Nei prossimi anni i lavoratori delle ASL lombarde dovrebbero passare dagli attuali 22716 a 14069,
cioè 8000 in meno.
Lo stesso vale per le Aziende Ospedaliere in cui si prevedono migliaia di posti di posti di lavoro
in meno.
La riduzione dell'organico nel pubblico, sia ASL che Aziende Ospedaliere, è in atto già da tempo,
ma rischia di diventare sempre più drammatica. Il deficit, infatti, sembra destinato ad aumentare,
e l'unica possibilità di intervento che resta ai Direttori delle Asl e delle Aziende Ospedaliere,
che proprio in questi giorni stanno presentando i bilanci per il 2002, è il taglio del personale.
"Formigoni - dichiara Gianni Confalonieri, Capogruppo regionale di Rifondazione Comunista - non sa
più come contenere la spesa e, siccome il privato mangia tutto, l'unica soluzione, oltre all'aumento
delle tasse e alla reintroduzione dei ticket, è quella di tagliare nel pubblico.
Nel 2001 i Direttori Generali hanno ridotto il deficit dai 1600 miliardi ai 433 grazie all'intervento
dello Stato e con un pesante taglio dei servizi.
Nel 2002 lo Stato non potrà più ripianare, i servizi sono già ridotti all'osso, non resterà quindi
altra soluzione che ridurre il personale. Il conto della Giunta è presto fatto in base alle prestazioni:
ogni lavoratore può aumentare i propri ritmi di lavoro in modo da ridurre il tempo necessario per
ogni prestazione. La Giunta ha, quindi, calcolato che aumentando i carichi di lavoro nelle ASL si
può ridurre di 8000 unità il personale.
Ovviamente questo calcolo non viene fatto in relazione ai bisogni degli utenti e dei lavoratori e
alla qualità del servizio, ma esclusivamente in termini economici. La sanità pubblica - conclude Confalonieri
- è ormai diventata un colabrodo, con buchi da tutte le parti. Altro che concorrenza tra pubblico
e privato, altro che libera scelta! Formigoni sta mettendo in ginocchio la sanità pubblica per costringere
i cittadini a rivolgersi solo al privato".