Buono scuola della Regione Lombardia

Buono scuola: Formigoni getta la maschera

Ma si tratta sempre di drenaggio di denaro pubblico verso le scuole private

Formigoni ha finalmente gettato la maschera e quello che, di fatto, era un finanziamento pubblico della scuola privata, ora lo diventa anche di nome. Ci riferiamo al cosiddetto “buono scuola”, mediante il quale ogni anno, dal 2001 in poi, vengono stanziati oltre 40 milioni di euro di fondi regionali per gli alunni che frequentano gli istituti privati.

D’ora in poi, il sussidio si chiamerà “dote per la libertà di scelta” e, dall’anno scolastico 2008-2009, non verrà più erogato a posteriori, in quanto rimborso, bensì come “contributo preventivo”. La novità più significativa sta, però, nella definizione dei beneficiari, dove è stata semplicemente eliminata la dizione “scuola statale” rispetto alla normativa precedente.

Qualcuno potrà obiettare che tanto non cambia nulla, perché da quando il buono scuola esiste le famiglie degli alunni delle scuole pubbliche, cioè del 91,45% degli studenti lombardi, non possono accedervi. Infatti, anche nell’anno scolastico 2006-2007, come dimostra la nostra analisi che oggi pubblichiamo, lo scandalo si è rinnovato e il 99,67% dei 45 milioni di euro assegnati è andato agli studenti delle private. E non è nemmeno cambiato il fatto che buona parte dei sussidi è stata assegnata a famiglie che non ne avrebbero alcun bisogno. Cioè, il 47% è stato erogato a favore di famiglie che dichiarano al fisco un reddito annuo tra 47mila e 200mila euro.

Tuttavia, la novità della “dote” costituisce un’autentica bomba politica, poiché il drenaggio di denaro pubblico verso le private veniva finora garantito con un trucco. Infatti, nel 1999, ai tempi del dibattito sull’introduzione del buono scuola, il governo nazionale intervenne nei confronti della Regione, contestando come costituzionalmente illegittimo il finanziamento esclusivo a favore degli alunni delle private.

Si stabilì quindi, nel comma 121 dell’articolo 4 della legge regionale n. 1 del 2000, che il buono scuola era accessibile agli studenti sia della scuola statale, che di quella non statale. Ma subito dopo, con un decreto applicativo, si determinò un tetto di spesa per la retta scolastica, al di sotto del quale non si poteva fare domanda per il sussidio. E, guarda a caso, quel tetto escludeva esattamente la quasi totalità delle scuole pubbliche.

Ora sono passati diversi anni e nel frattempo è arrivata la pessima legge regionale n. 19/2007 sull’istruzione, approvata con la benevola astensione del Pd e attualmente impugnata su molti punti davanti alla Corte Costituzionale. E quella legge ha abrogato, tra le altre cose, il comma 121 di cui sopra, rinviando la definizione dell’erogazione del sussidio ad atti amministrativi del solo esecutivo regionale. Così, nel silenzio e senza dover nemmeno più informare il Consiglio, il 12 dicembre scorso la Giunta Formigoni ha licenziato la delibera n. 6114, dove appunto stabilisce in modo esplicito il principio illegittimo del finanziamento esclusivo alle scuole private.

Tutto chiaro? Ormai l’arroganza del potere ciellino in Lombardia sembra considerare la Costituzione carta straccia, pur di canalizzare fondi pubblici verso il privato amico. Da parte nostra, valuteremo ovviamente tutti i passi formali possibili, sebbene l’assenza di un Governo nella pienezza dei suoi poteri e la prospettiva di un nuovo esecutivo nazionale che include Formigoni rendono persino il rispetto della legalità una missione quasi impossibile.

Qui è possibile scaricare l’analisi completa dei beneficiari del buono scuola 2006-2007, nonché la delibera n. 6114 del 12/12/2007

Luciano Muhlbauer (Consigliere Regionale del PRC-SE della Lombardia)
Milano, 12 febbraio 2008
da “Il Manifestowww.lucianomuhlbauer.it