A Berlino primi passi per la nascita di un nuova forza politica sovranazionale

"La Sinistra europea sarà sempre comunista"

Intervista a Fausto Bertinotti

«Faremo del rapporto con il Movimento l’elemento fondativo di una nuova forza politica sovranazionale». No-global, movimento altromondista, popolo di Seattle o di Porto Alegre, quale che sia la definizione è di questo che Fausto Bertinotti parla quando dice «Movimento». Il segretario di Rifondazione comunista sarà oggi e domani a Berlino, dove insieme ai segretari di altri sette partiti della sinistra europea, firmerà l’atto di nascita di un nuovo partito transnazionale. Il nome sarà semplicemente «Sinistra europea» e, spiega il leader del Prc, «si baserà su due discriminanti proprie del Movimento: il rifiuto della guerra e il rifiuto delle politiche neoliberiste».

Onorevole Bertinotti, chi farà parte di questo nuovo partito?

«Forze della sinistra alternativa europee».

Una sorta di nuova Internazionale?

«No, perché avvieremo un processo sperimentale diverso, non fondato sul ruolo guida di uno Stato o di un partito e non costruito sulla base di un’omogeneità ideologica. E comunque faranno parte della Sinistra europea partiti comunisti, ma anche partiti non comunisti».

C’è all’orizzonte una ridefinizione del vostro partito e magari anche l’abbandono del termine “comunista”?

«Quello che faremo a Berlino è un passo interno a un processo che ha un prima e un dopo, ma non c’entra nulla con l’abbandono del nome comunista. L’operazione che avviamo può costituire un’indicazione di metodo, ma il termine comunista va mantenuto. E non per guardare al passato, per pura fedeltà alla storia, ma per costruire il futuro. Perché non riesco a trovare un termine più efficace e significativo di comunismo per indicare un sistema alternativo a quello del capitalismo».

Rimane il nome, ma c’è la ridefinizione del partito...

«C’è la ridefinizione di una nuova identità comunista, che si costruisce attorno a un tema cruciale: la non-violenza».

Quale sarebbe il rapporto tra comunismo e non-violenza.

«Di fronte al capitalismo, alla guerra e al terrorismo, la non-violenza è l’unico modo possibile per attualizzare il comunismo. Quindi non-violenza e comunismo sono oggi indissolubilmente legati».

Un elemento di discontinuità che fa discutere al vostro interno.

«Ci sono dei contrasti, ma questo indica la vitalità della proposta. Siamo comunque di fronte a una innovazione profonda che va nel senso della radicalità».

Una radicalità che si discosta da certe forze storicamente conosciute della vostra tradizione.

«Lo riconosco. Ma sono anche convinto che questo è un modo di uscire da sinistra dalla crisi della storia del movimento operaio».

L’operazione che si avvia a Berlino viene criticata da una parte del suo partito. L’area dell’Ernesto parla di «fuga leaderistica in avanti» e dice che Rifondazione non ha ufficialmente deciso niente su questa iniziativa.

«A Berlino si compie un atto politico fondativo che verrà sottoposto al giudizio dei singoli partiti. I segretari firmeranno un atto che prospetta la nascita del partito della Sinistra europea, ma tutti i partiti passeranno poi a una discussione al loro interno per verificare se esiste un consenso».

Il Partito comunista francese farà un referendum tra gli iscritti, Rifondazione?

«Discuteremo dell’operazione nel corso della Direzione convocata per il 28 di questo mese e poi al al Comitato politico nazionale del 6 e 7 marzo si voterà l’adesione alla Sinistra europea».

Da dove nasce l’idea di dar vita a un partito europeo?

«Dalla convinzione condivisa che l’Europa oggi non esiste come soggetto politico presente sulla scena mondiale».

Che vuole dire?

«Che l’Europa è totalmente inadeguata a governare un mondo sovrastato dalla guerra e dal terrorismo».

Perché, secondo lei?

«Perché ha smarrito l’idea di sé come civiltà e come modello di politica sociale. Si è come americanizzata».

La sinistra potrebbe ripiegare sugli Stati nazionali.

«E invece noi pensiamo alla costruzione di un’altra Europa: dei popoli, della partecipazione, della pace».

Rifondazione e le altre forze che daranno vita alla Sinistra europea continueranno a sedere a Strasburgo nel Gruppo della sinistra unitaria europea o costituiranno un nuovo gruppo parlamentare?

«Non abbandoneremo il Gue, anche se è vero che la Sinistra europea nasce come nucleo fondativo di una forza che guarda a uno spazio ampio, che è quello del Gue, ma che è più ampio ancora, perché comprende forze della sinistra alternativa che oggi non fanno parte del Gue ma che sono interessate alla nostra operazione».

Simone Collini
Berlino, 10 gennaio 2004
da "L'Unità"