Tutto è successo lo scorso agosto.
La legge 133 (quella di “Brunetta e i fannulloni”) ha decretato la fine della scuola statale.
8 MILIARDI DI EURO IN MENO sul bilancio della scuola statale nei prossimi tre anni .
Nessuna scelta pedagogica giustifica questo intervento, solo le esigenze economiche di bilancio dettate da Tremonti.
A tutto ciò ci ha pensato la legge Gelmini:
Il risultato di questi interventi strutturali comporta l’eliminazione di 87.400 insegnanti e 44.500 operatori scolastici e amministrativi.
Una scuola più povera , una scuola più vecchia. Meno tempo di cura, più selezione. Da una scuola inclusiva che fa delle diversità la propria ricchezza, ad una scuola che premia il “merito” e abbandona chi “non ce la fa”.
Una scuola che esclude quindi e che si inserisce perfettamente in un disegno complessivo di distruzione del pubblico a favore del privato.
CHIEDIAMO a tutti i cittadini/e dentro e fuori le aule di intervenire affinchè non vengano affossate tutte le conquiste fatte dalla scuola negli ultimi trent’anni: il tempo pieno,le compresenze, l’integrazione delle diverse abilità , l’alfabetizzazione dei migranti….progetti che ci invidiano e “copiano” in diverse parti del mondo.
ESPRIMIAMO solidarietà a tutti gli insegnanti e le insegnanti che in questi mesi insieme a migliaia di genitori si sono attivati per opporsi a questa legge (i cui regolamenti applicativi NON sono ancora stati approvati definitivamente!) e che in quest’ultimo periodo hanno partecipato all’iniziativa delle Segreterie Della Buona Scuola sulle iscrizioni per richiedere con determinazione la buona scuola, quella che vogliamo. . Le mobilitazioni massicce di questi mesi, stanno producendo spaccature nel monolitico disegno di distruzione…
CONTINUEREMO a partecipare alle iniziative dei Comitati di difesa della scuola pubblica sparsi sul territorio per contribuire a vincere questa battaglia per una scuola di tutti/e e per ciascuno/a.
Meno scuola, meno futuro. Meno scuola, meno educazione.
Meno scuola, meno democrazia.