Lo stato della Sanità in Lombardia

I PRIVATI GUADAGNANO, IL DEFICIT CRESCE E I CITTADINI PAGANO

Dal 1997 al 2002 il 10,3% dei finanziamenti regionali è passato dal pubblico al privato
Martina (Prc): “La Regione taglia visite e ricoveri: sistema assicurativo sempre più vicino”

I letti accreditati diminuiscono nel pubblico (-15%) e aumentano nel privato (+5%). I ricoveri diminuiscono nel pubblico (-13%) e aumentano nel privato (+19%). Le prestazioni ambulatoriali extra-ospedaliere diminuiscono nel pubblico (-18%) e aumentano nel privato (+85%). Le prestazioni ospedaliere aumentano sia nel pubblico che nel privato, ma con una sproporzione evidente: +93% contro +181%.

I dati sull’andamento della sanità regionale dal 1997 al 2001 (fonte Regione Lombardia) parlano chiaro e dipingono un quadro preciso dei risultati deleteri che la Legge 31 e il Piano socio-sanitario stanno producendo.

Formigoni e la sua Giunta hanno creato un modello fondato esclusivamente sulla cura, perché è proprio la cura, e non certo la prevenzione, quella che permette ai privati di realizzare affari: il meccanismo della libera concorrenza premia non chi fa meglio, ma chi fa di più. Così è cresciuta l’attività, si è indotta la domanda, è esplosa la spesa. E ora che non ci sono più soldi, si ripiana il deficit sulla pelle dei cittadini prelevando dalle loro tasche con l’addizionale Irpef e i ticket oltre mille miliardi di vecchie lire. Ma non solo: siccome la spesa è destinata a salire ancora, la Regione impone tetti e tagli ai ricoveri, alle visite e al personale mettendo in ginocchio le strutture, con l’inevitabile allungamento delle liste di attesa e, soprattutto, con il grave rischio dell’impossibilità di soddisfare la domanda.

“Un ulteriore passo verso il definitivo smantellamento di una sanità universalistica e solidale è stato compiuto. Il modello americano – sostiene Giovanni Martina, consigliere regionale del Prc - è sempre più vicino. Riteniamo che Formigoni stia preparando il terreno per il passaggio al sistema assicurativo. Del resto questo è sempre stato il suo obiettivo, previsto esplicitamente dal Piano socio-sanitario laddove si afferma che la Regione garantirà i livelli essenziali di assistenza solo compatibilmente con le risorse disponibili”.

“Formigoni e la sua maggioranza – conclude Martina - sappiano che i cittadini lombardi stanno prendendo coscienza di quanti danni ha già provocato il loro modello di sanità. In tal senso, le 300 mila firme raccolte contro i ticket sono un messaggio inequivocabile, rispetto al quale la Regione si è mostrata completamente sorda. Da parte nostra, continueremo a batterci per la revoca dell’immorale provvedimento e, soprattutto, per il ripristino di un modello di sanità in grado di tutelare la salute di ognuno, a prescindere dalle condizioni economiche”.

C’è, infine, ancora un ultimo dato interessante: come può Borsani sostenere che il ticket sul pronto soccorso sia stato introdotto per evitarne un utilizzo scorretto quando i codici bianchi sul totale degli accessi ai Ps nel 2002 sono stati soltanto l’8,43%?

Manuela Della Nave
Milano, 18 aprile 2003
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