Progressivo disimpegno della sanità pubblica in Brianza

Asl 3: dal 1998 al 2001 boom dei privati

Inchiesta di Rifondazione Comunista

Tra il 1998 e il 2001, nell’Asl 3 i letti accreditati per il day hospital risultano diminuiti nel pubblico del 3% e aumentati nel privato del 171%; i letti per degenza ordinaria registrano un –8% nel pubblico e un – 5% nel privato; i ricoveri sono diminuiti del 9% nel pubblico e cresciuti del 106% nel privato; le prestazioni ospedaliere, infine, hanno avuto un aumento del 16% nel pubblico e addirittura del 414% nel privato.  

I dati sull’andamento della sanità regionale dal 1997 al 2001 (fonte Regione Lombardia) - che Rifondazione Comunista ha elaborato e che il capogruppo regionale Gianni Confalonieri presenterà venerdì sera (16 maggio) a Monza nell’ambito dell’iniziativa “Salute in Lombardia: un diritto negato” - parlano chiaro e dipingono un quadro preciso dei risultati deleteri che la Legge 31 e il Piano socio-sanitario stanno producendo.

“Formigoni e la sua Giunta – commenta Confalonieri - hanno creato un modello fondato esclusivamente sulla cura che, nel meccanismo della libera concorrenza premia non chi fa meglio, ma chi fa di più: così cresce  l’attività e i privati realizzano profitti, si induce la domanda, esplode la spesa. E, ora che non ci sono più soldi, si ripiana il deficit sulla pelle dei cittadini con nuove tasse e si impongono tetti e tagli alle Aziende Ospedaliere - dalle visite, ai ricoveri al personale - mettendo in ginocchio le strutture”.

“Oggi la Regione pone come obiettivo prioritario il risparmio. Ma chi e come ha finora gestito la sanità? Chi e perché ha permesso, anzi ha voluto, un aumento spropositato delle prestazioni? Chi, nel nome della libertà di scelta, ha dato un input preciso ad erogare senza limiti, senza programmazione e senza alcun tipo di controllo? Gli stessi che oggi, di fronte ad un debito sanitario enorme, anziché rivedere il tanto decantato “modello lombardo” e invertire la rotta, prelevano dalle tasche dei cittadini, con l’addizionale Irpef e i ticket, oltre mille miliardi di vecchie lire; gli stessi che tagliano posti letto - 144 solo in Brianza - e prestazioni, smantellano i servizi territoriali, riducono il personale medico e infermieristico; gli stessi che vogliono chiudere molti ospedali – Vimercate, per esempio, che sarà sostituito da uno nuovo - e che, dopo aver favorito i privati attraverso l’accreditamento e la parità pubblico/privato, permettono ora un loro ingresso diretto nella gestione delle strutture pubbliche tramite il project financing”.

“Formigoni e la sua maggioranza – conclude Confalonieri - sappiano che i cittadini lombardi stanno prendendo coscienza di quanti danni ha già provocato il loro modello di sanità. In tal senso, le 300 mila firme raccolte contro i ticket sono un messaggio inequivocabile, rispetto al quale la Regione si è mostrata completamente sorda. Da parte nostra, continueremo a batterci per la revoca dell’immorale provvedimento e, soprattutto, per il ripristino di una sanità in grado di tutelare la salute di ognuno, a prescindere dalle condizioni economiche”.

Manuela Della Nave
Milano, 15 maggio 2003