Buono scuola 2002 in Lombardia

Sempre più dei ricchi e dei presunti nullatenenti

Mozione del Prc chiede verifiche sulle dichiarazioni dei redditi

Oltre quarantottomila famiglie (per la precisione 48.489), con figli che frequentano scuole private e che rappresentano complessivamente meno dell'8% degli iscritti in Lombardia alle scuole di ogni ordine e grado, nel 2002 hanno ricevuto da parte della Regione un contributo di oltre 36 milioni di euro laddove la legge regionale per il diritto allo studio di tutti i 980.320 studenti lombardi è finanziata con poco più di 7 milioni. «Un dato scandaloso - commenta Gianni Confalonieri, capogruppo regionale del Prc - che grida vendetta e che, da solo, sarebbe già sufficiente a dimostrare tutta l'iniquità del buono scuola».

Ma dall'analisi che anche quest'anno Rifondazione Comunista ha condotto sugli elenchi dei beneficiari emerge molto di più. L'utilizzo, nella valutazione delle condizioni reddituali, di parametri riferibili alla normativa nazionale Isee, liberamente interpretati dalla giunta Formigoni con l'esclusione dei redditi da patrimoni, ha determinato un innalzamento del tetto pro capite, tanto che oltre duemila domande - respinte nel 2001 per superamento della soglia massima di reddito consentita - sono state invece ammesse quest'anno.

Per quanto riguarda le condizioni economiche di chi ha ricevuto il contributo, va rilevato che il 65% dei beneficiari rientra nelle fasce di reddito superiori ai 60 milioni di lire. E 15.667 famiglie che dichiarano ciascuna oltre 100 milioni di lire all'anno hanno assorbito, da sole, più di 11 milioni di euro.

Da sottolineare, infine, è l'aumento, tra i beneficiari del buono, di coloro che dichiarano redditi inferiori a 0 e fino a 120 mila lire: come è possibile che famiglie davvero nullatenenti possano permettersi, pur con un contributo regionale, di mandare i propri figli alle scuole private? Insistiamo nel sostenere il sospetto fondato di evasione fiscale. E, qualora ciò trovasse conferma, il danno sarebbe ancora più clamoroso: costoro, infatti, rientrano tra quegli 8.255 che, con l'introduzione dell'Isee, hanno ricevuto un rimborso pari non al 25% ma al 50% della spesa sostenuta.

Con una mozione urgente al consiglio regionale il Prc chiederà alla giunta di svolgere, sulle domande di rimborso sospette, i controlli reddituali previsti dalle leggi vigenti, con la denuncia alle autorità competenti delle eventuali dichiarazioni mendaci e la revoca immediata del contributo erogato.

«Il buono scuola - conclude Confalonieri - rappresenta una grave discriminazione nei confronti degli studenti che frequentano la scuola pubblica, premia famiglie ricche che non avrebbero alcun bisogno di contributi regionali, assegna rimborsi a possibili evasori fiscali con preoccupante superficialità».


Testo della Mozione

IL CONSIGLIO REGIONALE

Premesso che

Preso atto

che i dati relativi alla prima annualità (2000/2001) sono i seguenti :

Preso atto

che i dati relativi alla seconda annualità (2001/2002) sono i seguenti:

Verificato che

Atteso

  1. che tali dichiarazioni di reddito, che configurano famiglie ben al disotto della soglia di povertà, potrebbero realisticamente essere considerate non veritiere ma suscettibili di giustificati dubbi;
  2. che l'istituzione del rimborso al 50% per le famiglie meno abbienti premia proprio queste dichiarazioni;
  3. che, ove si certificasse l’esistenza di richieste corredate da false dichiarazioni reddituali, oltre ad una grave questione di moralità si tratterebbe anche di distorsione di risorse della collettività.

Considerato

che, a proposito della veridicità dei dati, la normativa nazionale I.S.E.E. (art. 4 comma 7 del d.lgs. 109/998) stabilisce:

Considerato

altresì che il DPCM 7 maggio 1999, 4 aprile 2001 all’art. 7 recita testualmente

IMPEGNA LA GIUNTA

a svolgere i controlli reddituali previsti dalla normativa citata in narrativa sulla veridicità dei dati di tutti coloro che dichiarano redditi inferiori a 0 e fino a 30 milioni, a renderli pubblici e a denunciare alle autorità competenti le dichiarazioni mendaci, revocando l’eventuale contributo erogato.


Manuela Della Nave
Milano, 15 aprile 2003