Prc sul Buono Scuola Lombardo: “
Tutto come previsto, ingiustizia sempre più grave”

BUONO SCUOLA: CONTINUA L’IMBROGLIO!

Rifondazione Comunista torna per la terza volta a parlare di buono scuola.

Continuiamo i nostri approfondimenti sulla “gestione” del capitolo di spesa legato a questo strumento in quanto intendiamo farne una priorità nell’azione di opposizione, allo stesso modo di come Formigoni e la sua Giunta intendono farne una priorità nella loro azione di governo.

Ricordiamo brevemente i precedenti passaggi della nostra iniziativa politica.

Nell’ottobre 2001 il nostro gruppo condusse una ricerca, partendo dai dati forniti dall’Assessorato, sull’erogazione del buono scuola 2000/2001; emersero alcune situazioni preoccupanti, tra le quali vogliamo ricordare:

Lo stesso Assessore non poteva esimersi dal riconoscere la fondatezza dei nostri rilievi, e da qui discende la scelta di adottare, per il 2001/2002, nuovi e diversi criteri.

Nello scorso mese di marzo prendemmo in esame questi presunti nuovi criteri, desumibili dal decreto del Direttore Generale del 30 gennaio, che a sua volta recepiva l’indicazione politica della Giunta di utilizzare parametri mutuati dalla normativa nazionale ISEE. Utilizziamo il termine mutuati perché siamo di fronte ad una “libera interpretazione” che esclude dal calcolo i redditi derivanti dai patrimoni, concentrandosi solo sui redditi da lavoro.

In questo modo è stato annullato lo spirito egualitario e perequativo dell’ISEE nazionale.

Ipotizzammo allora, sulla base di simulazioni da noi condotte tenendo a riferimento i dati dell’anno 2000/2001, che si sarebbe pervenuti ad un risultato addirittura peggiorativo rispetto alla situazione registrata l’anno passato.

Le nostre affermazioni furono contestate dall’Assessore e dai suoi portavoce, senza peraltro entrare nel merito dei dati da noi esposti.

Si trattava di contestazioni di circostanza: oggi siamo in grado di confermare le nostre affermazioni sulla base dei dati forniti dall’Assessorato stesso

Prima di entrare nel merito, dobbiamo evidenziare che, a differenza dello scorso anno, l’accesso ai dati completi (nominativi) ci è stato impedito. Ci sono state forniti solo due striminziti prospetti riassuntivi, e le nostre successive richieste scritte e verbali di ulteriore e più dettagliata documentazione sono rimaste inevase.

Si tratta di una palese violazione dei diritti dei Consiglieri Regionali e delle norme sulla trasparenza amministrativa. Si tratta di un tentativo di nascondere importanti aspetti istruttori e gestionali, che sono indispensabili per formulare un giudizio politico sull’attività della Giunta, tenuto anche conto del fatto che il Consiglio Regionale non avrà più occasione di affrontare la tematica in aula.

Partendo dai pochi dati a cui abbiamo avuto accesso, è comunque possibile svolgere le seguenti considerazioni:

  1. In marzo avevamo evidenziato che restavano inalterate le “griglie” che penalizzano l’accesso al buono per gli utenti della scuola pubblica.
    La conferma va oltre ogni previsione pessimistica: per ammissione dell’Assessorato, nemmeno un contributo è stato assegnato ad utenti della scuola pubblica.
  2. Sempre sul versante della penalizzazione del sistema scolastico pubblico, ora siamo in grado di conoscere il costo effettivo dell’operazione “buono scuola 2002: 36.012.734,33 €, con un aumento rispetto al 2001 di 5.595.237.07 €. Rispetto al bilancio preventivo approvato dal Consiglio regionale, siamo in presenza di uno splafonamento di quasi 2 milioni di € (previsione: 34.483.543,10) che è stato coperto in sede di assestamento, in agosto, con un ulteriore stanziamento di 2.777.297,04 €. Mentre si trovano 5 miliardi di vecchie lire per la scuola privata, la stessa funzione obiettivo subisce riduzioni di spesa per ben 27 miliardi su diverse voci a favore del sistema educativo ed universitario.
    E’ anche il caso di ricordare che:
    • una nostra mozione tesa ad ottenere un intervento finanziario della Regione per limitare al minimo i disagi causati dai tagli operati dal Ministero sugli organici e sui progetti educativi della scuola pubblica, non è stata accolta con la scusa della mancanza di risorse
    • i fondi regionali per gli enti locali continuano ad essere insufficienti (meno di 15 miliardi all’anno per un milione di studenti, cifra di gran lunga inferiore a quella stanziata per il buono scuola) e addirittura è stata approvata una P.d.A che impone ai Comuni di “optare” tra assistenza ai disabili e trasporto alunni .
  3. La “libera interpretazione” della normativa ISEE lascia inalterato il problema dell’evasione fiscale: La fascia dei redditi inferiori a 0 (cioè i “nullatenenti” che mandano i figli alle scuole private, ovverosia gli evasori) è ulteriormente premiata: 428 contro 329 (+169). Per costoro il rimborso viene addirittura innalzato al 50%)
  4. La scelta di differenziare la percentuale del costo-retta rimborsabile (50% per le famiglie con un indicatore inferiore o uguale a 16.165.414; 25% per le altre, fino ad un indicatore di 90.225.564) non ha consentito alcuna “scrematura” significativa nè verso l’alto nè verso il basso.
    • Le famiglie che hanno avuto accesso al rimborso del 50% sono 8.268 su oltre 48.000 richieste. Questo dipende, ancora una volta, dalla “libera interpretazione” della normativa ISEE. Secondo una nostra proiezione, se si fossero applicati per intero i parametri nazionali, così come recepiti dalla stessa Giunta regionale in sede di attuazione della legge 62/2000 sulla parità scolastica, i beneficiari sarebbero stati più di 21.000!
    • Per effetto di questo criterio, si conferma che la maggioranza delle famiglie, percepirà un contributo del 25%, ma all’interno di questa fascia ritroviamo sia i redditi “popolari” che redditi molto alti. Questi ultimi sono addirittura superiori al passato.

2001

2002

variazione

< 0

329

498

+169

> 0 a 10 mil

3.128

2.892

-236

>10 mil fino a 20 mil

8.670

8.524

-146

>20 mil fino a 30 mil

11.153

10.901

-252

>30 mil fino a 40 mil

9.196

9.528

+332

>40 mil fino a 50 mil

5.841

6.202

+361

>50 mil fino a 60 mil

3.708

4.024

+316

>60 mil fino a 70 mil

2.600

2.699

+99

>70 mil fino a 80 mil

1.536

1.866

+330

>80 mil fino a 90 mil

663

1.326

+663

= 90.255.000

11

29

+18

L’istogramma realizzato con riferimento ad una famiglia tipo (due genitori che lavorano e 1 figlio) mette in evidenza molto bene questa concentrazione di redditi molto diversi: da un minimo di 36.213.999, poco più della sussistenza (a 33 milioni lo Stato eroga gratuitamente i libri di testo!), ad un massimo di 180.000.000, che rappresenta un livello di agiatezza ben differente!

L’istogramma della famiglia con tre figli (quella che nel decreto del Direttore Generale è usata come riferimento per il calcolo dei parametri) è altrettanto chiaro nel far risaltare un “range” molto ampio, che è la rappresentazione visiva di una grande ingiustizia.

Insomma, ci sembra di poter confermare in pieno quello che nel marzo scorso avevamo ipotizzato attraverso le “simulazioni” che oggi riproponiamo, perché sono indicative di quello che abbiamo voluto sintetizzare nel titolo: l’imbroglio continua.

Luigi Lia
Milano, 6 novembre 2002