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Buono scuola lombardo: un grave ed inaccettabile caso di ingiustizia sociale
COMMENTO ALL'ESAME DEI CONTRIBUTI EROGATI NELL'A.S. 2000/2001

1 - Il materiale esaminato.

Dopo mesi di insistenza e di pressioni politiche, l'assessorato Istruzione ha fornito l'elenco cartaceo delle domande pervenute, delle ammesse al contributo e delle escluse, relative all'anno scolastico 2000/2001.

I dati nominativi sono ovviamente coperti dalla privacy.

I dati numerici sono quelli riportati nella tabella 1

E' da scontare un margine di imprecisione, attribuibile non tanto ai nostri metodi di elaborazione del dato, quanto ai criteri di inserimento, molto approssimativi, utilizzati da coloro che hanno registrato le domande.

Le famiglie, nella compilazione della domanda hanno usato in parte la denominazione legale (chi per intero, chi parzialmente), in parte quella comune, in parte si sono limitati all'indirizzo della scuola, con imprecisioni di ogni genere. Coloro che hanno inserito i dati si sono limitati a riportare pedissequamente quanto trovavano scritto sulla domanda, per cui la ricostruzione esatta del numero di utenti di una determinata scuola è assai difficile.

Riscontriamo pertanto una differenza positiva tra le domande effettivamente presenti nell'elenco fornitoci (55.178) e quelle che l'Assessorato indica nel riepilogo (55.040)

Sulle domande ammesse c'è invece una differenza negativa: per l'Assessorato sono 46.935, le nostre verifiche portano a 42.960; da informazioni forniteci verbalmente, sembra che l'elenco inviatoci sia carente di circa 4000 domande, per le quali è in corso un supplemento di istruttoria.

La differenza comporta uno scarto tra l'ammontare dell'erogazione dichiarata dall'Assessorato (58 miliardi) e quello da noi riscontrato (53 miliardi).

Il significato statistico della differenza appare marginale, tuttavia ci preme sottolineare un dato politico: la risposta dell'Assessorato alle nostre richieste è stata tardiva, è sopravvenuta dopo ripetute e forti rimostranze, e mette in evidenza carenze istruttorie non irrilevanti.

2 - Metodologia di lavoro

Per le elaborazioni, abbiamo utilizzato il dato ufficiale del riepilogo regionale (55.040).

La prima parte del lavoro si è orientata a definire con esattezza la popolazione scolastica lombarda, sulla base dei dati forniti dall'Ufficio Scolastico regionale.

Il dato è stato poi suddiviso su base territoriale provinciale: (tabelle 2 e relativo istogramma, tabella 2/bis).

La seconda elaborazione ha riguardato il grado di copertura del buono scuola sulla popolazione scolastica. I risultati della verifica del sono illustrati dagli istogrammi dei grafici 1, 2 e 3.

E' stata anche determinata la suddivisione per provincia dei finanziamenti (tabella 3 e relativo grafico).

Incrociando la popolazione scolastica provinciale con il finanziamento si ottiene il grado di copertura per provincia. La tabella 4 illustra questo dato, relativamente alla provincia di Milano.

La terza elaborazione si è concentrata sugli scaglioni di reddito lordo procapite (tabella 5) delle famiglie che hanno beneficiato del contributo

3 - Risultati e commenti

Il grado di copertura del buono scuola rappresenta meno del 5% degli studenti iscritti alle scuole di ogni ordine e grado (pubbliche e private) escluse le materne.

Questa piccola fascia di utenti del servizio scolastico assorbe dai 53 ai 58 miliardi di risorse, laddove la legge per il diritto allo studio, che riguarda il 100% degli studenti, viene finanziata con 14 miliardi!

Questo dato non rappresenta certo una novità, ma una conferma di quanto andiamo denunciando dal giorno dell'invenzione del buono scuola: si tratta di una grave ingiustizia sociale.

Ora però è possibile definire meglio i contorni di questa grande discriminazione, dimostrando con dati inoppugnabili che i beneficiari di tanta munificenza sono tutti concentrati negli istituti privati e nelle fasce alte di reddito.

Gli istogrammi dei grafici 1, 2 e 3 ci dimostrano infatti che da un grado di copertura insignificante sul totale degli studenti, si passa ad un grado di copertura quasi totale (98,7% sulle domande presentate) per gli studenti degli istituti privati

E' molto interessante esaminare le variazioni di questo grado di copertura determinate dall'istruttoria delle domande, e quindi dai criteri dai assegnazione.

Pervengono 55.040 domande, che coprono per l'89% scuole private e per l'11% scuola pubbliche; le esclusioni riguardano per il 67% le scuole pubbliche e per il 33% le private; alla fine del percorso la copertura sale al 98,7% per le private e scende al 1,3% per le pubbliche!

La falcidia di quelle poche famiglie di studenti delle scuole pubbliche che hanno presentato domande è determinata per un terzo dalla franchigia di 400.000 lire (1.800 domande su 5.400 escluse) e per una quota ancora superiore dalla tipologia di spesa non ammissibile (libri, trasporti, etc - 2032 domande escluse su 5.400), a dimostrazione che il criterio di ammissibilità è costruito appositamente per far superare la soglia alle sole rette delle scuole private.

Nella relazione al DPFR Formigoni sostiene che i criteri non escludono l'accesso al contributo dei frequentatori delle scuole pubbliche. I dati dimostrano che si tratta di una affermazione priva di fondamento: sono solo 600 le domande ammesse, a fronte di 901.020 esclusi!

Per quanto riguarda gli scaglioni di reddito, la tabella 5 presenta dei dati sorprendenti : si evidenzia anzitutto un'ampia fascia di redditi estremamente bassi (26 addirittura negativi), che suscita notevoli perplessità anche dal punto di vista morale e pone l'interrogativo di quali controlli vengano svolti dalle competenti autorità su simili dichiarazioni.

I ricchi, collocati nelle fascie di reddito più alte (11.107 beneficiari, oltre 15 miliardi di contributi), assorbono un finanziamento superiore a quello che la Regione Lombardia assegna sul capitolo "diritto allo studio".

Questa contribuzione così sbilanciata sugli utenti degli istituti privati configura il buono scuola non più come un contributo a coloro che versano in stato bisogno, e nemmeno come un contributo alle sole famiglie bisognose che scelgono l'istruzione privata, ma piuttosto come un finanziamento generalizzato agli Istituti, surrettiziamente mascherato con il rimborso di una parte della retta.

La proposta di modifica dei criteri di assegnazione attualmente in discussione non intacca ma anzi rafforza questa tendenza, in quanto aumenta dal 25 al 50% il tetto del rimborso sul costo complessivo della retta degli istituti privati.

Questa operazione andrà ad incidere in particolare sulla fascia di reddito intermedia (da 10 milioni a 30 milioni - 25.991 beneficiari - 31,5 miliardi di finanziamenti).

La Giunta è disposta a sacrificare gli appartenenti alle fasce superiori per consentire una maggiore copertura dei costi a questa fascia di reddito.

Non siamo quindi di fronte ad un'operazione di giustizia o ad un atto che favorisce la libera scelta: emerge chiaramente il disegno strategico che sotteso all'operazione buono scuola: si persegue lo spostamento di una consistente quota di utenza dalla scuola pubblica alla scuola privata.

Inoltre, anche con le modifiche proposte, gli studenti delle scuole pubbliche continueranno ad essere quasi totalmente esclusi dal buono scuola, in quanto rimarranno in vigore la franchigia e le tipologie di spesa non ammissibili.

Infine, dall'esame delle situazioni nominative individuali (sulle quali dobbiamo attenerci alla riservatezza dei dati) rileviamo la presenza di consiglieri regionali di maggioranza tra i beneficiari (è nota la consistenza del reddito annuo di un Consigliere Regionale!) e la presenza di studenti che frequentano istituti con sede fuori dalla nostra regione.

PRC - Regione Lombardia
Milano, 24 ottobre 2001