Comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista
Roma, 19 - 20 Aprile 2008

Gli ordini del giorno

Roma, 19 - 20 Aprile 2008

“Dalla parte dei lavoratori, sempre e comunque” (Gilda Belletti, Roberto Sconciaforni, Marco Veruggio)

Le ultime dichiarazioni di Montezemolo, un duro attacco, l’ennesimo, al sindacato e soprattutto ai lavoratori, impone ad un partito che si dice comunista una chiara e netta presa di posizione.
L’ingerenza di Montezemolo non può passare sotto silenzio, nel merito, nel metodo e nel linguaggio adoperato: elogio al governo in fieri, elogio della flessibilità come “successo non celebrato”, la santificazione degli imprenditori quali unici soggetti che si sacrificano per il Paese, l’etichetta ai sindacati quali “professionisti del veto”, ecc. va duramente condannato.
Occorre che il Partito della Rifondazione Comunista assuma una posizione netta che garantisca al sindacato l’appoggio chiaro e netto per una ripresa della lotta e del conflitto sociale. Una posizione che rimetta in campo i diritti dei lavoratori non solo dal punto di vista salariale ed occupazionale, ma anche della sicurezza, quasi sempre trascurata nei discorsi di Confindustria e dei suoi principali esponenti.
Occorre che il Partito della Rifondazione Comunista riallacci immediatamente i rapporti con la società, non solo quelli prioritari con i luoghi di lavoro, impedendo che posizioni strumentali come quelle espresse dalla Lega, e peggio ancora da Rotondi, aggravino il paradossale ed autodistruttivo distacco tra i Comunisti ed i lavoratori.

Assunto dal CPN


“Contro le destre, per l’unità della sinistra, ripartiamo dall’antifascismo e dalla Costituzione.” (Antonello Patta, Augusto Rocchi, Gianni Occhi, Saverio Ferrari)

Il CPN del PRC, in occasione della manifestazione del 25 Aprile a Milano, città medaglia d’oro della resistenza, impegna tutto il partito a una grande manifestazione e a una presenza politica organizzata in quell’importante scadenza. Si assume il compito di farsi promotore di una presenza significativa di tutta la sinistra.

Il PRC e la sinistra mostrino, impegnando le proprie risorse ed energie, l’importanza, per il paese, della sinistra e la sua necessità per contrastare le destre liberiste, razziste e xenofobe.

Assunto dal CPN


“Sulle dichiarazioni di Montezemolo ” (Maurizio Zipponi, Daniela Santroni)

Le dichiarazioni di Montezemolo, Presidente di Confindustria contro le lavoratrici, i lavoratori e i loro sindacati devono trovare una immediata risposta.

Il 25 aprile e il 1 maggio possono diventare momenti di mobilitazione a cui Rifondazione Comunista intende partecipare con determinazione chiedendo a tutta la sinistra italiana di schierarsi in difesa dei diritti fondamentali dei lavoratori, dei contratti nazionali, dell’Art. 18.

A Montezemolo si risponde nel concreto rilanciando la battaglia in tutti i luoghi di lavoro e in tutti i territori contro la precarietà, per un salario dignitoso, per difendere la vita di chi lavora.

Rifondazione Comunista sa che dopo i risultati delle elezioni l’attacco alle condizioni di lavoro e alle organizzazioni sindacali è un pericolo reale che impone una reazione collettiva riprendendo la lotta ed il conflitto sociale su obiettivi e piattaforme partecipate e condivise dall’interno del mondo del lavoro.

Accolto dalla Presidenza


“Sull'innovazione della forma partito” (Imma Barbarossa, Loredana Fraleone, Robera Fantozzi, Giovanna Capelli, Costanza Pace, Erminia Emprin, Eleonora Forenza, Stefania Brai, Laura Marchetti, Maria Campese, Rosella Morrone, Patrizia Arnaboldi, Rosa Tavella, Giuseppina Tedde, Patrizia Poselli, Maria Lenti)

Il risultato elettorale pone delle questioni molto gravi, alla democrazia italiana innanzi tutto: per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, in Parlamento non sono presenti esponenti della Sinistra.
Grave per Rifondazione Comunista presente nella lista Sinistra l'Arcobaleno e impegnata nella costruzione di un nuovo soggetto plurale e unitario.
Molte sono le cause, che avrebbero bisogno di un'attenta lettura e di un ampio dibattito, e attengono alla incapacità di leggere i processi reali di rivoluzione passiva, di berlusconismo di massa, di corporativizzazione della società, di riduzione dei soggetti del conflitto a consumatori, di rifugio nel potere del sacro, di attacco all'autodeterminazione e alla libertà delle donne, di delega all'etica pubblica alle religioni, di riduzione della politica all'economico corporativo.
E tanto altro.
Si pone il problema del che fare su cui deve aprirsi il percorso congressuale.
Quello che ci pare certo è che c'è stato un tentativo strisciante di dissolvere il PRC con un'operazione antidemocratica, astratta, violenta, e irrispettosa delle opinioni e delle passioni dei/delle militanti, dei corpi e delle menti dei compagni e compagne.
Anche in campagna elettorale si è avanzata l'idea di superamento del PRC in un partito unico della sinistra di cui si affidava il lancio a un leader ovviamente uomo.
Chi esprimeva perplessità e dissenso sulle modalità e sulla pratiche è stato accusato di "inerzia e resistenza", e definito freno e zavorra, marchiato con il termine identitario e nostalgico.
Non ci riconosciamo nella rappresentazione del dibattito che si è aperto come resa dei conti, sfida violenta, match tra maschi , corsa al potere in cui le donne sarebbero risucchiate e annesse.
Da tempo abbiamo prodotto con donne iscritte riflessione e proposte sull'innovazione della forma partito, come anche in occasione della conferenza di Carrara.
Le riproponiamo, perché non vogliamo un partito monosessuato in cui le donne sarebbero quote o presenze neutre e in/significanti.
Proponiamo un'assemblea ai primi di maggio, da cui possano venire analisi, elaborazioni politiche e proposte sulle forme della politica e del partito nella chiarezza e nella trasparenza.
L'emergenza non può e non deve cancellare le nostre pratiche e le nostre relazioni; il femminismo non è né un fiore all'occhiello né un'aggiunta né una tendenza culturale, ma un punto di vista critico di lettura del mondo, fondativo di relazioni politiche vere tra donne e uomini e costitutivo di ogni esperienza umana, in particolare per quanto ci riguarda, di quella comunista.

Approvato dal CPN con 76 voti favorevoli 52 voti contrari e 6 astenuti


“Dichiarazione di voto per l’astensione” (Elettra Deiana, Linda Santilli, Rita Corneli)

Dopo la gravissima sconfitta che abbiamo subito come sinistra e come Rifondazione comunista, la priorità che oggi abbiamo di fronte in questa sede è quella di costruire le condizioni per un congresso che veda la massima partecipazione e il pieno coinvolgimento del corpo del partito, dei miltanti e delle militanti che devono riacquistare la piena sovranità che gli è stata sottratta sul dibattito e su ogni decisione.
La proposta del segretario Giordano di presentare le proprie dimissioni e quelle della segreteria, e di istituire un organismo provvisorio che accompagni il partito nel percorso congressuale, avrebbe potuto offrire l’opportunità di una gestione unitaria e responsabile, nella chiarezza delle responsabilità su quanto è avvenuto, e nello stesso tempo nella assunzione della scadenza congressuale come snodo essenziale per il rilancio di Rifondazione comunista e per la chiarificazione delle prospettive.
Invece la presentazione in questa sede di mozioni contrapposte fa prevalere una logica di predeterminazione delle posizioni politiche che ancora una volta esclude la priorità della presa di parola degli iscritti e delle iscritte, anteponendo come elemento centrale logiche di potere assolutamente negative. Insomma si ripete in modo grottesco quella stessa logica di conflitto fratricida tra schieramenti opposti, che è stato uno dei principali elementi di erosione del progetto rifondativo e innovativo su cui abbiamo scommesso in questi anni e in cui crediamo ancora.
Come femministe che hanno attraversato la rifondazione comunista con pratiche di conflitto contro ogni forma di identitarismo, conservatorismo e patriarcalismo,  e criticando nello stesso tempo la riduzione dell’innovazione politica e culturale a “nuovismo” , suggestioni mitologiche e affabulatrici, respingiamo questa logica e ci sottraiamo a un voto di schieramento che in questo momento rischia di far precipitare ulteriormente la crisi del partito.
Dunque il nostro è un voto di astensione.
Sulla scia della grande Christa Wolf pensiamo che è sempre possibile trovare una terza via, che a questo punto affidiamo al congresso di Luglio.

Redazione di Liberazione
Roma, 20 Aprile 2008
da “Liberazione” (del 22 aprile 2008)