Da un paio d'anni la fase politica italiana si è messa "in movimento". Settori crescenti di cittadinanza si oppongono allo stato di cose presenti, e, con la loro presenza critica, condizionano il quadro politico. I processi di globalizzazione, con le nefaste conseguenze che conosciamo, si sono intrecciati a specificità tutte italiane: il governo Berlusconi e gli attacchi incessanti che questo attua nei confronti delle conquiste e delle organizzazioni "sopravvissute" agli anni ottanta e novanta.
La scuola è una delle aree dove, ad una dinamica mondiale di smantellamento della presenza pubblica nell'istruzione, si è aggiunta una serie impressionante di attacchi da parte della destra al potere: riforma Moratti,tagli, strette salariali, ecc. configurano un'offensiva dura e senza precedenti alla scuola della repubblica. Questo attacco, pur con un salto di qualità, si situa all'interno di un percorso che aveva visto pienamente coinvolto il centrosinistra (tagli, concorsone, riforma dei cicli...).
L'attacco della destra alla scuola pubblica non è rimasto senza risposta.
A partire dal gennaio 2002 sono nati in Italia una serie di coordinamenti
che hanno unito insegnanti, ata e genitori contro le riforme. A Milano la
"Rete di resistenza a difesa della scuola pubblica" è stata una
realtà di massa: ha raccolto in due mesi 20000 firme in calce all'appello
"Più scuola per tutti" ed ha promosso una serie di iniziative che
hanno coinvolto circa 120 scuole. A livello studentesco vi sono state numerose
iniziative nell'autunno 2001 e in quello 2002 in varie province lombarde,
ad opera dei collettivi.
La presenza di una sinistra sindacale forte e radicata ha portato la CGIL
a proclamare due scioperi regionali.
Ma non ci possiamo nascondere che queste risposte non hanno assunto quella dimensione e soprattutto quella coesione e continuità che avrebbe consentito di porre un freno alle riforme e costringere la destra sulla difensiva. I movimenti non sono stati ancora in grado di riattivarsi a partire da settembre, probabilmente perché il "nuovo corso" della cgil ha suscitato aspettative e spinte alla delega. Delega mal riposta perché la cgil scuola nazionale non ha chiamato ad azioni di lotta specifiche sul terreno della scuola. Le divisioni tra sigle sindacali, tra studenti e insegnanti, tra genitori e insegnanti, tra provincia e provincia sono state il fattore determinante che ha impedito il dispiegarsi di un movimento vero, largo, determinato e che imponesse la sua presenza accanto agli altri soggetti che si sono mobilitati negli ultimi due anni (noglobal, sindacato, girotondi...).
In tutti questi ambiti (movimento insegnanti-ata-genitori, studenti, sindacati) i singoli militanti del partito hanno assunto spesso un ruolo determinante. Segnaliamo tra l'altro anche la continuità dell'azione e della proposta da parte del gruppo regionale del PRC sulla questione del buono scuola. Diciamo pure che senza la presenza dei nostri militanti le risposte di massa di cui abbiamo parlato non ci sarebbero state. Questo ruolo però non é diventato in nessun momento iniziativa di "partito", ma di singoli o gruppi di compagni.
Detto in breve: non vi é stata alcuna azione coordinata a livello di partito riguardante la scuola. La nostra frammentazione insomma é stata né più né meno la stessa dei soggetti di massa nei quali militiamo, subendo dunque, al pari, gli stessi limiti.
Mancando un coordinamento di partito non abbiamo potuto fornire quel di più, tutto potenziale, che ci viene dall'essere per l'appunto "partito", cioé un'entità con una prospettiva generale, che supera la parzialità dei movimenti, dotato di proiezione strategica.
Una presenza di partito é invece necessaria. Sia chiaro: non pensiamo affatto ad una presenza propagandistica, di bandiera, "per far vedere che ci siamo". Momenti di questo genere saranno necessari, ma non sono certo all'altezza delle ambizioni che il livello del nostro inserimento individuale nel mondo della scuola legittima. Noi dobbiamo ambire ad divenire LO spazio dove le avanguardie dei movimenti, degli studenti, dei genitori, dei sindacati si ritrovano per spingere, facilitare, organizzare un movimento di massa a difesa della scuola pubblica.
Per questo organizziamo una conferenza d'organizzazione sulla scuola. Uno stretto coordimento dei compagni e delle compagne inserite nella scuola, valorizzando le diverse appartenenze (di categoria, di sindacato, di movimento), può comportare poi una serie di benefici secondari:
Partiamo da un inserimento vero, nel mondo della scuola, ma anche da una assenza di coordinamento come "partito". Fa parziale eccezione la struttura giovanile regionale che, seppur con qualche "buco" geografico, ha saputo costruire coordinamento, azione e pensiero (vedi l'ottimo documento sulla scuola della conferenza regionale dei giovani comunisti), ma anche questa è slegata dalle esperienze del mondo "adulto", indispensabili se si vuol battere la destra sul terreno della scuola.
Riunendo gli attivisti che si occupano di scuola, possiamo sperare di compiere un primo passo lungo un percorso che sarà lungo e complesso. In questa prima occasione, la conferenza d'organizzazione, possiamo ragionevolmente porci questi obiettivi:
Per questo abbiamo pensato ad una conferenza che non sia centrata sul classico schema relazioni-dibattito-conclusioni su argomenti che si spera tutti conoscano (fortunatamente sul terreno dell'analisi della politica della destra e del centrosinistra riguardo alla scuola non ci sono note divisioni interne), ma sullo scambio e il consolidamento di relazioni tra gli attivisti dispersi del PRC nella scuola. Per questo pensiamo di articolare la conferenza soprattutto intorno a gruppi di lavoro.
9,30 |
Presentazione dei lavori |
10,00 |
Relazione di Loredana Fraleone su: "La politica scolastica della destra, i movimenti, il partito." |
10,30 |
Relazione di Vito Meloni su "I lavoratori della scuola di fronte al governo Berlusconi. I compiti della sinistra sindacale" |
11,00 |
Costituzione dei gruppi di lavoro sui seguenti temi:
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12,30 |
Relazioni dei gruppi di lavoro. |
13,00 |
Pausa pranzo. |
14,00 |
Dibattito. |
15,00 |
Accordi politici e organizzativi. |