Presidio delle lavoratrici della Fondazione Don Gnocchi di Seregno, 21 ottobre 2015
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La Fondazione Don Gnocchi ha annunciato la disdetta del contratto nazionale di lavoro (sanità privata) attualmente applicato per le strutture sanitarie e assistenziali private che amministra.
In Brianza la Fondazione gestisce il Centro “Ronzoni Villa - Don Gnocchi” di Seregno, l'Hospice “S. Maria delle Grazie” di Monza, gli ambulatori per servizi fisioterapici e riabilitativi di Barlassina, Vimercate, Monza, Camnago Lentate. Ma le attività della fondazione sono estese in diverse regioni d'Italia con oltre 4000 dipendenti.
Già due anni orsono i lavoratori, messi di fronte alle difficoltà della Fondazione, avevano regalato alla stessa 80 ore di lavoro oltre a due giorni di ferie. Il tutto in deroga al contratto. Ora la stessa Fondazione vorrebbe rendere contrattuali i sacrifici fatti (che dovevano ritenersi temporanei ed avere durata triennale) e peggiorare il contratto.
Di fatto, secondo CGIL - CISL - UIL, la Fondazione vorrebbe scaricare la crisi sempre e solo sulle spalle dei lavoratori, precarizzare i rapporti di lavoro e contrapporre vecchi e nuovi assunti.
È per questo motivo che i lavoratori di tutta Italia sono in stato di agitazione.
Noi pensiamo che quanto la Fondazione tenta di mettere in atto sia inaccettabile dal punto di vista sindacale ma anche in relazione al fatto che queste Fondazioni forniscono servizi sanitari in regime privatistico ma in convenzione con la Regione e che quindi in gran parte ricevono erogazioni pubbliche e da queste dipendono.
Per questo riteniamo che la questione debba riguardare anche la Regione Lombardia ed i consigli comunali dei comuni interessati.
Ci sembra pertanto molto strano il dichiarato mutismo, ad esempio, del Comune di Seregno sul cui territorio la Fondazione Don Gnocchi ha in gestione lo stabile (di proprietà della Fondazione Ronzoni Villa) che una volta era un ricovero per anziani e che in questi anni venne ampliato e ammodernato per poi passarlo alla Don Gnocchi.