Caro Ramon, non sono d'accordo. Nell'appello di Bertinotti non c'è politicismo. Al contrario, indica la strada necessaria e possibile per una alternativa di società. Risposta all'intervento di Ramon Mantovani.

Il socialismo del XXI secolo, sviluppo logico per Rifondazione

Come si fa a parlare di una mossa politicista, oppure come si fa a dire che oltre a Rifondazione non c'è quasi nulla? Alla prima conta delle adesioni il movimento promosso da Mussi si presenta forte di personalità certamente non accusabili di politicismo come Giovanni Berlinguer, Giulietto Chiesa, Pasqualina Napoletano e Claudio Fava del Parlamento Europeo ...

Il compagno Ramon Mantovani ha scritto, su Liberazione di martedì 26 giugno, un articolo dal titolo: "Caro Fausto non sono d'accordo". Io non solo non solo d'accordo con i ragionamenti di Mantovani ma ritengo, come altri compagni dentro e fuori Rifondazione Comunista, che il messaggio contenuto nell'intervento di Fausto all'Assemblea della Sinistra Europea sia un grande contributo allo sviluppo logico di un'azione di "rifondazione" del partito sotto la sua guida che è cominciata con la rottura con il governo Prodi, inadempiente agli impegni presi (senza la quale io personalmente non mi sarei mai posto il problema di tesserarmi a Rifondazione pur avendola sostenuta dall'esterno) la scelta dei movimenti No Global, da Genova a Firenze, la scelta della dimensione europea che lo ha portato alla presidenza della Sinistra Europea come socio fondatore ed infine la partecipazione critica e determinante all'attuale fase di governo nel nostro paese.

L'appello rivoltoci si iscrive perfettamente in questo percorso e indica una strada necessaria e possibile per una alternativa all'attuale deriva sociale, politica e culturale dominata dalle forze neoliberiste. Il socialismo del XXI secolo è un obiettivo a cui possono lavorare «forze che vengono da storia comunista, socialista, democratico radicale, di cattolicesimo sociale, nuove culture di movimento avendo già incontrato tutte queste le grandi culture del femminismo e dell'ecologismo critico».

«L'obiettivo di un soggetto plurale ed unitario della sinistra in Europa e in Italia è irrinviabile».

«La sinistra europea può essere l'occasione per cambiare tutto ciò. Un passo cifrato lo state facendo altri più decisi passi vanno fatti». Bisogna considerare la SE «come l'apertura di una porta da spalancare verso la costruzione di una sinistra più ampia, plurale, forte in Europa e in Italia». «Per fare ciò occorre cogliere il momento, l'attesa che si produce. Non tutti i momenti sono uguali, lo sappiamo bene, se si suscita un'attesa come si sta suscitando in questo momento, allora si può organizzare un'emozione collettiva. Una forza nuova non la si fa soltanto con la ragione ma con la passione… ».

Questa è l'essenza del messaggio. Come si fa a parlare di una mossa politicista, oppure come si fa a dire che oltre a Rifondazione non c'è quasi nulla? Alla prima conta delle adesioni il movimento promosso da Mussi si presenta forte di personalità certamente non accusabili di politicismo come Giovanni Berlinguer, Giulietto Chiesa, Pasqualina Napoletano e Claudio Fava del Parlamento Europeo. Mi ha fatto meraviglia che persino Angius abbia rinunciato a partecipare alla formazione del Partito Democratico e abbia aderito a questa nuova formazione della sinistra. Per chi, come me, ha vissuto la lotta politica interna al Pci da posizioni di sinistra ed ambientaliste l'adesione a questa formazione politica di personalità come Fulvia Bandoli, lo stesso Mussi mi ricordano la grande battaglia ambientalista contro il nucleare condotta contro la maggioranza della direzione e con l'appoggio della stragrande maggioranza degli iscritti al Congresso di Firenze. Ma il distacco dall'avventura del Partito Democratico non riguarda soltanto i compagni che provengono dall'esperienza della sinistra del Pci; riguarda anche, come nel caso di Claudio Fava, nuove acquisizioni del Pds di personalità autonome con forti legami di massa cementati in lunghe battaglie contro la mafia e il consociativismo, per la pace (Sigonella), per l'ambiente.

Questi legami gli hanno permesso di superare all'interno della lista unitaria DS-Margherita, alle elezioni europee, sia i candidati della destra della Margherita sia quelli della Cisl. Ma è forte anche il radicamento nel sindacato. In Sicilia hanno aderito alla formazione di Mussi anche dirigenti sindacali come la segreteria regionale della Fiom e il segretario regionale della funzione pubblica e tantissimi altri dirigenti della Cgil, il che può consentire alla nuova formazione unitaria della sinistra un rapporto con il mondo sindacale che si era, nella nostra Isola specialmente, quasi vanificato. Del resto dal mondo sindacale in Sicilia viene anche il deputato regionale Cantafia che fino a pochi mesi, prima delle elezioni regionali, dirigeva la Camera del Lavoro di Palermo la più grande struttura sindacale dell'Isola.

Ma anche tra i Comunisti Italiani nella mia regione esistono forze decisive per il rinnovamento, a cominciare da Rosario Crocetta, sindaco di Gela (la quinta città della Sicilia, centro industriale dominato nel bene e nel male dall'Eni di cui lo stesso Crocetta è dipendente), che ha vinto nelle ultime elezioni con il 65% dei voti in virtù di una grande lotta di massa contro la mafia che ricorda il coraggio e lo spirito di Li Causi e di Pio La Torre (Crocetta vive una vita blindata per le minacce alla sua vita più volte manifestatesi).

Ed anche nel settore dei Verdi si sono avute significative affermazioni nel trapanese e soprattutto ad Agrigento città dove il candidato dei Verdi si è presentato alle elezioni amministrative in contrapposizione sia con il candidato delle destre sia con il sindaco Zambuto fuoriuscito dalla CdL e appoggiato dalla Margherita e dai Ds. L'11% abbondante ottenuto nella prima tornata ha permesso poi nel successivo ballottaggio di sconfiggere in modo determinante il candidato delle destre. In Sicilia Rita Borsellino ha rinunciato all'invito di partecipare alla direzione del Partito Democratico ed anche Orlando ha una posizione fino a questo momento interlocutoria. Invece l'effetto positivo delle prime mosse unitarie a sinistra a livello nazionale: l'Assemblea dei 150 parlamentari lo si avverte in Sicilia anche in alcune manifestazioni recenti di lotta. Un esempio: è stato facile a Legambiente, Wwf e al Cepes di Palermo convocare in tre giorni in questa afosa stagione una grande assemblea per protestare contro il via libera dato da Prodi a Cuffaro per gli inceneritori in Sicilia già oggetto di una lunga resistenza popolare che ha visto uniti cittadini ed anche amministrazioni comunali con risultati positivi che già cominciano a vedersi ad esempio contro l'inceneritore di Casteltermini.

A questa assemblea erano presenti non solo i militanti delle organizzazioni ambientaliste e di sinistra e dei centri sociali di Palermo e rappresentanti del sindacato ma anche parlamentari nazionali di Rifondazione, dei Verdi e della Sinistra di Mussi e Rita Borsellino che hanno deciso di svolgere un'azione comune anche attraverso la Commissione Parlamentare di Inchiesta sui rifiuti. Questa iniziativa si collega con l'altra promossa dai sindacati contro la beffa del sindaco Cammarata che all'indomani delle elezioni ha fatto recapitare ai cittadini di Palermo le bollette della Tarsu aumentate come minimo del 75% con migliaia di errori che superano questa stessa percentuale e che promuoveranno assieme ai movimenti ambientalisti una manifestazione il 2 luglio al momento dell'insediamento del Consiglio Comunale palermitano.

Certo le prime iniziative politiche unitarie che già si svolgono a livello nazionale facilitano enormemente lo sviluppo delle azioni unitarie di base. Ma questo non basta di fronte alla minaccia di un accordo bipartisan per modificare il sistema elettorale italiano secondo i modelli americano e francese estranei alla cultura del nostro continente e soprattutto alle tradizioni proporzionaliste della sinistra socialista da Erfurt in poi e dello stesso movimento popolare cristiano che renderebbe molto difficile se non impossibile la presenza di un arco di forze imponenti (tutti parlano di un 15% dell'elettorato a sinistra del Partito Democratico) dentro le istituzioni parlamentari italiane. Non basta rinviare tutto ad un accordo puramente elettorale, questo sì politicista, che non permetterebbe neanche la sommatoria dei voti delle singole minuscole formazioni.

Anche qui l'esempio della Sicilia è purtroppo illuminante. Tre anni fa, due anni prima della scadenza della legislatura regionale, cominciarono le grandi manovre tra Cdl, destra Ds e Margherita per introdurre in Sicilia vincoli tali da eliminare all'Ars, con lo sbarramento del 5% a livello regionale, le forze di sinistra; Rifondazione, Comunisti Italiani e Verdi. Invece di rispondere subito con un accordo politico forte ci si ridusse all'ultimo momento a costituire liste con contrassegni sconosciuti, assieme a forze politiche chiaramente estranee allo schieramento di sinistra e persino equivoche. Questa improvvisata formazione prese nelle elezioni regionali meno voti di quelli che un mese prima alla Camera ed al Senato la sola Rifondazione aveva ottenuto in Sicilia con il suo simbolo e con il suo collegamento con le scelte politiche nazionali. Alle elezioni nazionali, un mese prima, Rifondazione, Comunisti Italiani e Verdi avevano ottenuto ben più del 7% e quindi avrebbero potuto validamente e da soli unite tempestivamente in un programma ed una formazione comune superare facilmente l'ostacolo del 5%. Ma non c'erano le condizioni politiche perché ancora durava l'ostracismo dei gruppi dirigenti siciliani del Prc nei confronti dei Comunisti Italiani e soprattutto dei Verdi, rei di avere accolto nelle loro file elementi che erano stati per motivi amministrativi allontanati dal partito della Rifondazione Comunista.

Con la formazione della Sinistra Democratica di Mussi, che in Sicilia ha ottenuto percentuali congressuali superiori alla media nazionale, ora la situazione è profondamente cambiata direi in meglio. Anche sulla base di questa esperienza occorre fare presto a costituire una formazione politica unitaria capace di accogliere tutte le componenti della sinistra. Bertinotti dice che «l'obiettivo di un soggetto plurale ed unitario della sinistra in Europa e in Italia è irrinviabile». In Sicilia, per le sue caratteristiche, avrebbe dovuto essere avviato almeno tre anni fa. Del resto il discorso di Veltroni e il suo elogio del sistema francese e le accoglienze positive che questo discorso ha avuto da parte di Luca di Montezemolo spingono non già a confronti congressuali interni ed a nuove divisioni ma ad una azione comune per far sì che di questo necessario processo di unità a sinistra Rifondazione sia con tutti i suoi militanti all'altezza del momento, dei pericoli e delle opportunità che oggi si presentano al nostro movimento ed a tutta la sinistra.

Nicola Cipolla
Roma, 30 giugno 2007
da “Liberazione”