8 marzo e pandemia

La salute non attende la metà del cielo

Le donne sono quelle sempre più esposte sotto diversi punti di vista (.pdf)

Giornata delle donne

Pandemia e 8 marzo.

Photo by Brianza Popolareinfo

La pandemia non ci basta: abbiamo anche una Giunta Regionale che, non avendola saputa affrontare, tenta capriole penose ed ora balbetta scuse.

A poco più di un mese dall'arrivo dei “nostri” Moratti e Bertolaso, la Regione si accorge di essere impreparata anche solo ad avvisare tutte le persone per potersi vaccinare, mentre il contagio si estende e si ignora l'ulteriore disagio che improvvise chiusure delle scuole provocano alle famiglie, con ricaduta prevalente sulle donne.

Nel frattempo è venuto a mancare il riconoscimento del congedo parentale per l’assistenza dei figli in quarantena o a casa in didattica a distanza per la chiusura delle scuole.

Per non parlare di chi ha figli o familiari disabili o altrimenti bisognosi di assistenza pressoché continuativa – per i quali i servizi dedicati sono sospesi, se e quando esistenti.

Le donne sono quelle sempre più esposte: ai contraccolpi della crisi economica – di cui risentono prima e maggiormente – così come nei lavori ove sono più impegnate specie in questo frangente (sanità, assistenza, commercio), peraltro quasi sempre senza il riconoscimento dovuto.

Le donne sono adesso ulteriormente deprivate della tutela della loro salute.

Alle generali limitazioni attuali di molte attività sanitarie, derivate anche dall’assenza della medicina generale nel territorio, si aggiungono infatti le riduzioni, quando non sospensioni, dei servizi di prevenzione ed assistenza sanitari specifici femminili.

Le donne quindi faticano di più ad accedere per tempo alle strutture pubbliche – già insufficienti ed inadeguate – e sono così costrette troppo spesso a rivolgersi, con propria spesa ulteriore, a quelle private per non subire attese che possono pregiudicare la loro integrità fisica.

E’ la Sanità, bellezza, anzi il Welfare di Fontana e soci!

Se non puoi aspettare a curarti, paga: e le donne ancora pagano due volte !

E’ così che la Regione fornisce il dovuto Servizio Sanitario ?

Altro che “tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” (art. 32 della Costituzione) !

Ma c’è di più: se la parte sanitaria è squilibrata perché la presenza privata è sostenuta con oltre il 40% delle risorse regionali pubbliche destinate alla Sanità, dove sono i servizi a carattere socio-assistenziale che devono comporre l’offerta del sistema regionale?

Di essi, infatti, la necessità è altrettanto grande quanto la mancanza – che, oltre a indurre aggravi al servizio sanitario per carenza di prevenzione e di riabilitazione, scarica sulle famiglie effetti che concorrono ad appesantire la vita delle donne.

Ecco perché dobbiamo trasformare la sventura della pandemia nell’occasione per rifondare il servizio sanitario regionale che deve essere e restare pubblico perche’ finalizzato ad assicurare un bene di estremo rilievo già dalla Costituzione.

L’offerta in regime pubblico di questo servizio essenziale concorre al miglioramento delle condizioni di vita di tutte le persone, costituendo indirettamente occasione di redistribuzione di reddito e perequazione fiscale - quindi anche sociale.

Coordinamento Diritto alla salute Monza e Brianza
Monza, 8 marzo 2021
riferimento