quali stanno raccogliendo le firme per il Referendum compresi esponenti di spicco del PD.

Questi sono i presupposti per la nascita del Partito Democratico su un versante e dall’altro di un partito di centro alla Sarkosy, guidato da Casini, comunque post berlusconiano. Si potrebbe ripetere un vecchi adagio: “Contro gli opposti estremismi, avanti al centro”.

Per questo la Sinistra deve continuare a fare la Sinistra, il Movimento il Movimento ben sapendo che l’autonomia non vale solo per i movimenti. Vale anche il contrario: l’autonomia della politica dai movimenti.

Anche la nostra politica, quella di Rifondazione deve saper valutare l’azione senza farsi condizionare dagli “ismi”, dalle contingenze e dagli urlatori ... . Anche perché se sono estremismi moderati oppure fondamentalismi ideologici gauchisti ci porterebbero al disarmo perché in entrambi i casi non apprezzerebbero.

La Sinistra di Lotta e di Governo è una formula più che attuale. Una formula che ci deve guidare nel riprendere il rapporto con il nostro popolo e con i suoi bisogni. In questa ricerca di rapporto si snoda l’azione politico-parlametare della Sinistra di Alternativa.

CI VOGLIONO FAR FUORI PRIMA DI FAR NASCERE IL PARTITO DELLA SINISTRA.

Dobbiamo resistere, resistere, resistere … nonostante D’Alema e Casarini.

Marco Fraceti
Monza, 11 giugno 2007