Il ministro della salute, Gerolamo Sirchia, ha licenziato, Vittorio Agnoletto dalla commissione AIDS, come già aveva fatto il ministro Maroni da quella delle tossicodipendenze. Se mai ci fossero stati dei dubbi sulla presunta neutralità della scienza, il ministro, esperto e scienziato nel campo della medicina, ce li ha tolti del tutto.
La gravità della cosa non sfugge a nessuno perché si inserisce in una serie di altri provvedimenti e fatti che hanno il segno di una svolta autoritaria dello stato che in qualche modo richiama aspetti della cultura e delle azioni del ventennio.
Il nostro ambito, quello del diritto alla salute, garantito dalla Costituzione, viene ad essere pesantemente colpito, anzi è lo stesso articolo 32 ad essere messo in dubbio. In concreto e in particolare per le categorie in condizioni sociali più difficili e in territori più disagiati, questo diritto viene ad essere progressivamente ridotto, non più esigibile, da raggiungersi mediante azione propria, non più dovuto da chi è posto ad amministrare la sanità pubblica.
Già la misura del federalismo fiscale, posta dal precedente governo, si muoveva in questa direzione, quanto meno ne ha aperto un varco consistente, ora si stanno promovendo provvedimenti che si muovono nella direzione della privatizzazione della sanità, in altri termini la salute viene ridotta a mero fatto privato.
Si consideri gli impegni più importanti che il governo si è preso al seguito della conferenza Stato-Regioni dell'8 di agosto all'interno della definizione delle misure risanatrici dei bilanci regionali:
E' stata accettata, per non dire auspicata per tutti, la linea adottata dalla regione Lombardia. Quali potranno essere - chi chiediamo - i livelli essenziali di assistenza che dovranno essere definiti entro il 30 novembre prossimo?
Un contesto grave, ancora di più, per quello di cui non si parla:
A questo punto Vi chiediamo di nuovo una firma: